Isola di Sardegna

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Da Santa Teresa a Castelsardo

I luoghi


Distanza complessiva da percorrere   circa 135 Km
Tempo medio di percorrenza             circa 4 ore
Tempi di sosta e visita                      circa 4 ore
Durata complessiva dell'itinerario       circa  8 ore



1. Santa Teresa Gallura: Capo Testa.
2. Aglientu:Spiaggia di Rena Majori.
3. Aglientu: Monte Biancu.
4. Aglientu: Spiaggia di Vignola.
5. Trinità d'Agultu e Vignola: Costa Paradiso.
6. Trinità d'Agultu e Vignola:Monte Tinnari e Spiaggia di Tinnari.
7. Trinità d'Agultu e Vignola: Borgo dell'Isola Rossa.
8. Badesi: Spiaggia di Badesi Mare.
9. Valledoria: Foce del Coghinas e Bosco di San Pietro a Mare.





1. Santa Teresa Gallura: Capo Testa.
Da Santa Teresa un'apposita strada asfaltata conduce in pochi minuti ad una delle località più celebri della Sardegna, Capo Testa,
così chiamato per la massiccia conformazione del promontorio tondeggiante, innestato sull'esile "collo" di un istmo sabbioso che lo collega alla terraferma.

Santa Teresa Gallura: Capo Testa


Alla fama di Capo Testa concorrono in egual misura le cale di candida rena, le acque trasparenti e turchesi e la magnifica vista sulle Bocche di Bonifacio e sulla vicina Corsica. Ma ciò che lo caratterizza in modo specifico è il granito bianco-grigio che affiora dovunque, dal mare e dalla macchia, strutturato in formazioni di varietà infinita, qua e là scavato dal vento in profondi tafoni, veri e propri ripari naturali nei quali (uomo preistorico trovò rifugio dalle intemperie. La strada d'accesso a Capo Testa attraversa longitudinalmente l'istmo, una sottile lingua di sabbia, aperta a occidente e ad oriente in due magnifiche spiagge (Rena di Ponente e Rena di Levante, o anche Spiaggia dei Due Mari). La costa est del promontorio forma con la terraferma la Baia di Santa Reparata, dal nome di un'antica chiesetta che sorge sulla riva del mare. Poi il litorale si volge verso nord e, sotto il faro, si frastaglia nell'avventuroso approdo di Cala Spinosa, con i suoi caotici e accidentati ammassi di graniti. Più a occidente si apre (insenatura più famosa, quella di Cala Grande (nota ormai con il suo nome turistico di Valle della Luna), le cui rocce marmoree attrassero i Romani (le antiche cave sono ancora riconoscibili ai piedi della cima Li Turri, punto più alto del promontorio) e i Pisani, che con il granito di Capo Testa costruirono alcuni dei monumenti simbolici della città.

2. Aglientu:Spiaggia di Rena Majori.
Da Capo Testa si deve far ritorno a Santa Teresa, per imboccare di qui la provinciale litoranea per Castelsardo: qualche chilometro dopo aver varcato il confine comunale di Aglientu si svolterà a destra, raggiungendo in poche centinaia di metri la candida Spiaggia di Rena Majori, la più lunga fra le tante che compongono (ampia e solitaria Cala Vall'Alta, profonda insenatura compresa fra la costa di Santa Teresa e l'alto promontorio di Monte Russu, dalle belle rocce rossastre. Nonostante la presenza di alcuni insediamenti turistici, (arenile non soffre mai di sovraffollamento, e anzi si può dire che questo tratto di litorale sia uno dei meno snaturati della Gallura. Cala Vall'Alta e Monte Russu rappresentano un ambito naturalistico e paesistico di grande rilievo: sono presenti qui Le più vaste estensioni di rosa marina (Armeria pungens) di tutta la Sardegna. L'interesse naturalistico della zona è poi accresciuto dall'imponente sistema dunario ricoperto da una vasta pineta, curata dal Corpo Forestale, subito a ridosso di Rena Majori. La pineta è transitabile anche in auto lungo te strade sterrate che la tagliano in vari punti.

