1.
Castelsardo: Domus dell'Elefante.
Si parte da Castelsardo lungo la strada statale 134 per Sedini e dopo circa
quattro chilometri, appena superato il bivio per Valledoria, si vede sul
margine sinistro della strada il celebre monumento naturale della Roccia
dell'Elefante, spettacolare masso di trachite che gli agenti atmosferici
hanno modellato facendogli assumere la forma di un elefante seduto. Alla base
della roccia si aprono due tombe rupestri, in parte visitabili anche
all'interno, suddivise in diversi rami e decorate con mimetismi
architettonici come capitelli e cornici di porte. In una camera sepolcrale
della tomba I, la meglio conservata, situata in posizione inferiore, sono ben
visibili due protomi bovine, forse di toro, in bassorilievo (le corna di toro
erano simbolo della forza riproduttrice della natura).
2. Sedini: Domus de janas Sa Rocca.
Da questo
bivio, la statale 134, dapprima salendo fra le sughere e poi scendendo per un
breve tratto, conduce in poco più di dieci chilometri al paese di Sedini,
compattamente arroccato in una spaccatura del monte. Qui, proprio lungo la
strada, nel centro stesso dell'abitato, è la Domus de janas Sa Rocca, ipogeo
funerario che risale al Neolitico recente (3500-2700 a.C.). Scavato in un
masso calcareo, è stato via via modificato nelle varie fasi di utilizzazione:
inizialmente era composto da due soli vani (anticella e cella principale),
dell'Età del Rame furono aggiunti alcuni vani laterali, nel Medioevo venne
utilizzato come prigione e nel Novecento, infine, divenne una casa
d'abitazione (com'è tuttora), con raggiunta di murature e solai.
La domus de Janas Sa Rocca, nel centro di Sedini, trasformata in
abitazione
L'entrata
originaria era di forma quadrata e sollevata dal suolo: vi si accedeva per
mezzo di un grosso masso, forse fornito di gradini, poi rotolato a valle. Le
sei celle (ciascuna di circa 2,4 x 1,5 m, con un'altezza tra 1,45 e 2,5 m)
sono disposte su diversi piani comunicanti: dalla prima, di forma
quadrangolare con tre nicchie sopraelevate, forse utilizzate per la
deposizione di offerte, si passa alla seconda, anch'essa di forma
quadrangolare ma irregolare. Tramite un portello sopraelevato, si accede alla
terza di forma sub ellittica, collegata alla quarta, tondeggiante. Agli
ultimi due vani laterali, fusi in un unico ambiente asimmetrica durante la
più recente sistemazione del complesso, si accede dalla prima e dalla seconda
cella.
3. Perfugas: Museo archeologico e paleobotanico.
Da Sedini si prosegue lungo la statale 134 fino alla sua confluenza nella
statale 127, dove si svolterà a sinistra per raggiungere in pochi minuti
Perfugas. Qui, al centro dell'abitato, visiteremo l'importante museo, che
raccoglie le testimonianze archeologiche di uno dei territori comunali più
ricchi di monumenti prenuragici e nuragici del Nord Sardegna, cui si
aggiungono materiali di epoca romana (il sito dell'attuale Perfugas coincide
forse con quello dell'insediamento romano dì Erucium). Ma la peculiarità di
questo museo consiste soprattutto negli splendidi reperti paleolitici e
paleobotanici esposti nelle sue sale. Questi ultimi consistono in tronchi
d'albero silicizzati, spesso trasformatisi, per un processo di
mineralizzazione, in agata e calcedonio. I fossili vegetali provengono dalla
foresta pietrificata dell'Anglona, risalente ad un'epoca compresa fra i 25 e
i 15 milioni di anni fa. Tra tutti i reperti esposti svettano per importanza
alcuni strumenti e utensili in selce scheggiata di tipo "clactoniano"
(da Clacton - on - Sea, nella regione inglese dell'Essex), resi taglienti con
la tecnica di percussione diretta su incudine. Fino a non molti anni fa si
era infatti convinti che l'uomo fosse presente in Sardegna solo a partire dal
Neolitico (8000 a.C.). Il ritrovamento di questi utensili nella regione
alluvionale tra Riu Altana e Ria Anzos, presso Perfugas, ha spostato la data
ben più a ritroso, fino al Paleolitico inferiore (450.000120.000 anni fa).
