Il Sassarese Per un
paradosso più che altro apparente, è solo a prezzo di una leggera forzatura
che si può ascrivere Sassari alla regione denominata Sassarese. La
crescita della città è cominciata nel Basso Medioevo, come effetto della
decadenza di Torres, spopolatasi rapidamente (secondo un destino comune a
gran parte dei litorali dell'isola) a causa della malaria e delle incursioni
saracene, e l'orizzonte di Sassari è sempre stato proiettato decisamente
più verso settentrione e occidente, in direziono della fertile piana della
Nurra, che non verso mezzogiorno. Il suo benessere (che oggi è legato in
prevalenza al settore terziario) ha avuto storicamente origine dalla
produttività delle sue campagne, intensamente coltivate a oliveti, e il suo
vasto territorio si dirama verso tutti i punti cardinali fuorché verso sud. Il
Sassarese è invece la regione che abbraccia il fitto tessuto di paesi,
piccoli e meno piccoli, a sud del capoluogo: da Uri a ovest fino a Ploaghe a
est, da Tissi e Muros a nord fino a Ittiri a sud. La parte più caratteristica
di questa regione è quella arrampicata sugli aspri e candidi colli calcarei
che incoronano Sassari da mezzogiorno, a dominio del profondo avvallamento
del Rio Mascari che separa questi paesi (Tissi, Ossi, Muros, Cargeghe,
Flori-nas, Codrongianos) dal capoluogo. Al di là di questo alto bastione di
rocce, il profilo del suolo si addolcisce verso sud nelle morbide colline su
cui sorgono gli abitati di Usini, Uri e Ittiri (tutti centri agricoli di
notevole importanza), mentre verso est, subito al di là della statale
Sassari-Olbia, s'innalza nel cono vulcanico sulle cui pendici sorge Ploaghe
e che, dal punto di vista geologico, costituisce l'estrema propaggine
settentrionale del Meilogu. Nella
cornice di colli calcarei di cui si è detto, lavorati dagli agenti
atmosferici e scavati in cavità e grotte, si annida un tesoro di sepolture
ipogei-che preistoriche che, per densità ed interesse scientifico, ha pochi
raffronti nel resto dell'isola. Parti co la unente ricchi di necropoli a
domus de janas sono i territori di Ossi (Mesu 'e Montes, S'Adde 'e Asile,
Noeddale) e di Cargeghe (S'Elighe Entosu, Pescialzu, Pedras Serradas), ma
tombe prenuragi-che di notevole importanza sono anche visitabili a Tissi,
Muros, Florinas e, ai margini di' questa zona dalla densità già di per sé
elevatissima, nelle campagne di' Usini, Ittiri e della stessa Sassari (nei
pressi della stazione di' Molata). In questa regione si concentra inoltre la
quasi totalità degli esempi di un tipo di sepoltura ipogeica particolare: la
domus a prospetto architettonico, tomba scavata nella roccia sul modello
delle domus de janas prenuragiche, ma sulla cui facciata è scolpita una
stele simile a quella delle tombe di giganti nuragiche. La frequentazione
della zona anche in età nuragica è del resto attestata da rovine di un certo
rilievo, fra le quali spiccano le imponenti torri megalitiche dei nuraghi
Corvos di Florinas e Nieddu di Codrongianos. Dopo la
colonizzazione romana, intensissima in una regione di vitale importanza per
il passaggio della principale strada di collegamento fra il sud e il nord
dell'isola (strada di cui l'attuale statale 131 riproduce quasi per intero il
tracciato), le campagne del Sassarese conobbero nel Medioevo
un'organizzazione dell'economia e della società fondata in larga misura sulla
gestione delle terre da parte dei grandi ordini monastici. Restano a
testimoniarlo, oltre al convento e alla chiesa di San Pietro di Siiki (ormai
assorbiti nell'ambiente urbano di Sassari), alcuni piccoli e grandi capolavori
del romanico dispersi nelle campagne: la basilica della Santissima Trinità
di Saccargia (in territorio di Codrongianos), la chiesa di San Michele di
Plaiano, a nord di Sassari, quella di San Michele di Salvenero presso
Ploaghe, i ruderi dell'abbazia di Nostra Signora di Paulis lungo la strada
Uri-Ittiri. Altre belle chiese romaniche che appaiono oggi come campestri (valgano
per tutte gli esempi di Sant'Antonio di Briai, di Sant'Antonio di Salvenero
e di San Giorgio di Oliastreto) furono invece in origine le parrocchiali di
villaggi oggi estinti. Anche i
centri urbani costituiscono in questa regione un motivo di attrazione non
indifferente. Sassari conserva un centro storico medievale fra i più compatti
e importanti dell'isola, anche se purtroppo in larga parte fatiscente,
mentre la città moderna si sviluppa intorno a un centro d'impianto
otto-novecentesco che ha nella grandiosa Piazza d'Italia il suo gioiello
architettonico. Antica casa colonica a dominio di un vigneto nella
campagna dì Ittiri Di eccezionale
interesse il Museo Sanna, uno dei due più importanti musei archeologici della
Sardegna, insieme con quello di Cagliari. Ma, al di là delle attrattive del
capoluogo, si può dire che quasi nessuno dei piccoli centri compresi in
questa regione sia privo di monumenti di qualche rilievo: due belle chiese
romaniche sono nell'abitato di Tissi, una in quello di Usini, la cui
parrocchiale è un esempio raffinato, e alquanto raro in Sardegna, di architettura
tardobarocca; di forme eleganti è la settecentesca parrocchiale di
Codrongianos; Ploaghe, che fu a lungo sede di diocesi, ha una scenografica
piazza su cui affacciano l'ex cattedrale di San Pietro Apostolo, l'Oratorio
del Rosario, il Cimitero monumentale e la casa parrocchiale nella quale è
custodita (ma al momento non visitabile) una interessante pinacoteca; un
itinerario inconsueto è infine offerto dai dipinti di Baccio Gorini,
manierista toscano che visse a lungo esule a Codrongianos e le cui opere
sono conservate in varie chiese a Cargeghe, Florinas e nella stessa Codrongianos
(oltre che a Nulvi, nella vicina Anglona). Le tradizioni del folclore hanno a
Sassari, con la Festa dei Candelieri e la Cavalcata sarda, due appuntamenti
di grandissimo richiamo, mentre a Ittiri si svolge ogni anno un festival
musicale ("Itti-ritmi") che ha raggiunto un notevole prestigio. Fra le
produzioni artigianali si segnala la presenza, a Sassari, di numerosi
laboratori orafi nel centro storico e, nei giardini pubblici, quella della
Bottega dell'Artigianato dell'ISOLA, che presenta un'ampia selezione di tutti
i prodotti artigianali della Sardegna. Importante in tutta la regione la
produzione di olio e di vino (con punte di assoluta eccellenza a Usini),
mentre Uri è famosa per i suoi carciofi (con sagra nel mese di marzo) e Ploaghe
rinomatissima per la pasticceria e per i salumi. La cucina sassarese ha
nelle lumache (di varie dimensioni e cucinate in vari modi) e nella favata
(piatto di Carnevale a base di fave secche e carne di maiale) i suoi piatti
più tipici. |
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