L'itinerario che qui si propone raccoglie la maggior
parte delle chiese d'impianto romanico dello
provincia ubicate tuttora all'interno di piccoli o grandi centri urbani. È
questo un destino toccata, percentualmente, a poche
chiese medievali del Nord Sardegna, come dimostra la relativa esiguità
dell'elenco. Da questi limitati ma significativi casi sarà facile osservare
come la povertà o l'effimero benessere di alcuni paesi abbia agito quasi
sempre come fattore conservativo: le chiese di Olmedo,
Monteleone, Usini, Tissi hanno mantenuto infatti
sostanzialmente intatto il loro aspetto originario, mentre quelle di Alghero e di Sassari hanno oggi cosi poco di romanico che
introdurle in questo itinerario non può avere altro scopo che quello di
suggerire un confronto. Un caso a sé, sia per le particolari vicende storiche
della città sia per la non comune importanza della basilica, è quello di San
Gavino di Porto Torres: qui i rimaneggiamenti ci sono stati, e importanti, ma
quelli sopravvenuti in età moderna hanno comunque
rispettato l'irripetibile originalità strutturale dell'edificio.
1. Porto Torres: Basilica di San Gavino.
La maestosa Basilica di San Gavino, il più importante monumento romanico
dell'isola, è anche, per la peculiarità delle due absidi contrapposte, di assoluto interesse in Italia. Circondato sul piano nord
dalle suggestive casette del cosiddetto "Atrio
Camita" (secolo XVII), fino alta metà del XV secolo il grandioso
edificio fu la cattedrale del Giudicato di Torres. Nella sua forma attuale ha
tre navate. La chiesa è il risultato di varie fasi costruttive: venne eretta, infatti, nel 1050 da maestranze pisane
(sotto la guida del cosiddetto "Maestro di San Gavino). Agli inizi del
XII secolo venne ampliata in lunghezza, come altre chiese medievali della
Sardegna, e trasformata nell'aspetto: soppressa la facciata, venne infatti eretta l'abside orientale. Infine nel XV secolo
furono modificate le strutture d'ingresso, con l'apertura, rispettivamente
nei lati nord e sud, di un portale gigliato gotico - catalano e di un fastoso
portale gemino nello stesso stile, da cui si accede
all'edificio. All'interno le tre navate sono spartite da pilastri e colonne
ornate da capitelli, alcuni dei quali provenienti dai monumenti della Turris romana, altri paleocristiani e romanici.
La Basilica di San Gavino,
a Porto Torres,
è considerata il capolavoro
del romanico in Sardegna
Dalle navate laterali una scalinata conduce
all'anticripta, dove sono conservati vari sarcofagi di età
romana, e, scendendo più in basso, alla cripta che contiene altri tre
sarcofagi romani del III
e IV secolo d.C., che custodiscono le reliquie dei
santi martiri Gavina, Proto e Gianuario, ai quali è dedicata la chiesa e che
sono gli antichi patroni di Parto Torres e della stessa Sassari.
2. Olmedo: Chiesa di Nostra Signora di Talia.
La chiesa di Nostra Signora di Talia (chiamata in
precedenza Santa Maria di Ulumetu) è situata nel centro abitato, di cui un tempo fu
la parrocchiale. Risale al XII secolo e fu realizzata secondo
schemi toscano - lombardi. L'attuale intitolazione della chiesa deriva
dal simulacro della Madonna ritrovato fra le rovine
del villaggio di Talia, presso l'omonimo nuraghe. I
paramenti murari adornati da un susseguirsi di archetti pensili e monofore sono realizzati in conci di calcare, tufo
rossastro e trachite basaltica, disposti a strati sparsi, di piccole
dimensioni nella parte bassa e di media pezzatura nella parte alta e
all'interno dell'aula. Queste differenze fanno pensare che la parte superiore
dei muri sia stata ricostruita a breve distanza di tempo dall'impianto
originario. L'interno presenta una navata centrale con
tetto ligneo e due piccole navate laterali con volta a botte.
3. Alghero: Chiesa di San Francesco.
La
chiesa di San Francesca di Alghero
è in assoluto fra le più belle chiese sarde inserite in un ambiente urbano.
Alghero: la chiesa di San
Francesco
Le due successive fasi di costruzione (seconda metà del
XIV secolo e fine del XVI) risultano evidenti soprattutto nella facciata: la
parte inferiore con un rosone romanico è del Trecento, la parte superiore,
con un grande rosone cieco, è una sopraelevazione
del tardo Cinquecento. Nell'interno a tre navate, in arenaria bianca, la
struttura severa e maestosa è alleggerita dagli ornamenti delle arcate e dei
capitelli e conserva statue e altari barocchi di legno. Nel presbiterio, del
XVI secolo, una stupenda volta stellare sovrasta l'altare in marmi policromi
e un organo napoletano del Settecento. Dalla sagrestia si passa nel suggestivo chiostro romanico, uno dei meglio restaurati
dell'isola. D'estate il chiostro fa da magnifica cornice a manifestazioni
musicali e incontri culturali.
4. Monteleone
Rocca Doria: Chiesa
parrocchiale di Santo Stefano.
L'impianto originario di questa chiesa romanica,
risalente alla prima metà del XIII secolo, era mononavato.
Successivamente, ma prima della fine del secolo XIII, fu aggiunta la seconda
navata, più stretta e con abside di minori
dimensioni rispetto alla prima. L'insieme risulta
insolitamente asimmetrico, can due absidi affiancate che, pur consimili nel
disegno, differiscono nelle proporzioni e in numerosi dettagli. I paramenti
sono in conci calcarei. La facciata è stata in parte rimaneggiata in epoche
posteriori.