4. Perfugas: Tempio a pozzo nuragico Predio Canopoli.
Sempre nell'abitato di Perfugas, scendendo alcuni gradini che partono dalla
piazza della parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, si può visitare un
monumento di notevole interesse archeologico e architettonico: un piccolo
pozzo nuragico che fu casualmente scoperto nel 1923 nell'area di un giardino
privato (il nome di Predio Canopoli deriva appunto da quello del proprietario
del fondo) e che costituisce un raffinato esempio di architettura risalente
forse alla prima Età del ferro. Il tempio, in buono stato di conservazione,
comprende un'area rettangolare con sedili laterali e un altare per le
offerte, e il pozzo, del diametro di circa 2 m, cui si accede scendendo 8
gradini. Il tutto è realizzato in pietra calcarea bianca. All'esterno un
paramento in conci perfettamente squadrati muniti di due bugne per ogni
concio. Accanto al santuario si eleva un muro in pietra vulcanica. Nelle
immediate adiacenze una struttura di forma rettangolare, anch'essa
probabilmente a carattere sacro. Attorno al tempio so notano resti di
insediamenti abitativi di epoca nuragica e romana.
5.
Perfugas: Domus de janas e Fonte nuragica di Niedda.
La meta
successiva del nostro itinerario è molto più impegnativa delle precedenti e,
in mancanza di una guida esperta, presuppone un certo talento e un po' di fortuna nel reperimento del sito.
Perfugas: la fonte nuragica di Niedda
Si esce da
Perfugas lungo la strada provinciale per Erula e, percorsi circa cinque
chilometri, si raggiunge la frazione di Modditonalza: duecento metri dopo
questo piccolo abitato si svolterà a destra, imboccando una strada ai cui
lati sono disseminate, disperse nella campagna e in parte nascoste dalla
vegetazione, 16 domus de janas risalenti al Neolitico recente (3500 - 2700
a.C.), alcune delle quali ancora interrate e non visitabili. Dal punto di
vista morfologico queste tombe presentano tutte un impianto a T, con un
corridoio d'ingresso che conduce alla camera principale dell'ipogeo.
All'esterno di una delle domus sono scolpite delle protomi taurine, simbolo
della forza riproduttrice della natura. Nei pressi delle tombe è un monumento
di ancor maggiore interesse: un raro esempio di fonte sacra di epoca
nuragica, dedicata al culto delle acque. La costruzione, scoperta nel 1980,
presenta una pianta ellittica, con il prospetto principale lungo circa cinque
metri e composto di quattro file di blocchi perfettamente squadrati e decorati con due bugne
sporgenti per blocco.
Perfugas:
Domus de Janas di Niedda
All'interno
si compone di una canaletta di tufo trachitico, atta a raccogliere l'acqua
della vena sorgiva, e di una rozza scaletta.
6.
Viddalba: Museo civico archeologico.
Da Niedda si ritorna sulla provinciale per Erula, dove si svolta a sinistra
facendo a ritroso la strada dell'andata fino a poco più di un chilometro da
Perfugas: qui si piega a destra nella provinciale per Santa Maria Coghinas,
che si raggiunge in circa dieci chilometri, svoltando però a destra prima
dell'abitato e scavalcando il Coghinas per arrivare in breve a Viddalba. Il
territorio di questo piccolo comune, che sorge a brevissima distanza dalla
riva destra del fiume, all'estremità occidentale della Gallura, conserva
testimonianze di una frequentazione umana ininterrotta dal Neolitico fino al Medioevo:
domus de janas prenuragiche a Monte San Giovanni, un villaggio nuragico a San
Leonardo, alla periferia dell'attuale abitato, e molteplici attestazioni di
un'intensa presenza romana. Il piccolo ma ben organizzato museo di Viddalba
permette di prendere una visione generale del ricco patrimonio archeologico
della zona. Molto del materiale esposto proviene dai due siti citati di Monte
San Giovanni e di San Leonardo. Nella sezione romana sono presenti i reperti
degli scavi effettuati in una necropoli di età imperiale: di particolare
interesse la ricostruzione di un sito funerario. Una sezione è dedicata
infine ad un'illustrazione dei monumenti medievali presenti a Viddalba e
dintorni.
7. Bortigiadas:
Domus de janas di Tisiennari.