3. Aglientu: Monte Biancu.
Ancora nove chilometri di litoranea in direzione di Castelsardo prima di svoltare a sinistra per raggiungere in una decina di minuti il piccolo abitato di Aglientu, disteso lungo le pendici del Monte Biancu, che deve il suo nome ai candidi affioramenti di roccia granitica risaltanti contro il verde della macchia e alla cui cima si sale senza difficoltà, anche in auto, dal centro del paese. Di qui, a quasi 500 metri d'altezza, si gode di una vista appagante e significativa. Quello di Aglientu è uno dei territori con la più bassa densità di abitanti (circa sette per chilometro quadrato) del Nord Sardegna e, da questa posizione elevata, il dato si traduce in un senso oggi davvero raro di solitudine a di quiete. A sud, verso (interno, l'orizzonte è sbarrato dai non lontani monti di Tempio e di Aggius, mentre verso settentrione, al di là delle ondulazioni dei colli, appare il mare di Vignola e, più ad est, quello di Cala Vall'Alta con il Capo Testa, marmoreo e inconfondibile, sullo sfondo.

4. Aglientu: Spiaggia di Vignola.
Allo sbocco della strada provinciale che collega Aglientu alla litoranea Caste lsardo-Santa Teresa si trova una delle spiagge più ampie e frequentate di questo tratto di costa, quella di pignola, dal lungo arenile di sabbia finissima e bianca, delimitato alle due estremità da insenature rocciose: Il verde della pineta si stende alle spalle della spiaggia, mentre la linea della costa è movimentata a breve distanza dalla torre spagnola e dalla chiesetta di Santu i Silvaru (San Silverio), eretta dai pescatori di Ponza in onore del loro patrono, in seguito adottato dai pescatori galluresi.

5. Trinità d'Agultu e Vignola: Costa Paradiso.
Procedendo lungo la provinciale per Castelsardo si entra adesso nel territorio comunale di Trinità d'Agultu e Vignola (il nome storico di Vignola è stato aggiunto a quello di Trinità d'Agultu con riferimento non già alla spiaggia, che ricade in territorio di Aglientu, bensì all'omonimo fiume che vi sfocia e il cui corso si snoda in gran parte al limite orientale del comune di Trinità). Percorsi circa dieci chilometri, svolteremo di nuovo a destra per raggiungere la località costiera di li Rosi Marini, ormai nota con il nome turistico di Costa Paradiso (un grosso insediamento che risale agli anni Sessanta). Qui il granito cambia decisamente aspetto e colore rispetto a quello di Capo Testa o di Monte Biancu: tutto questo tratto di litorale, fino all'Isola Rossa, è infatti caratterizzato dai graniti porfidici, dalla calda colorazione rossastra. Le rocce svettano in aguzzi pinnacoli dal mare limpido, in una rigogliosa cornice di macchia mediterranea, con piante di ginepro, rosmarino, corbezzolo e, in primavera, rare fioriture di pancrazio illirico. A piedi, Lungo un sentiero fra gli scogli, si può raggiungere sulla sinistra la bella spiaggia bianca di Li Cossi, delimitata da alte pareti di roccia granitica che si specchiano nell'acqua.

6. Trinità d'Agultu e Vignola:Monte Tinnari e Spiaggia di Tinnari.

Ancora qualche chilometro di provinciale per Castelsardo prima di svoltare a destra in una magnifica strada panoramica che, arrampicandosi in meno alta macchia, conduce alla vetta del Monte Tinnari, urlo dei punti d'osservazione privilegiati di questo tratto di costa. Di qui si domina sulla sottostante omonima spiaggia e su uh ampio arco di litorale, tutto caratterizzato, dall'Isola Rossa a ovest fino a Costa Paradiso a est, dalle varie tonalità di rosa e di rosso delle tormentate rocce di porfido. Poco sotto la vetta si apre sulla sinistra (per chi scende) uno sterrato non agevolissimo che porta alla spiaggia, una delle più belle della costa nord della Gallura: le acque limpide, i ciottoli levigati della riva, il Rio Pirastru che sfocia in mai re uscendo da un profondo vallone i sono incorniciati dalle pendici boscose del monte.

