Il Montacuto Fra tutte le regioni storiche
che compongono il Logudoro, il Montacuto è la più vasta e di conseguenza la meno
omogenea dal punto di vista geologico e morfologico: si va dai basalti
vulcanici del suo settore occidentale ai grandi massicci granitici di quello
orientale, passando per le trachiti del Monte Su Sassu e per i calcari su cui
è costruita Ozieri. I limiti geografici del Montacuto sono segnati in ogni
dirczione da emergenze montuose: a ovest dalle estreme
propaggini dei colli vulcanici del Meilogu (il versante orientale del Monte
Santo ricade in territorio di Mores), a sud dai primi alti bastioni della
Catena del Goceano e dall'altipiano di Buddusò, a est dai Monti di Ala che
si prolungano verso settentrione nel mosso territorio di' Monti, a nord
dalle pendici meridionali del massiccio granitico del Limbara e di quello
trachi-tico del Monte Su Sassu. Procedendo da nord-ovest in
senso orario, i comuni che fanno parte di questo vasto comprensorio sono
Ardara, Tula, Oschiri, Berchidda, Ala dei Sardi, Buddusò , Pattada, Nughedu
di San Nicolo , Ozieri, Ittireddu e Mores. Benché incorniciato dai monti,
il territorio del Montacuto (che deriva il suo nome da quello del Monte
Acuto, aguzzo rilievo che si erge non lontano dall'abitato di Berchidda e
sulla cui vetta fu eretto in età giudicale l'omonimo castello) è caratterizzato
dal punto di vista paesaggistico dalla grande pianura (il Campo di Chilivani
o di Ozieri) che ne occupa tutto l'avvallamento centrale cosicché, da ogni
suo lato, dagli abitati raccolti in prevalenza sui rilievi, si godono vedute
di spettacolare ampiezza e Briosità, ulteriormente animate nelle zone di
Oschiri e di Pattada dallo scintillio delle acque dei laghi artificiali
(rispettivamente quello del Coghinas e quello del Monte Lerno). Motivi forti
di attrazione naturalistica sono offerti dal vasto comprensorio del Parco del
Limbara e dai territori pressoché disabitati di Buddusò e di Ala dei Sardi
che, distesi fra i monti e l'altipiano, rappresentano nel loro insieme una
delle aree più solitàrie e intatte dell'isola. Intensamente frequentato fin
dalla preistoria, il Montacuto offre agli appassionati di archeologia uno dei
monumenti più emozionanti della civiltà prenuragica, il dolmen di Sa
Coveccada, in territorio di Mores. La tipologia dolmenica, non diffusis-sima
in Sardegna, è qui rappresentata poi da altri notevoli esempi, come i dolmen
di Su Laccu e Sos Monimentos nelle campagne di Buddusò e quelli di Abialzos e
di Monte Acuto presso Berchidda. Dell'altro modello di sepoltura prenuragico,
quello delle domus de janas tipiche della "Cultura di Ozieri" o
"di San Michele" (che deve del resto il suo nome ai ritrovamenti
avvenuti nella grotta di San Michele, nell'attuale abitato di Ozieri), si trovano
esempi significativi soprattutto in territorio di Mores (Su Crastu de Santu
Eliseu e domus di Monte Lachesos). Fra le testimonianze di età
nuragica, le più importanti sono offerte dal complesso di Sos Nurattolos
presso Ala dei Sardi (con un raro esempio di tempio a megaron), dal grande
complesso di Loelle presso Buddusò, e dai due imponenti nuraghi dell'agro di
Ozieri (il nuraghe Mannu e il Burghidu). Il nuraghe Lerno di Pattada è venuto
a trovarsi, dopo l'apertura dell'invaso artificiale, sulla riva stessa
dell'omonimo lago. Un suggestivo scorcio del centro storico di Ozieri La colonizzazione romana ha
lasciato soprattutto due ponti, entrambi noti con il semplice nome di
Pontezzu (cioè "ponte vecchio") ed entrambi costruiti per
scavalcare il corso del Rio Mannu di Ozieri: il primo, molto imponente, in
territorio di Ozieri, il secondo, di proporzioni più modeste, al confine fra
Mores e Ittireddu. A Ozieri e Ittireddu sono anche aperti al pubblico due
musei archeologici, di rilevante interesse scientifico e didattico.