Da Viddalba si esce lungo una stradetta secondaria che conduce a Bortigiadas
passando per la frazione di Giuntano: superato l'abitato di questa piccola
frazione, si percorrono ancora due chilometri circa e, immediatamente dopo il
ponte sul Riu Gazzini, si svolta a destra in uno sterrato, si tiene la destra
alla prima biforcazione e, dopo circa tre chilometri, si raggiunge un altro
sterrato, un po' più agevole del primo, subito a sud della frazione di Lu
Torrinu. Qui si svolterà a sinistra e, alla biforcazione che s'incontra dopo
500 metri, a destra in direzione di Scopaggiu. Fatti altri 500 metri si
scorge sulla destra un nuraghe su una piccola altura: circa 300 metri a
destra del nuraghe, e a breve distanza dal margine della strada, è
l'interessante Tomba di Tisiennari, uno dei rari esempi galluresi di domus de
janas decorata. La sepoltura, scavata in una parete di roccia calcarea, è
composta di quattro ambienti. Nella cella D una delle pareti presenta una
falsa porta con cornice scolpita, sormontata da un duplice motivo di corna
taurine. Sull'altra parete, disposti su tre file, sono incisi a martellina 43
motivi con figurazioni di genere svariata: alcuni motivi corniformi, altri a
clessidra, altri idoliformi e altri ancora geometrici. Ampie e ben visibili
le tracce di pittura rossa.
8.Tempio Pausania: Nuraghe Izzana.
Fatto dietrofront, si ritorna fino al bivio di Lu Torrinu, che si lascia però
sulla sinistra, proseguendo sempre dritto per circa sette chilometri fino ad
immettersi nella statale 127 che, dopo avere costeggiato per un tratto il
corso del Coghinas, va a confluire a sua volta nella direttissima Sassari -
Tempio. Qui si svolterà a sinistra, in direzione di Tempio, e, lasciato a
sinistra dopo una dozzina di chilometri il bivio per Bortigiadas, si
proseguirà ancora per un breve tratto (circa quattro chilometri) fino a
svoltare nuovamente a sinistra nella provinciale per Aggius. Attraversato
l'abitato, si prende quindi la provinciale per Trinità d'Agultu e, dopo poco
più di due chilometri, s'infila a destra uno sterrato che si seguirà per 1,3
chilometri, fino ad incontrare sulla destra un cancello: lasciata l'auto, si
prosegue a piedi, varcando il cancello e seguendo il sentiero per circa un
chilometro. Si arriva così al Nuraghe Izzana che, situato in comune di Tempio
proprio al confine con quello di Aggius, è considerato il più grande nuraghe
della Gallura e certamente anche uno dei più importanti, rappresentando un
notevole esempio di passaggio dai principi architettonici dei nuraghi a
corridoio a quelli dei nuraghi a tholos (falsa volta). Dotato di tre
ingressi, ha uno schema planimetrico triangolare. La camera centrale ha
copertura a tholos. Facilmente accessibile, è inserito in un paesaggio di
incomparabile bellezza, tra rocce granitiche, fitte macchie di corbezzolo, cisto,
lentisco e boschi di sughere.
9. Tempio Pausania: Nuraghe Majori.
A ritroso per lo sterrato fino alla provinciale, dove si svolta a sinistra,
ritornando sui propri passi in direzione di Aggius: ma poco dopo si piega ancora
a sinistra in una breve diramazione che collega la provinciale alla statale
133 Tempio - Palau, che dovremo imboccare in direzione di Tempio. Fatti pochi
chilometri, ecco apparire sulla sinistra della strada il Nuraghe Majori, un
altro tipico esempio di nuraghe gallurese. La costruzione in massi granitici
è alquanto irregolare, e presenta sia i principi dei nuraghi a corridoio sia i
principi di quelli a tholos (copertura a falsa volta).
Costruito in grandi blocchi di granito, il nuraghe
Majori nell’agro di Tempio Pausania, è un tipico esempio di nuraghe gallurese
Dall'ingresso
si snoda un corridoio centrale, con copertura a ogiva, che taglia
longitudinalmente la massa muraria, come nei classici nuraghi a corridoio,
separando due ambienti che invece hanno una copertura, seppure di tipo ancora
rudimentale, a falsa volta. Il corridoio, superati i due ambienti, conduce ad
un ampio cortile. Recenti scavi hanno inoltre documentato un riutilizzo del
luogo in età romano - imperiale.
Dal Nuraghe
Majori, proseguendo per la statale 133, si raggiunge Tempio in pochi minuti.
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