Da Olbia a Benetutti

 

 

Distanza complessiva da percorrere

circa 150 Km

Tempo medio di percorrenza

da 3 a 4 ore

Percorsi a piedi

circa 30 minuti

Tempi di sosta e visita

circa 4 ore

Durata complessiva dell'itinerario

circa 8  ore

 

 

 

 1. Olbia: Tomba di giganti di Su Monte de S'Abe.

 2. Alà dei Sardi: Complesso nuragico di Sos Nurattolos.

 3. Buddusò:Complesso nuragico di Loelle.

 4. Nule: Nuraghe Voes.

 5. Benetutti: Nuraghe S'Aspru.

 6. Bultei: Nuraghe Nurchidda.

 7. Bultei: Terme romane e Chiesa romanica di San Saturnino.

 

1. Olbia: Tomba di giganti di Su Monte de S'Abe.


Si parte da Olbia in direzione di Loiri e, dopo circa quattro chilometri di strada provinciale, si trova sulla destra la deviazione (ben segnalata) per la Tomba di giganti di Su Monte de S'Abe, che sorge in località Casteddu ai piedi
di una collinetta da cui prende il nome. Fra le tombe nuragiche di questo tipo è una delle più lunghe della Sardegna: misura infatti, dal centro dell'esedra, ben 28,30 metri.

 

Olbia: la tomba di giganti di Su Monte de s’Abe

 

Del monumento si conservano il lungo corridoio funerario, con le lastre di copertura, gli ortostati (pietre infisse a coltello nel terreno) che delimitano l'esedra, cioè l'emiciclo destinato ai riti, e un banconesedile che si appoggia agli ortostati del lato destro. Manca, al centro della fronte, la grande porta - stele che caratterizza le tombe di giganti e che probabilmente è andata distrutta. I materiali che ha restituito permettono di datare la sua costruzione a un periodo compreso tra il 1300 e il 900 a.C.: il suo uso durò però fino al IV secolo d.C. Per la sua posizione viene messa in relazione con il Nuraghe Casteddu, che dista circa 400 metri.


2. Alà dei Sardi: Complesso nuragico di Sos Nurattolos.


Si prosegue lungo la stessa provinciale per un lungo tratto, toccando successivamente gli abitati di Loiri e di Padru: di qui si procede sempre in direzione sud, verso Cuzzola e Alà dei Sardi, per una strada appartata che attraversa zone di ondulate colline e di pascoli, punteggiata qua e là di stazzi isolati e di piccole frazioni, in un paesaggio agreste d'altri tempi. Dopo circa venti chilometri questa bella strada raggiunge la statale 389, dove si svolterà a sinistra in direzione di Alà dei Sardi: si esce quindi da Alà lungo la via San Francesco e si imbocca la strada comunale per la Madonnina delle Nevi, che si raggiunge dopo circa sei chilometri, proseguendo poi a destra per uno sterrato e arrestandosi dopo un altro chilometro in un punto di sosta, dal quale si sale a piedi duecento metri più in alto al complesso di Sos Nurattolos, sito di non facile individuazione ma di straordinario interesse, certo fra i monumenti in assoluto più significativi dell'età nuragica (1600 - 900 a.C.). Comprende un
tempietto a megaron, due capanne e una fonte. Il tempietto, con le ante solo sul retro, è circondato da un recinto ellittico che include anche una struttura muraria costituita da due ambienti circolari concentrici. La costruzione era probabilmente adibita al ricovero degli animali destinati al sacrificio, o forse a luogo per le pratiche oracolari. Poco distante, all'interno di un cortile circolare, stanno una fonte lustrale e una capanna circolare con la base in muratura, che in origine aveva il tetto conico di pali e frasche. La fonte, costruita in blocchi subquadrati, con pianta rettangolare e fondo absidato, conserva la volta coperta.


3. Buddusò:Complesso nuragico di Loelle.


Fatto ritorno ad Alà dei Sardi, se ne esce lungo la statale 389 in direzione sud e, superato dopo una dozzina di chilometri l'abitato di Buddusò, sì prosegue per Bitti: percorsi sei - sette chilometri, appare sulla sinistra l' imponente
Nuraghe Loelle, uno dei meglio conservati della zona, interessante esempio di incontro fra la tipologia a tholos e quella detta "a corridoio".

 

Il complesso nuragico di Loelle, presso Buddusò

 

Il nuraghe, realizzato in granito, presenta un corpo trilobato addossato alla roccia. A destra dell'ingresso, esposto a est, si raggiunge la scala che conduce a un corridoio superiore: questo si dirama a destra verso la torretta di avvistamento e prosegue per scendere verso la torre centrale, attualmente inaccessibile. Attorno al nuraghe resti di capanne, che testimoniano l' esistenza di un villaggio, e una fitta estensione di muretti a secco che dividono in proprietà private i poderi (tancas) che sino alla metà dell'Ottocento conobbero la gestione comunitaria dei suoli.


