Benetutti
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Altitudine:
m 406 Superficie: kmq 94,53 Abitanti: 2.246
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La domus de janas di Molimentos |
Diversamente dagli altri sette
paesi del Goceano, che si affacciano sulla valle del Tirso dal versante
sud-orientale (Sa Costera) della catena montuosa che la delimita, quindi
dalla sinistra del fiume, Benetutti, come Nule che gli è vicina, si adagia
sul versante opposto, fra le ondulazioni di un altipiano fittamente coltivato
a vigneti e frutteti. Paese la cui solida tradizione pastorale ancora
sopravvive e conserva intatto il suo prestigio, mostra, nel suo abitato
privo di emergenze architettoniche di speciale rilievo, un sobrio decoro.
Di costruzione ottocentesca la chiesa parrocchiale di Sant'Elena, nella quale
è custodita, purtroppo non integra, una delle ultime opere dell'anonimo
pittore cinquecentesco conosciuto come il Maestro di Castelsardo, probabilmente
un artista sardo formatosi fuori dell'isola intorno alla metà del XVI
secolo: il Retablo di Sant'Elena, dedicato all'Invenzione (cioè al
ritrovamento) della croce da parte della santa. Gran parte dell'opera fu,
durante la seconda guerra mondiale, oggetto di saccheggio da parte dei
tedeschi che occupavano questa zona (furono asportate, in particolare, le
tavole dedicate ai quattro evangelisti). La parte superstite conserva
tuttavia la sua bellezza e il suo fascino, e conferma la capacità dell'artista
anonimo di fondere, con grande sapienza tecnica e sicuro gusto pittorico,
uno stile in larga misura rinnovato con il rispetto della tradizione sarda.
La Crocifissione, che fa parte del retablo, ricorda i tratti scarni e crudi
del Cristo di Nicodemo custodito nella chiesa oristanese di San Francesco. Se
fondamentalmente pastorale è la tradizione del paese, il suo territorio offre
anche altre risorse, che non furono trascurate già sotto la dominazione dei
romani, che da un lato apprezzarono la vocazione agricola della valle,
appezzamenti della cui fertile terra furono concessi a ex legionari,
dall'altro conobbero le virtù delle sorgenti termali delle Aquae Lesitanae,
le attuali Terme di San Saturnino (forse l'abitato di Benetutti sorse proprio
sul luogo nel quale fu istituito l'insediamento romano di Lesa). Le sorgenti
termali di San Saturnino sono poste alla confluenza fra il Tirso ed uno dei
suoi principali affluenti, il Rio Mannu, il cui corso segna il confine fra il
territorio di Benetutti e quello di Bultei. Le fonti sono nove, la maggior
parte delle quali ricade nel territorio di Bultei, benché il loro
sfruttamento avvenga sulla riva opposta del Rio Mannu, dove ha sede lo
stabilimento termale. Resti delle terme romane sono venuti alla luce nel
punto nel quale sorgono le Terme Aurora. Questa regione accolse fin
dall'età neolitica insediamenti umani dei quali restano numerose testimonianze.
Non lontana dal paese è la Domus de janas di Molimèntos, la cui semplice
planimetria è a forma di croce. Sono di notevole interesse gli elementi
architettonici scolpiti sulle pareti e sulla volta. La tomba risale alla
Cultura di Ozieri (3500 - 2700 a.C.), ma fu riutilizzata in età posteriori;
vi si sono infatti trovati materiali ceramici di età posteriore (Cultura di
Abealzu, 2500 - 2400 a.C.). Poco più lontane dal paese le due domus de janas
di Mandra ‘e Giosso, scavate nel granito e poste l'una di fronte all'altra.
La prima, pluricellulare, ha un'anta semicircolare ed una prima cella dalla
quale si accede alla seconda, al centro della quale è un pilastro; alla
sommità del pilastro è praticata un'apertura per la quale si accede al piano
superiore, dove sono stati ricavati altri due vani. La singolare soluzione
fu adottata per aumentare lo spazio disponibile. La seconda domus ha un
corridoio di accesso e diverse celle, una delle quali conserva un'incisione
geometrica e tracce di pittura rossa. Di particolare interesse il Dolmen di
Monte Maone, che ha sofferto
delle intrusioni clandestine di cui è stato frequentemente oggetto. E frutto
della commistione fra due diversi sistemi di sepoltura: è costituito da una
grotticella scavata nella roccia, come le domus de janas, completata da una
struttura muraria, ed è coperto da un unico lastrone di pietra. Sulla cima di
un colle, tre chilometri a ovest di Benetutti, si trovano i resti del
Nuraghe S'Aspru, anch'essi
pesantemente danneggiati da vandali e tombaroli. E un nuraghe complesso, ad
addizione laterale, dalla planimetria molto articolata: al mastio centrale,
circondato da un bastione circolare, furono aggiunte altre tre torri, davanti
ad una delle quali sono visibili i segni di un'ulteriore aggiunta.
All'interno della torre centrale un corridoio conduce ad una scala che sale
alla camera del piano superiore, con copertura a tholos. Merita un cenno la Festa di
Sant'Elena, che si svolge il 18 agosto nella piazza antistante la chiesa
parrocchiale e si protrae per tre giorni. Ai riti religiosi si accompagnano
animate manifestazioni, fra le quali una sfilata a cavallo. Di particolare
interesse la mostra di prodotti artigianali che si tiene in occasione della festa. |