7. Trinità d'Agultu e Vignola: Borgo dell'Isola Rossa.
Si ridiscende alla litoranea per Castelsardo, se ne percorrono un paio di chilometri, quindi si svolta ancora a destra per raggiungere in pochi minuti il piccolo villaggio che sorge di fronte all'isola Rossa da cui prende nome: un isolotto di granito porfirico rosso, della superficie di 38 ettari, distante appena 400 metri dalla riva. Si tratta di una vera e propria riserva naturale, dove vivono il gabbiano reale, il gabbiano corso, il cormorano dal ciuffo e numerose specie vegetali endemiche. La località dove sorge attualmente il borgo, ottimo approdo e punto d'imbarco per il carbone vegetale che veniva prodotto nell'entroterra, era molto frequentata verso la fine dell'Ottocento, durante la stagione di pesca del corallo, dai pescatori provenienti soprattutto da Ponza. Col tempo i ponzesi si trasferirono definitivamente qui con le loro famiglie e, insieme con altri abitanti della zona, fondarono i[ grazioso villaggio. A breve distanza, una torre spagnola di avvistamento del XVI secolo.

8. Badesi: Spiaggia di Badesi Mare.
Proseguendo nell'esplorazione di questo tratto di litorale affascinante, quasi intatto e poco frequentato dalle imbarcazioni e dai
bagnanti, procediamo ancora di alcuni chilometri in direzione di Castelsardo per poi deviare a destra nella strada che conduce alla Spiaggia di Badesi Mare. È un bellissimo arenile dorato, lungo e profondo, molto esposto ai venti occidentali e tuttavia affacciato su un mare limpido e trasparente.

La spiaggia di Baja delle Mimose a Badesi


All'orizzonte, nelle giornate serene, è ben visibile l'Isola Asinara che chiude (omonimo golfo ad occidente. Di grande interesse il vasto sistema dunario che delimita la spiaggia verso l'interno e dove crescono numerosi, magnifici esemplari di ginepro dal tipico sviluppo basso e contorto. L'arenile si prolunga a sud nella cosiddetta Baia delle Mimose, fino alla foce del Coghinas, i cui detriti hanno creato in questa zona la più lunga spiaggia della costa nord.

9. Valledoria: Foce del Coghinas e Bosco di San Pietro a Mare.
Poco meno di otto chilometri di strada litoranea separano il bivio di Badesi dall'abitato di Codaruina,
dove ha sede il Comune di Valledoria: immediatamente prima di entrare in paese una deviazione sulla destra ci permette di raggiungere la spiaggia proprio all'altezza della foce del Coghinas, il terzo fiume della Sardegna per lunghezza (123 chilometri) ma il secondo per superficie complessiva del bacino.

Il bosco di San Pietro a Mare, in territorio di Valledoria

All'uscita dall'invaso artificiale del Lago di Casteldoria (una decina di chilometri più a monte, in territorio comunale di Perfugas e di Bortigiadas), il fiume prende a filare pressoché rettilineo nella vasta e fertile piana del Campo Coghinas fino a poche centinaia di metri dal mare dove, frenato dal cordone litoraneo formato dai suoi stessi detriti, piega nettamente verso ovest, correndo per circa 3 km parallelo alla costa prima di trovare infine la foce con un larghissimo estuario  (fino a oltre 300 metri di ampiezza) ché, con le sue acque pigre, crea in questo tratto un ambiente palustre di notevole interesse botanico e faunistico. La spiaggia si prolunga per vari chilometri verso ovest e, nelle vicinanze della frazione di San Pietro a Mare, è separata dalla strada litoranea da un grande bosco di pini e altre conifere che si estende per 38 ettari. Dal bivio di San Pietro a Mare si può quindi raggiungere Castelsardo in poco più di un quarto d'ora.

 
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