1. Olbia: Tomba di giganti di Su
Monte de S'Abe.
Si parte da Olbia in direzione di Loiri e, dopo circa quattro chilometri di
strada provinciale, si trova sulla destra la deviazione (ben segnalata) per
la Tomba di giganti di Su Monte de S'Abe, che sorge in località Casteddu ai
piedi di una
collinetta da cui prende il nome. Fra le tombe nuragiche di questo tipo è una
delle più lunghe della Sardegna: misura infatti, dal centro dell'esedra, ben
28,30 metri.
Olbia: la tomba di giganti di Su Monte de s’Abe
Del monumento si conservano il lungo
corridoio funerario, con le lastre di copertura, gli ortostati (pietre
infisse a coltello nel terreno) che delimitano l'esedra, cioè l'emiciclo
destinato ai riti, e un banconesedile che si appoggia agli ortostati del lato
destro. Manca, al centro della fronte, la grande porta - stele che
caratterizza le tombe di giganti e che probabilmente è andata distrutta. I
materiali che ha restituito permettono di datare la sua costruzione a un
periodo compreso tra il 1300 e il 900 a.C.: il suo uso durò però fino al IV
secolo d.C. Per la sua posizione viene messa in relazione con il Nuraghe
Casteddu, che dista circa 400 metri.
2. Alà dei Sardi: Complesso nuragico di Sos Nurattolos.
Si prosegue lungo la stessa provinciale per un lungo tratto, toccando
successivamente gli abitati di Loiri e di Padru: di qui si procede sempre in
direzione sud, verso Cuzzola e Alà dei Sardi, per una strada appartata che
attraversa zone di ondulate colline e di pascoli, punteggiata qua e là di
stazzi isolati e di piccole frazioni, in un paesaggio agreste d'altri tempi.
Dopo circa venti chilometri questa bella strada raggiunge la statale 389,
dove si svolterà a sinistra in direzione di Alà dei Sardi: si esce quindi da
Alà lungo la via San Francesco e si imbocca la strada comunale per la
Madonnina delle Nevi, che si raggiunge dopo circa sei chilometri, proseguendo
poi a destra per uno sterrato e arrestandosi dopo un altro chilometro in un
punto di sosta, dal quale si sale a piedi duecento metri più in alto al
complesso di Sos Nurattolos, sito di non facile individuazione ma di
straordinario interesse, certo fra i monumenti in assoluto più significativi
dell'età nuragica (1600 - 900 a.C.). Comprende un
tempietto a megaron, due capanne e una fonte. Il tempietto, con le ante solo
sul retro, è circondato da un recinto ellittico che include anche una
struttura muraria costituita da due ambienti circolari concentrici. La
costruzione era probabilmente adibita al ricovero degli animali destinati al
sacrificio, o forse a luogo per le pratiche oracolari. Poco distante,
all'interno di un cortile circolare, stanno una fonte lustrale e una capanna
circolare con la base in muratura, che in origine aveva il tetto conico di
pali e frasche. La fonte, costruita in blocchi subquadrati, con pianta
rettangolare e fondo absidato, conserva la volta coperta.
3. Buddusò:Complesso nuragico di Loelle.
Fatto ritorno ad Alà dei Sardi, se ne esce lungo la statale 389 in direzione
sud e, superato dopo una dozzina di chilometri l'abitato di Buddusò, sì
prosegue per Bitti: percorsi sei - sette chilometri, appare sulla sinistra l'
imponente Nuraghe
Loelle, uno dei meglio conservati della zona, interessante esempio di
incontro fra la tipologia a tholos e quella detta "a corridoio".
Il complesso nuragico di Loelle, presso Buddusò
Il nuraghe, realizzato in granito,
presenta un corpo trilobato addossato alla roccia. A destra dell'ingresso,
esposto a est, si raggiunge la scala che conduce a un corridoio superiore: questo
si dirama a destra verso la torretta di avvistamento e prosegue per scendere
verso la torre centrale, attualmente inaccessibile. Attorno al nuraghe resti
di capanne, che testimoniano l' esistenza di un villaggio, e una fitta
estensione di muretti a secco che dividono in proprietà private i poderi
(tancas) che sino alla metà dell'Ottocento conobbero la gestione comunitaria
dei suoli.
4. Nule: Nuraghe Voes.
Anziché rientrare a Buddusò, proseguiamo adesso lungo la statale 389 in
direzione di Bitti, attraversando di lì a poco il confine della provincia di
Nuoro e procedendo ancora per una manciata di chilometri fino ad incontrare,
a destra, il bivio per Noie, Benetutti e gli altri comuni del Goceano.
