Da Tempio Pausania a Olbia
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1. Calangianus: Complesso nuragico di
Monti di Deu. Si parte da Tempio sulla statale 127
alla volta di Calangianus: percorsi poco più di cinque chilometri, proprio
all'altezza del bivio per la frazione di Nuchis, che si stacca sulla
sinistra, svoltiamo a destra in uno sterrato che di lì a poco scavalca la
ferrovia Tempio-Palau. Fatte poche centinaia di metri, si svolterà a sinistra
e quasi subito sì noterà sulla destra della strada uno stazzo, a ridosso del
quale è il Nuraghe Agnu, uno dei tanti elementi costitutivi del grosso
complesso nuragico di Monti di Deu, costituito, oltre che da alcuni nuraghi,
da tratti murari di fortificazione, da una fonte e da una tomba di giganti.
Si tratta di una vera e propria unità di insediamento ben definita nel suo
aspetto civile, militare e funerario. Fra i monumenti meglio conservati il
Nuraghe Agnu e la Fonte di Li Paladini, entrambi realizzati in granito. Il
Nuraghe Agnu è un tipico esempio di nuraghe a corridoio, con pianta a ferro
di cavallo e ingresso orientato a est. La Fonte di li Paladini, della quale
non si è ancora accertato l'eventuale valore sacro, ha la vena ancora attiva.
La celletta della fonte è provvista di una grande pietra di soglia incisa da
una canaletta per lo scolo dell'acqua. Ritornati sulla statale 127, si
svolta a destra, raggiungendo in pochi chilometri Calangianus, per uscirne
poi sulla statale 427 che, dopo circa diciotto chilometri, attraversando
paesaggi bellissimi, dapprima tra le sugherete, poi con vedute scintillanti
del Lago artificiale del Liscia, ci conduce a Sant'Antonio di Gallura. Qui,
nel caso si voglia fare tappa alla grande Muraglia di Sarra d'Aglientu, sarà
bene rivolgersi in Comune per avere indicazioni sulla strada da seguire,
perché il sito, che si trova in località Nuraghes, pochi chilometri a
nord-ovest del paese, non lontano dalla sponda orientale del lago, è di ardua
individuazione. Si tratta di una muraglia prenuragica dallo sviluppo poderoso
e impressionante (circa 200 metri di lunghezza), scavata di recente e ancora
in attesa dì adeguata valorizzazione. Sotto la muraglia, addossati a una
roccia, sono visibili i resti dell'omonimo nuraghe.
Arzachena: la tomba di giganti di Coddu Vecchiu L'elemento di maggior interesse è
data dalla grande stele centinata bilitica (cioè composta da due sale lastre
di pietra), la più alta sinora conosciuta con i suoi 4,40 m : alla base si
apre il portello d'entrata finemente lavorato, sorta di "finto"
ingresso alla galleria (forse simbolo di un passaggio dal mondo dei vivi a
quello dei morti). La tomba a galleria misura 10,5 x 3,5 metri e racchiude al
suo interno un corridoio rettangolare. L'esedra ha una corda di 13 metri e si
collega alla parte frontale grazie a due lastre poste obliquamente. Il
monumento è edificato per intero in granito locale.
Arzachena: la tomba di giganti di Li Lolghi Il monumento fu edificato in due fasi
distinte facilmente riconoscibili: presumibilmente nell'Età del Bronzo antico
(1800-1600 a.C.) fu costruita, nell'attuale estremità posteriore, una tomba a
galleria; a questa furono aggiunti nella seconda fase (in piena età nuragica:
Età del Bronzo medio, 1600-1300 a.C.) un lungo corridoio interrato e la
grande esedra semicircolare, fa cui corda misura 26 metri. La stele centrale,
ricavata da un unica blocco di granito, è alta 3,75 metri. 5. Arzachena: Nuraghe Albucciu e
Tempietto nuragico di Malchittu.
Arzachena: il nuraghe Albucciu La struttura, in blocchi non squadrati
di granito, sfrutta e ingloba un'emergenza rocciosa. La facciata est ha
conservato, caso quasi unico fra i resti nuragici, alcuni dei mensoloni di
sostegno del terrazzo superiore. Sullo stesso lato un ingresso architravato
immette in un andito trapezoidale, che si dirama in una serie di ambienti e
conicoli sfocianti in un'angusta uscita sul lato nord. L'ambiente più ampio
dell'edificio si trova sul lato sud, in corrispondenza di un piccolo cortile
interno. Tutto il piana superiore è occupato dal terrazzo, sul quale si
notano i resti di altri tre ambienti, fra cui una torre che sorgeva al
margine nord. Il nuraghe ha restituito materiali di grande interesse,
conservati al Museo Sanna di Sassari, e in particolare diversi frammenti di
lingotti di rame di tipo cretese-cipriota. Dopo aver visitato il Nuraghe
Albucciu, riattraversata la strada, ci incammineremo a piedi per un sentiero
dapprima agevole poi piuttosto erto, al termine del quale potremo raggiungere
il bellissimo Tempietto di Malchittu. Si tratta di uno dei rari esempi nati a
tutt'oggi di edificio nuragico a megaron, con ingresso in antis, delimitato
da due ante murarie, e in particolare dell'unico fra questi monumenti a
presentare una pianta ellissoidale (circa 13 metri di lunghezza per una
larghezza massima di 6). I resti, nelle immediate vicinanze, di un nuraghe a
corridoio ormai interamente crollato e di un villaggio del quale sono ancora
riconoscibili alcune capanne circolari attestano che questo monumento si
trovava al centro di un insediamento nuragico di una certa importanza.
L'edificio, che si conserva sostanzialmente intatto fuorché per la copertura
crollata (quasi certamente un insolito tetto ligneo a doppio spiovente), è
suddiviso da una parete trasversale in due ambienti: un vestibolo rettangolare
e una camera absidata, cui si accede attraverso un portale architravato.
Questo secondo ambiente, più ampio, dove sono distinguibili i segni della
trave di sostegno della copertura, aveva farse funzioni cultuali. All'interno
si trovano un bancone murario e quattro piccole nicchie.
Olbia: Il tempio a pozzo nuragico di Sa Testa Un recinto circolare lastricata
introduce a un vestibolo dotato di sedili. Una scala coperta di 17 gradini
conduce alla camera a tholos (falsa volta) dal cui pavimento sgorga una vena
d'acqua. Si ritiene che i pozzi sacri fossero teatro delle ordalie (cioè dei
"giudizi di Dio'), basate sulla virtù dell'acqua. Il reo di furto,
sottoposto a questa prova, avrebbe perso la vista. 8. Olbia: Nuraghe Riu Mulinu.
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