5. Usini: Chiesa di Santa Croce.
La chiesa, nota anche come Santa Maria di Usune e chiamata dagli usinesi la Madonna de S'Ena Frisca (della sorgente fresca), conserva dell'originario
impianto romanico la bella facciata movimentata da una doppia fila di
archetti, la prima orizzontale che corre sotto la cornice, la seconda
parallela agli spioventi, con archetti più allungati di forma ogivale. Della
stessa epoca (XIII secolo) i tratti iniziali dei fianchi laterali, che
riprendono lo stesso motivo ornamentale della facciata. Sono
invece dovuti a un ampliamento successivo (ma risalente comunque al
XIV secolo) i transetti aggiunti al corpo mononavato
dell'edificio.
6. Tissi: Chiese di Santa Vittoria e di Sant'Anastasia.
Costruita nel XII secolo, la piccola chiesa di Santa Vittoria conserva,
dell'originario impianto romanico, la sola facciata, semplice e nuda, in
conci bianchi di calcare, con tre inserti di trachite scura nell'arco intorno
alla lunetta che sovrasta il portale. Il campanile a vela e l'interno mononavato, con volta a botte e cappelle laterali, sono
rifacimenti del XVII secolo. Elegante, nella parte alta della facciata, la
decorazione ad archetti che poggiano su peducci ornati da motivi zoo - antropomofi. La chiesa si trova all'estremità orientale
del paese, in cima alla lunga via Roma, la strada
principale che attraversa tutto l'abitato salendo dal punto più basso, dove è
ubicata invece la parrocchiale di Santa Anastasia, risalente alla seconda
metà del XII secolo. La facciata in conci di calcare chiaro è suddivisa in
specchi dalle paraste d'angolo e da due strette lesene che incorniciano il
portale. Nei due inserti laterali sono disegnate due
croci con inserti dì trachite scura. La facciata è movimentata da due file di
archetti, una orizzontale, l'altra parallela agli
spioventi. Alcuni elementi (come i due oculi
superiori, la sagoma del portale e gran parte dei fianchi) risalgono a
rifacimenti posteriori (XVII secolo). Dalla sagrestia si accede all'adiacente
oratoria della Confraternita di Santa Croce, costruzione romanica coeva.
7. Sassari: Chiesa di Santa Maria di Betlem.
Edificata fuori le mura dai Francescani nel XIII secolo (ma si è ipotizzato
un precedente insediamento benedettino risalente al 1106), la chiesa conserva
dell'edificio originario soltanto la facciata, in cui lo stile romanico si
fonde con motivi gotici francesi e di gusto arabo. Il resto dell'edificio
rappresenta il risultato di numerosi rifacimenti e ampliamenti di epoca aragonese e dei secoli
successivi, sino alla metà dell'Ottocento (La cupola e il campanile sono le
parti più recenti). All'interno sono custoditi quasi tutti i celebri ceri
(detti "candelieri") portati in processione alla vigilia di
Ferragosto: anche per questo la chiesa è forse la più cara ai sassaresi. Il piccolo chiostro ospita l'antica quanto suggestiva fonte detta "del Brigliadore".
Fra gli arredi custoditi nella chiesa spiccano una statua lignea dei primi
del Quattrocento (Madonna della Rosa), alcuni bei dipinti del modenese
Giacomo Cavedoni (1577 - 1660) e, ad opera di Giovanni Antonia Contena, artista di probabili origini napoletane, due
importanti sculture lignee: il pulpito e il Retablo
di Sant'Antonio.
8. Sassari: Cattedrale di San Nicola.
L'ampliamento di una preesistente pieve romanica in un edificio di culto più
vasto e sontuoso, che potesse svolgere degnamente la funzione di cattedrale,
fu iniziato probabilmente già alcuni anni prima del definitivo trasferimento
(1441) della sede vescovile da Torres a Sassari. La chiesa, originariamente
dedicata a San Nicola, fu allora riconsacrata, assumendo il nome di Santa Maria del Popolo che mantenne per circa un secolo prima di riprendere quello più antico. Il duomo
di Sassari è il risultato della sovrapposizione nel tempo di stili diversi,
romanico, gotico - aragonese e barocco. Il
campanile risale al 1200 per la parte inferiore (unica testimonianza delle
originarie forme romaniche) e al 1700 per quella superiore.
La monumentale facciata, ottenuta ricamando nella pietra calcarea un'infinità
di statue e motivi nel tipico barocco coloniale spagnolo, è della fine del
XVII secolo. Nell'interno, sottoposto di recente a un imponente restauro, si
può ancora leggere l'impronta gotica nell'unica navata ripartita in campate
voltate a crociera, fuorché quella all'incrocio dei transetti, che è cupolata. La cupola, le volte,
i costoloni, gli archi a sesta acuto che scandiscono le campate e quelli a
tutto sesto che aprono la navata sulle cappelle
laterali sono tutti in conci squadrati e levigati di calcare candida, con un
effetto d'insieme di spoglia e luminosa raffinatezza. Di particolare
interesse il coro ligneo di noce e il dipinto dietro fallare maggiore, una
Madonna dei Bosco attribuibile all'ambito del
genovese Nicolò da Voltri (fine XIV - inizio XV
secolo). Altri dipinti di pregio sono custoditi nel Museo del Tesoro, che
raccoglie anche preziose opere di artigianato sacro.
Recenti scavi archeologici hanno evidenziato, sul sito dell'attuate
Cattedrale, preesistenze risalenti sino ad età romana imperiale.
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