Il Parco de Limbara
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Distanza complessiva da
percorrere
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circa 140 Km
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Tempo medio di percorrenza
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da 3 a 4 ore
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Percorsi a piedi
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circa 1 ore
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Tempi di sosta e visita
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circa 4 ore
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Durata complessiva
dell'itinerario
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da 8 a 9 ore
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1.
Oschiri: Lago artificiale del Coghinas.
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2.
Berchidda: Monte Acuto.
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3.
Berchidda - Calangianus - Oschiri - Tempio: Parco del Limbara.
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4.
Monti: Demanio forestale di Monte Olia.
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5.
Telti: Monte Pinu.
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6.
Calangianus: Valle di Valentino.
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In una zona
che fa da cerniera fra le due grandi regioni in cui il Nord Sardegna è
diviso, il Logudoro e la Gallura, caratterizzate da profonde differenze
geologiche e paesaggistiche non meno che storiche, economiche e culturali, si
estende su una superficie di quasi 200 chilometri quadrati il Parco del
Limbara, una delle aree più intatte e di maggiore interesse naturalistico
dell'isola. La straordinaria ricchezza di acqua, di vegetazione e di fauna di
questo vasto comprensorio e l'apparente aridità della roccia granitica che
affiora qua e là per ampi tratti nelle sue asciutte sculture marmoree sono i
termini estremi di quella contraddizione fra asprezza e dolcezza in cui sta
l'essenza del fascino che la natura emana in Sardegna. L'itinerario propone
di esplorare, nel Parco del Limbara e ne suoi immediati dintorni, questa
terra di forti e suggestivi contrasti.
1. Oschiri: Lago artificiale del Coghinas.
Si parte da Oschiri lungo la statale 392 per Tempio Pausania e in
breve si giunge in vista del lago del Coghinas, del quale si scavalca su un
ponte panoramico lo stretto braccio orientale.
Il lago artificiale del Coghinas
nei pressi di Oschiri
Creato nel
1927 sbarrando con la diga di Muzzone il corso del Fiume Coghinas, questo
bacino artificiale è, con il suo invaso di 254 milioni di metri cubi, il
secondo per importanza della Sardegna (dopo il grande Lago Omodeo sul Tirso).
Il paesaggio lacustre, con la mole granitica del Monte Limbara che si
specchia nell'acqua, è molto suggestivo. Di notevole interesse la fauna che dall'autunno
alla primavera affolla letteralmente il lago: aironi cinerini, fischioni,
germani reali e altre specie di uccelli palustri. Il Lago del Coghinas, che
interessa anche i territori comunali di Ozieri e di Tula, è ricco di pesci e
frequentato dagli appassionati di pesca sportiva e di sport acquatici: sulla
sponda di Tula sono stati realizzati un centro velico e impianti per il
rimessaggio delle barche.
2. Berchidda: Monte Acuto.
All'uscita del ponte si svolta immediatamente a destra in una stradina
stretta ma agevole, che conduce a Berchidda dal lago e dalla quale, circa tre
chilometri prima di arrivare in paese, si stacca a sinistra una diramazione
per il Monte Acuto: dopo un tratto di alcuni chilometri in auto si dovrà
procedere a piedi per salire alla vetta, dalla quale si gode un panorama
veramente grandioso. Il Monte Acuto, che deve il suo nome alla caratteristica forma aguzza, è infatti un rilievo granitico isolato, alto 493
metri, e dalla sua vetta si domina su uno spazio vastissimo, benché
parzialmente precluso verso nord e nord - est dal massiccio del Limbara.
Paesaggi d’acqua e graniti sul versante
meridionale del Limbara: la sorgente
di Su Pisciale
Sulla
sommità sorgono i resti del Castello di Monte Acuto, edificato i secolo dai
giudici di Torres e appartenuto in seguito alla giudicessa Adelasia, ai
Doria, ai Malaspina e agli Arborea. Nelle vicinanze un dolmen di notevole
interesse archeologico. Il Monte Acuto ha dato il suo nome alla vasta regione
geografico - storica che, dai confini della Gallura, si estende ad est fino
ad Ardara e Mores, a sud fino a Ozieri e Pattada, a nord fino al territorio
di Tula e al massiccio del Monte Su Sassu che lo divide dall'Anglona.
3. Berchidda - Calangianus - Oschiri - Tempio: Parco del Limbara.
Ridiscesi dal Monte Acuto, si fa ritorno sulla strada per Berchidda e, raggiunto l'abitato, lo si
attraversa per uscirne poi lungo la strada per Vallicciola, che penetra
direttamente nel comprensorio del Parco del Limbara.
Paesaggi d’acqua e graniti sul versante
meridionale del Limbara: la fonte
ed il lago di Eritti
Dopo circa
quattro chilometri si raggiunge la caserma della forestale, che vigila sulla
Foresta demaniale del Monte Limbara, un'area di oltre 3000 ettari che, interamente
compresa nel territorio di Berchidda, rappresenta il settore meridionale del
parco. In questa zona si trovano numerose sorgenti spontanee, come le fonti
di Eritti e di Su Eritteddu, la bella Vallata di Sa Dispensa ed un recinto di
riproduzione dei mufloni, scomparsi dai monti del Limbara da parecchi decenni.
