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Le navi da guerra
Lo spazio a disposizione non permette una descrizione minuziosa dei diversi tipi di navi da battaglia che furono usati nell'arco della loro storia dai Fenici e dai Punici, ma la trattazione delle principali caratteristiche sarà sufficiente a fornire un quadro d'assieme. La struttura portante era composta dalla chiglia e dalle ordinate e quindi analoga a quella delle navi mercantili; tuttavia due lunghe travi, note con il nome di trincarini, racchiudevano i fianchi e convergevano verso prora assieme alla chiglia. Nel loro punto di incontro, che era il più robusto dello scafo, veniva fissato il rostro, il cui scopo era quello di squarciare il fasciame delle navi nemiche speronate. Il rapporto tra lunghezza e larghezza di queste navi era di circa sette a uno. Attraverso l'esame di alcuni relitti si è potuto constatare che le navi erano costituite da un insieme di pezzi prefabbricati, che venivano assemblati unicamente quando se ne aveva bisogno. I principali tipi di navi da guerra dell'antichità furono sostanzialmente quattro. Il primo, in uso soprattutto nelI'VIII sec. a.C. e noto con il nome greco di pentecontera, dal numero dei remi che lo spingeva, aveva una lunghezza di circa trenta metri e ventiquattro remi per ogni lato, che sommati ai due remi di governo, raggiungevano appunto il numero di cinquanta. Il secondo tipo, utilizzato fin dal VII sec. a.C. e chiamato triera o trireme, a seconda se in lingua greca o latina, in relazione al numero delle file di rematori che erano disposti su ogni lato, aveva una lunghezza di circa trentasei metri ed era parzialmente pontato in modo da proteggere i centosettanta rematori che, divisi in sei file — tre per lato — erano applicati ai remi su linee sfalsate tra di loro. Il terzo e il quarto tipo, utilizzati tra il IV e il III sec. a.C. e denominati rispettivamente in greco tetrera e pentera, erano abbastanza simili ed avevano una lunghezza di circa quaranta metri.
La propulsione dei rematori veniva utilizzata unicamente in battaglia, mentre quella fornita dall'unica vela era usata durante i trasferimenti. La velocità massima era di circa sei nodi e quindi doppia rispetto a quella delle navi mercantili. A parte i rematori, che erano tutti liberi cittadini e ricevevano una paga, l'equipaggio era formato da tre o più ufficiali e da un massimo di trenta marinai addetti alla manovra, ai quali si aggiungeva talvolta un contingente di fanteria di marina non superiore alle venti unità. Le squadre navali erano composte da dodici navi della stessa classe e le flotte, formate da più squadre, potevano raggiungere il numero di centottanta unità, anche se generalmente non superavano quello di cento venti.