Percorsi, da questo bivio, un'altra decina di chilometri, e riattraversato a
mezza via il confine provinciale, vediamo apparire sulla destra la casa
cantoniera di Su Campittu: dopo 800 metri svoltiamo a sinistra e raggiungiamo
comodamente, in pochi minuti, il Nuraghe Voes, monumento di grande interesse
non soltanto per la notevole mole ma anche perché è l'unico ad avere
caratteristiche molto simili, per qualità costruttiva e per progetta, alla
Reggia nuragica di Santu Antine di Torralba, considerata la più bella e
perfetta realizzazione architettonica dell'epoca nuragica. Come Santu Antine,
il Nuraghe Voes ha una particolare forma a triangolo convesso i cui lati sono
rappresentati da un imponente bastione alto 9 metri, che racchiude una torre
centrale (mastio) e un cortile interno (anche se in questo caso di modesta
ampiezza). Tuttavia la somiglianza più evidente con la Reggia nuragica è data
dai grandi corridoi laterali sovrapposti, frutto di raffinati criteri
architettonici, che collegano su entrambi i piani tre celle (due circolari e
una ellittica) facenti parte, con ogni probabilità, delle torri secondarie,
ora crollate, poste ai vertici del triangolo.
5. Benetutti: Nuraghe S'Aspru.
Fatta a ritroso la strada fino alla provinciale, proseguiamo sempre in
direzione ovest, superando l'uno dopo l'altro gli abitati di Nule e Benetutti
e procedendo quindi verso l'innesto della statale 128bis: dopo circa un
chilometro e mezzo una deviazione a sinistra ci condurrà in vista del Nuraghe
S'Aspru, uno dei più imponenti del Goceano, benché purtroppo in cattivo stato
di conservazione e in parte pericolante, anche a causa dei ripetuti
danneggiamenti di vandali e tombaroli. Eretto sulla cima di un colle a breve
distanza dalla riva sinistra del Tirso, il cui corso è tutto punteggiato in
questo tratto da resti e rovine di nuraghi, il S'Aspru è un nuraghe
complesso, ad addizione laterale, dalla planimetria molto articolata: al
mastio centrale, chiuso entro un bastione circolare, furono aggiunte altre
tre torri, dinanzi ad una delle quali si possono riconoscere le tracce di un'ulteriore
addizione. All'interno della torre centrale un corridoio da accesso ad una
scala che sale alla camera del piano superiore, con copertura a tholos.
6. Bultei: Nuraghe Nurchidda.
Si ritorna adesso sulla provinciale, dove si svolterà a sinistra, proseguendo
fino a incontrare l'innesto della statale 128bis: qui di nuovo a sinistra,
verso Bultei. Dopo circa due chilometri la strada lambisce sulla sinistra il
Nuraghe Nurchidda, detto anche Sa Matta (il cespuglio): è un nuraghe
complesso, del quale però si conserva ben riconoscibile soltanto il mastio,
cioè la torre centrale, che presenta copertura a tholos (falsa volta) e
struttura a pianta circolare ottenuta sovrapponendo filari di pietra a secco
di diametro decrescente.
7. Bultei: Terme romane e Chiesa romanica di San Saturnino.
La statale 128bis ci conduce adesso ai margini dell'abitato di Bultei, dove
svolteremo a sinistra nella strada provinciale che, passando per le Terme di
San Saturnino, fa ritorno a Benetutti. A San Saturnino, che si raggiunge dopo
circa sette chilometri, visiteremo, all'interno dello stabilimento termale
Angioi, i resti delle antiche terme romane di Aquae Lesitanae, costituiti da
un calidarium (vasca per acqua calda) e da alcune iscrizioni e capitelli.
Nelle immediate vicinanze delle terme, e sempre in territorio di Bultei,
sorge sulla sommità di un poggio l'armoniosa chiesetta romanica di San
Saturnino. L'edificio, di piccole dimensioni ma assai ben inserito nel
paesaggio circostante, è interamente costruito in trachite rossa locale. La
donazione della chiesa ai monaci camaldolesi da parte del vescovo Attone di
Castro è menzionata in un documento del 1163. La chiesa fu edificata sopra i
resti di un nuraghe di tipo complesso, probabilmente quadrilobato, del quale
sono ancora distinguibili le tracce ad andamento retto - curvilineo dei muri
perimetrali. Di qui, proseguendo lungo la stessa strada provinciale, si
raggiunge Benetutti in una decina di minuti.
|