Dalla caserma della forestale si può poi muovere in varie direzioni alla
scoperta del parco, che interessa i territori di quattro comuni: Berchidda,
Calangianus, Oschiri e Tempio. Si può ad esempio attraversare tutta l'area da
sud a nord, fino a Vallicciola, e di qui salire a Punta Balestrieri, la vetta
più alta (1359 metri). Il versante meridionale è comunque quello dal quale si
apprezza meglio la mole granitica del massiccio, con le immense groppe rocciose e
scoscese che delimitano sui due lati le distese di creste sommitali
Berchidda: la vallata di Sa Dispensa,
alle pendici del Limbara
La fauna,
benché ridotta rispetto all'abbondanza di un tempo, annovera il raro gatto
selvatico sardo (carnivoro di difficilissima osservazione) e un gran numero
di cinghiali, Lepri, conigli selvatici e volpi. La vegetazione è costituita
prevalentemente da grandi formazioni di sughere e lecci, ma conserva residui
di macchia - foresta, con esemplari talvolta notevoli di corbezzolo, lentisco
ed erica, assiepati in intrecci impenetrabili. Nelle valli sul versante di
Oschiri, infine, i frassini infiammano la foresta autunnale con il bel colore
giallo - ocra delle foglie, in contrasto con il verde cupo dei lecci.
4. Monti: Demanio forestale di Monte Olia.
Rientrati a Berchidda, si raggiunge l'innesto della statale 199, dove si
svolta a sinistra procedendo in direzione di Monti, distante meno di un
quarto d'ora. Da Monti ci si immette quindi nella statale 389 per Alà dei
Sardi e, percorsa una dozzina di chilometri, si svolta a destra per entrare
dopo poche centinaia di metri nella foresta demaniale di Monte Olia, bella
distesa boschiva che occupa un vasto altipiano con affioramenti di roccia
granitica alternati a rigogliose macchie di verde. Nei pressi della caserma
della Guardia forestale scorre il Rio S'Eleme, ricco di trote. Per la stessa
strada tortuosa che ci ha condotto all'ingresso della riserva demaniale
possiamo salire fino alla vetta del Monte Olia, il rilievo più alto della
zona, che offre un bel panorama. Sulle pendici del monte, specie sul lato
sud, permangono vaste leccete cui si accompagnano ampie aree di
rimboschimento a conifere. Il comprensorio è interessato da un progetto che
prevede la realizzazione di un parco o di una riserva naturale. Si
ripopoleranno varie specie di rapaci (aquila e grifone) e di mammiferi
(mufloni e cerbiatti sono già stati inseriti in un'area di macchia-foresta,
recintata, estesa su 220 ettari).
5. Telti: Monte Pinu.
Da Monte Olia ritorniamo sulla statale 389 e la ripercorriamo in senso
inverso fino a Monti: di qui, procedendo sempre in direzione nord,
imbocchiamo la statale 199 per Telti, quindi l'altra statale, la 127, per
Olbia. Dopo circa cinque chilometri svolteremo a sinistra nella provinciale
per Sant'Antonio di Gallura e ne percorreremo altri cinque chilometri finché,
circa 150 metri dopo il bivio (a destra) della strada comunale per Olbia,
piegheremo a destra nel lungo sterrato che sale tortuosissimo fino alla vetta
di Monte Pinu, uno dei punti panoramici più spettacolari del Nord Sardegna.
Il Monte Pinu è la cima più atta di un gruppo di rilievi granitici che
formano un imponente bastione. La sua massima ragione di interesse è la
presenza di un bosco di pino marittimo spontaneo, che è stato in parte
reintegrato con un rimboschimento iniziato nel 1969 per ricreare l'ambiente
originario, gravemente compromesso da un incendio doloso nel 1936. Le zone
non occupate dai pini ospitano una folta macchia mediterranea con erica,
cisto e corbezzolo, interrotta solo da aguzze punte granitiche che terminano
in ripide scarpate. Dalla cima, ad oltre 700 metri di altitudine, la vista
spazia in ogni direzione: a est e nord - est sulla piana di Olbia e sulle sue
frastagliatissime coste, a nord - ovest sul non lontano lago artificiale del
Liscia, a sud - ovest sul massiccio del Limbara, a sud sui Monti di Alà e a
sud - est sui verdi pascoli di Berchideddu e di Padru fino alla costa di San
Teodoro.
6. Calangianus: Valle di Valentino.
Da Monte Pinu si ritorna, facendo a ritroso la stessa strada dell'andata,
fino alla statale 199, dove si svolta a destra per Telti, per poi imboccare
la statale 127 in direzione di Tempio. Circa a metà strada fra Telti e
Calangianus, 200 metri dopo il cartello indicatore del km 25, s'imbocca una
strada secondaria che si stacca a destra della statale e che in pochi minuti
conduce al centro della bella Valle di Valentino, ricca di fitti boschi di
sughere, lecci, roverelle e macchia mediterranea. La zona, gestita
dall'Azienda forestale, ha un'estensione di circa 1500 ettari ed è
punteggiata di stazzi i cui pascoli verdissimi ravvivano lo stupendo scenario
circostante di boschi e di rocce. Dal bivio della statale 127 si può quindi
raggiungere Tempio in una ventina di minuti.
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