Insolitamente numerosi sono in questa regione i segni di quella fase di
passaggio piuttosto oscura che separa la caduta dell'impero romano dalla rinascita
successiva all'anno Mille e dalla fioritura del Romanico. Tracce di
riutilizzazione altomedie-vale di siti preistorici sono riscontrabili nel già
citato Su Crastu de Santu Eliseu e nell'area sacra di Santo Stefano, nelle
immediate vicinanze di Oschiri, mentre nel centro del piccolo borgo di Ittireddu
sorge la bella chiesa di Santa Croce, raro esempio di edificio preromanico
con pianta a croce greca. Le chiese romaniche, che sorgono
spesso in coincidenza con i punti panoramici più spettacolari, esprimono qui
due capolavori assoluti nella basilica di Nostra Signora del Regno,
nell'abitato di Ardara, e in quella di Sant'Antioco di Bisarcio, sul sito
di una città oggi scomparsa, che fu nel Medioevo sede della diocesi. Altri
edifici romanici di pregio sono nei dintorni di Oschiri (Nostra Signora di
Castro e Nostra Signora di Otti) e alla periferia di Tuia (Nostra Signora di
Coros, purtroppo immiserita da un restauro eccessivamente disinvolto). Nella
chiesa di Ardara sono conservati due retabli, il maggiore dei quali di
straordinario effetto compositivo e cromatico. Ozieri, di gran lunga il
centro più importante della regione, presenta uno dei pochi centri storici
d'impianto ottocentesco e di aspetto dignitoso che esistano in Sardegna, reso
ancor più interessante dall'originale modulo architettonico delle altane.
Oltre ai già citati edifici religiosi di Ardara e Ittireddu, una Questo muraglione in rovina è quanto resta del castello di Ardara,
a lungo capitale del Giudicato di Torres Di grande richiamo, come nella
vicina Gallura, le feste religiose organizzate presso le chiese campestri,
fra le quali spicca la Festa di San Francesco ad Ala dei Sardi. Di singolare
interesse la stagione ippica che si tiene nell'ippodromo di Chilivani
(frazione di Ozieri), mentre il festival musicale "Time in jazz",
che si svolge in agosto a Berchidda, si è affermato in pochi anni come una
delle manifestazioni culturali più importanti della provincia. I coltelli di Pattada sono
forse, fra tutti i prodotti tipici dell'artigianato sardo, i più noti e
ricercati a livello sia nazionale sia internazionale. A Pattada è anche
attivo un laboratorio di liuteria, mentre tradizioni di assoluta eccellenza
vantano Ozieri per l'oreficeria, Berchidda per il sughero e Buddu-sò per la
lavorazione del legno e soprattutto del granito, la cui estrazione
costituisce del resto un'attività di importanza economica cruciale. A Buddusò
si tengono, ad anni alterni, due interessanti manifestazioni che si
collegano ad entrambe queste tradizioni artigianali: il Symposium internazionale
sul granito negli anni dispari, quello sul legno negli anni pari. Ozieri è fra i centri della
Sardegna più rinomati per la pasticceria (in particolare per i celebri "sospiri")
e per la produzione artigianale di pane tipico (la "spianata di
Ozieri", diffusa in tutta l'isola). A Oschiri e a Berchidda si possono
gustare le panadas, tortino di pasta ripiene di carne di agnello o di maiale.
Ancora a Berchidda è di eccezionale rilievo, sia quantitativo sia
qualitativo, la produzione vinicola, con uno dei vermentini più apprezzati, e
notevole quella di liquori e di insaccati. Mieli raffinatissimi e molto
ricercati per la varietà di sapori si producono ad Ala dei Sardi, Buddusò e
Pattada. |
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