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Storia degli insediamenti in Sicilia
I Fenici toccarono ben presto le coste della Sicilia che, a quanto narrano le antiche fonti, furono parzialmente occupate da fondaci commerciali e da scali probabilmente stagionali. Verso la metà dell'VIII sec. a.C., sotto la spinta della prima colonizzazione greca, i naviganti fenici abbandonarono gli insediamenti più orientali dell'isola per stabilirsi in modo ormai permanente nelle coste affacciate sul Canale di Sicilia. Nacque in questo periodo la città di Mozia, posta su un'isoletta ubicata tra Marsala e Trapani e dotata di uno splendido porto lagunare. Di poco più tarda è la fondazione di Panormo, l'attuale capoluogo siciliano. Per sintetizzare, ciò che in ogni momento della loro storia ha caratterizzato i centri fenici di Sicilia sono stati i rapporti commerciali e culturali con le città greche dell'isola, tra le quali è opportuno ricordare dapprima Siracusa, eterna rivale di Cartagine, e poi Selinunte, Agrigento ed Imera. Quanto all'elemento autoctono, stretti legami non solo politici unirono i Fenici agli Elimi, il cui capoluogo fu Erice.
Motivata anche dalla pressione colonizzatrice delle città greche, Cartagine interviene in Sicilia attorno alla metà del VI sec. a. C., forse in aiuto delle città fenicie. Eliminato temporaneamente il pericolo, Cartagine si insedia stabilmente nella Sicilia occidentale, iniziando una politica di espansione verso i mercati greci della parte orientale. Il conflitto di interessi diviene ben presto insostenibile e gli eserciti dei due contendenti si scontrano a Imera nel 480 a.C., secondo la tradizione nello stesso giorno della battaglia di Salamina.
Il fatto d'arme vede da una parte Cartagine, i suoi alleati dell'isola e un forte contingente di mercenari reclutati in Sardegna e nella penisola iberica, e dall'altra una coalizione di città greche di Sicilia capitanate da Siracusa. I Greci si dichiararono vincitori, ma i confini delle rispettive sfere di influenza rimasero identici a quelli precedenti il conflitto.
Verso la fine del V sec. a.C., durante un nuovo conflitto con Siracusa, Cartagine distrusse Agrigento e conquistò Selinunte, mentre, pochi anni dopo, Dionisio Siracusano devastava Mozia, i cui abitanti si rifugiarono nella piazzaforte di Lilibeo, attuale Marsala. Segui oltre un secolo di scontri e di paci armate, fino alla conquista quasi totale della Sicilia da parte di Cartagine. L'ingerenza di Roma nei fatti dell'isola provocò un nuovo conflitto, la prima guerra punica, che si concluse, con epiche battaglie navali e dopo alterne vicende, con il passaggio della Sicilia sotto l'influenza romana.