4. Nule: Nuraghe Voes.


Anziché rientrare a Buddusò, proseguiamo adesso lungo la statale 389 in direzione di Bitti, attraversando di lì a poco il confine della provincia di Nuoro e procedendo ancora per una manciata di chilometri fino ad incontrare, a destra, il bivio per Noie, Benetutti e gli altri comuni del Goceano. Percorsi, da questo bivio, un'altra decina di chilometri, e riattraversato a mezza via il confine provinciale, vediamo apparire sulla destra la casa cantoniera di Su Campittu: dopo 800 metri svoltiamo a sinistra e raggiungiamo comodamente, in pochi minuti, il Nuraghe Voes, monumento di grande interesse non soltanto per la notevole mole ma anche perché è l'unico ad avere caratteristiche molto simili, per qualità costruttiva e per progetta, alla Reggia nuragica di Santu Antine di Torralba, considerata la più bella e perfetta realizzazione architettonica dell'epoca nuragica. Come Santu Antine, il Nuraghe Voes ha una particolare forma a triangolo convesso i cui lati sono rappresentati da un imponente bastione alto 9 metri, che racchiude una torre centrale (mastio) e un cortile interno (anche se in questo caso di modesta ampiezza). Tuttavia la somiglianza più evidente con la Reggia nuragica è data dai grandi corridoi laterali sovrapposti, frutto di raffinati criteri architettonici, che collegano su entrambi i piani tre celle (due circolari e una ellittica) facenti parte, con ogni probabilità, delle torri secondarie, ora crollate, poste ai vertici del triangolo.

 
5. Benetutti: Nuraghe S'Aspru.


Fatta a ritroso la strada fino alla provinciale, proseguiamo sempre in direzione ovest, superando l'uno dopo l'altro gli abitati di Nule e Benetutti e procedendo quindi verso l'innesto della statale 128bis: dopo circa un chilometro e mezzo una deviazione a sinistra ci condurrà in vista del Nuraghe S'Aspru, uno dei più imponenti del Goceano, benché purtroppo in cattivo stato di conservazione e in parte pericolante, anche a causa dei ripetuti danneggiamenti di vandali e tombaroli. Eretto sulla cima di un colle a breve distanza dalla riva sinistra del Tirso, il cui corso è tutto punteggiato in questo tratto da resti e rovine di nuraghi, il S'Aspru è un nuraghe complesso, ad addizione laterale, dalla planimetria molto articolata: al mastio centrale, chiuso entro un bastione circolare, furono aggiunte altre tre torri, dinanzi ad una delle quali si possono riconoscere le tracce di un'ulteriore addizione. All'interno della torre centrale un corridoio da accesso ad una scala che sale alla camera del piano superiore, con copertura a tholos.


6. Bultei: Nuraghe Nurchidda.


Si ritorna adesso sulla provinciale, dove si svolterà a sinistra, proseguendo fino a incontrare l'innesto della statale 128bis: qui di nuovo a sinistra, verso Bultei. Dopo circa due chilometri la strada lambisce sulla sinistra il Nuraghe Nurchidda, detto anche Sa Matta (il cespuglio): è un nuraghe complesso, del quale però si conserva ben riconoscibile soltanto il mastio, cioè la torre centrale, che presenta copertura a tholos (falsa volta) e struttura a pianta circolare ottenuta sovrapponendo filari di pietra a secco di diametro decrescente.


7. Bultei: Terme romane e Chiesa romanica di San Saturnino.


La statale 128bis ci conduce adesso ai margini dell'abitato di Bultei, dove svolteremo a sinistra nella strada provinciale che, passando per le Terme di San Saturnino, fa ritorno a Benetutti. A San Saturnino, che si raggiunge dopo circa sette chilometri, visiteremo, all'interno dello stabilimento termale Angioi, i resti delle antiche terme romane di Aquae Lesitanae, costituiti da un calidarium (vasca per acqua calda) e da alcune iscrizioni e capitelli. Nelle immediate vicinanze delle terme, e sempre in territorio di Bultei, sorge sulla sommità di un poggio l'armoniosa chiesetta romanica di San Saturnino. L'edificio, di piccole dimensioni ma assai ben inserito nel paesaggio circostante, è interamente costruito in trachite rossa locale. La donazione della chiesa ai monaci camaldolesi da parte del vescovo Attone di Castro è menzionata in un documento del 1163. La chiesa fu edificata sopra i resti di un nuraghe di tipo complesso, probabilmente quadrilobato, del quale sono ancora distinguibili le tracce ad andamento retto - curvilineo dei muri perimetrali. Di qui, proseguendo lungo la stessa strada provinciale, si raggiunge Benetutti in una decina di minuti.