La Nurra
La Nurra è un quadrilatero dal
disegno alquanto irregolare che occupa l'angolo nord-occidentale della
Sardegna: i suoi vertici sono rappresentati da Capo Falcone a nord-ovest,
l'inizio della spiaggia di Platamona a nord-est, un punto situato all'i nei
rea all'altezza della Cantoniera di Scala Cavalli (lungo la statale
Alghero-Thiesi) a sud-est e Torre Poglina, sul litorale a sud di Alghero, Il cavaliere d'Italia è fra le specie più caratteristiche
dell'avifauna palustre che frequenta i numerosi stagni e le altre zone umide
del Nord Sardegna In linea di principio questa
regione comprende i territori di soli quattro comuni: ALghero, Stintino,
Porto Torres e Olmedo. Ma di fatto, nella sua parte centrale e per un lungo
tratto della costa occidentale, è occupata da una significativa porzione del
territorio comunale di Sassari, uno dei più vasti d'Italia con i suoi quasi
550 chilometri quadrati di superficie. A questo comprensorio si può inoltre
aggregare il comune di Putifigari, paese singolarmente isolato nella sua
marginalità pastorale dall'assenza di strade che lo colleghino alla costa, ma
lontano non più di una decina di chilometri, in linea d'aria, dal centro di
Alghero. La costa occidentale, con le sole eccezioni della Baia di Porto
Conte, della Rada di Alghero e di poche cale distese qua e là fra le rocce
(la più ampia delle quali è la spiaggia di Porto Ferro), è alta, scoscesa,
difficilmente accessibile da terra e battuta dai violenti venti del quadrante
di nord-ovest. La costa settentrionale, al contrario, si apre subito ad est
di Capo Falcone nella celebre spiaggia della Pelosa, proprio di fronte allo
stretto braccio di mare che separa la Sardegna dall'Asinara, e prosegue con
un lunghissimo arenile candido che collega senza interruzione la Tonnara di
Stintino alla zona industriale di Porto Torres, Il fenicottero rosa è un frequentatore abituale dello stagno di
Pilo, lungo la strada fra Porto Torres e Stintino (ma in territorio comunale
di Sassari) L'entroterra
è occupato da una vasta e fertile pianura, resa ancor più produttiva dalla
bonifica di Fertilia, una delle più importanti fra quelle realizzate nel
ventennio fra le due guerre, e interrotta con una certa frequenza
dall'emergere di colli isolati, dalle cui cime svettano ben visibili i resti
ta-lora imponenti dei nuraghi. La Nurra (nome che deriva dalla stessa radice
preindoeuropea Nur da cui ha avuto origine la parola
"nuraghe") è in effetti una delle regioni di più antica e intensa
an-tropizzazione della Sardegna e la sua ricchezza di tesori archeologici
costituisce un motivo di attrazione difficilmente eguagliabile, sia per
l'eccellenza e l'interesse scientifico dei singoli monumenti sia per l'estensione
temporale delle testimonianze, che dalla remota preistoria si spinge fino
alla Roma tardo-imperiale. La Sardegna prenuragica è rappresentata da alcune
emergenze del tutto straordinarie, come il complesso di Monte d'Accoddi, unicum
di non facile decifrazione, la necropoli di Anghelu Ruju, La più vasta
dell'isola, la ciclopica muraglia di Monte Baranta, la splendida domus de
janas dipinta di Monte Siseri, in territorio di Putifigari, e ancora le
necropoli di Su Crucifissu Mannu e di Santu Pedru, di particolare interesse
per la sovrapposizione di insediamenti successivi di cui recano
testimonianza. La civiltà nuragica ha lasciato rovine imponenti, fra le quali
spiccano l'articolato complesso di Palmavera e quello di Sant'Ini bem'a, che
ha restituito reperti fenici fra i più importanti del Nord Sardegna. Infine
la colonizzazione romana ebbe in Turris Libisonis (l'attuale Porto
Torres) uno dei suoi centri principali: restano, oltre agli innumerevoli
materiali di scavo raccolti nell'Antiquarium Turritano, le cospicue rovine
delle ferme e il ponte, ancora intatto, che scavalca il Rio Mannu nei pressi
della foce. Di non
comune dignità architettonica anche i centri urbani, ciascuno dei quali ha
una propria storia da raccontare. Porto Torres, dopo il prestigioso periodo
della colonizzazione romana, fu a lungo la capitale del Giudicato di Torres e
si dotò di una chiesa, la basilica di San Cavino, che è quasi unanimemente
considerata il capolavoro del romanico in Sardegna.
La gola di Su 'Entale, in territorio di Padria: stretto canyon scavato da un affluente del Temo
tra scoscese pareti di roccia Olmedo fu
in età giudicale un grosso borgo agricolo, capoluogo dell'omonima curatoria: del suo
passato di relativo benessere resta a testimonianza la parrocchiale di
Nostra Signora di Talia, una delle più belle chiese romaniche della provincia
fra quelle tuttora ubicate in ambiente urbano. Alghero, dapprima città
fortificata dei Doria poi enclave catalana in terra sarda, offre al visitatore
uno dei rari centri storici di grande valore dell'isola, e certamente il
meglio conservato. Stintino, infine, villaggio di pescatori fondato negli
anni Ottanta dell'Ottocento dagli esuli dell'Asi-nara, mantiene almeno in
parte intatto lo stile architettonico, semplice ma pittoresco e dignitoso,
delle sue case. Il paese fu costruito sul modello del piccolo borgo di Cala
d'Oliva, sulla costa orientale dell'Asinara: quest'isola, che fa parte del
territorio comunale di Porto Torres, è nuovamente accessibile a piccoli
gruppi di visitatori in partenza con appositi vaporetti da Porto Torres o da
Stintino, dopo la chiusura del carcere di' sicurezza speciale e la creazione
del Parco nazionale dell'Isola Asinara. Fra le
feste religiose spiccano i riti della Settimana Santa di Alghero, fortemente
influenzati dalla cultura iberica, mentre a Stintino si svolge nella tarda
estate la Regata della Vela Latina, manifestazione culturale ancor più che
sportiva, volta al recupero di una tradizione di carpenteria navale
nobilissima, che cerca oggi di risollevarsi da un lungo periodo di declino. Alghero è
nota anche a livello internazionale per la pesca e la lavorazione del
corallo, che costituisce una delle attrazioni tradizionali della città
vecchia. Di grande rilievo quantitativo e di eccellente qualità le
produzioni di vino e di olio, mentre le aragoste di Alghero e di Stintino
sono rinomate (insieme con quelle di Castelsardo e di Bosa) come le migliori
del Mediterraneo. Rocce scistiche sotto l'impeto del mare in un aspro tratto della costa di
Stintino
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