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La navigazione
Come già ricordato, l'abilità marinaresca dei Fenici era celebre nel mondo antico e, tra l'altro, presso tutte le antiche marinerie del Mediterraneo era nota la stella polare, indispensabile per l'orientamento durante la navigazione notturna, e il nome con il quale era normalmente indicata era «stella fenicia», indubbiamente a ricordo della scoperta delle sue funzioni da parte dei Fenici.
Mentre la navigazione a scopi militari avveniva durante tutto l'arco dell'anno, per motivi strategici, per la repressione degli atti di pirateria anticamente frequen-
Del resto, che le navi fossero considerate quasi degli esseri senzienti si dimostra con la presenza di due grandi occhi delineati ai lati della prua, che permettevano alla nave di «vedere» la rotta. Sopra la prora era normalmente posto un fregio che, nelle navi mercantili, aveva spesso la forma di una testa di cavallo, antico simbolo di ricchezza, o di ala di uccello, per permettere alla nave di «volare» metaforicamente sulle onde. Immediatamente dietro la prua delle navi da guerra, invece, veniva frequentemente eretto un simbolo sacro o l'immagine di qualche divinità alla quale era dedicata la nave o, infine, un essere o un animale fantastici o mostruosi, per spaventare il nemico.
La navigazione avveniva prevalentemente a vista e, nei piccoli traffici, aveva luogo soprattutto durante il giorno. Le grandi navi mercantili in genere si tenevano discoste dalle rive quel tanto che permetteva loro di navigare in sicurezza e di non compiere tragitti inutili, quali le risalite dei promontori o gli accostamenti nei golfi. È altrettanto evidente, nel caso di questi natanti che praticavano traffici sulle lunghe distanze, che la navigazione proseguisse durante la notte, agevolata dalla stella polare, e che compisse tragitti anche in mare aperto. Si ricorderanno a questo proposito le rotte che dalla Fenicia conducevano a Cipro oppure da Cartagine alla Sicilia o alla Sardegna o, da quest'ultima, alle isole Baleari