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Un momento della regata
L'occasione: l'ultimo fine settimana di agosto.
Le quarantacinque famiglie che, costrette a lasciare il borgo di Cala d'Oliva sull'isola Asinara al momento dell'istituzione del lazzaretto, fondarono nel 1885-
All'attività della pesca si accompagnava quella, funzionale alla prima, della carpenteria navale, ora purtroppo quasi del tutto scomparsa ma di livello eccellente fino a pochi decenni or sono, fondata com'era, da una parte, sulla solida tradizione ligure e, dall'altra, sulle relazioni con altri vicini centri marinari di riconosciuta importanza, come Alghero e Porto Torres. La flotta dei pescatori stintinesi poteva cosi contare su imbarcazioni al contempo efficienti e di non comune bellezza, nonché, grazie alla compresenza di tradizioni e di tecniche di costruzione diverse, di insolita varietà: al tipico gozzo di origine ligure, complessivamente lo scafo prevalente, si affiancavano le belle filughe ponzesi, le spagnolette algheresi, le lance a poppa quadra.
Prima della generalizzata motorizzazione (cui questi scafi hanno comunque mostrato di sapersi adeguare con grande flessibilità, senza deturpanti modifiche) il comune mezzo di locomozione di tutte queste imbarcazioni era la vela latina, di origine antichissima e carica di una storia gloriosa. Questo tipo di armamento, che prevede una vela triangolare a base libera collegata all'unico albero (detto antenna) dell'imbarcazione, più un fiocco o polaccone a prua, fu introdotto nel Mediterraneo in epoca alto-
Sostanzialmente scomparsa ormai da decenni in tutto il resto d'Italia e in gran parte del Mediterraneo, la tradizione della vela latina si è conservata più a lungo in Sardegna, forse proprio grazie al maggiore attaccamento che le piccole isole etniche mostrano sempre per le antiche tradizioni: va infatti ricordato che, oltre a Stintino, esistono altre importanti enclavi allogene lungo le coste sarde, fra le quali meritano una citazione quanto meno quella catalana di Alghero e quella ligure di Carloforte sull'isola di San Pietro.
Nel 1983, a fronte di un'attività cantieristica ormai in inarrestabile declino, esisteva ancora nel porto di Stintino una piccola flotta di imbarcazioni a vela latina miracolosamente intatte: per salvarle, e insieme per tentare di stimolare una ripresa d'interesse verso questo patrimonio di storia e di sapienze antiche, la locale Cooperativa turistica Stintino ideò la Regata della vela latina, alla cui prima edizione parteciparono dodici barche. Da allora il successo crescente della manifestazione ha via
Classici gozzi nel porticciolo di Stintino
Cosi ogni estate, nell'ultimo week-
Le produzioni tradizionali della zona.
Si è detto parlando della Regata della vela latina che la Nurra vanta una nobile tradizione nel campo della carpenteria navale, con ben tre centri di produzione rinomati, Alghero, Stintino e Porto Torres, dove però operano ormai purtroppo pochi artigiani, quasi tutti in età avanzata, tanto che c'è temere che l'arte del maestro d'ascia scompaia fra qualche anno con loro. Quello della carpenteria navale è in effetti un settore in grave crisi, cui la pubblica amministrazione ha fatto mancare il suo sostegno, rendendo cosi impossibile, da una parte, la formazione di nuovi talenti e il conseguente ricambio generazionale e, dall'altra, problematico il sostentamento delle stesse attività esistenti. Oggi i pochi artigiani rimasti si dedicano in prevalenza a
La carpenteria navale ha una gloriosa tradizione nei tre centri costieri della Nurra: Alghero, Porto Torres e Stintino.
Oggi purtroppo l'attività dei maestri d'ascia si è ridotta per lo più ai soli lavori di manutenzione.
La costruzione di nuove barche sopravvive come attività sporadica e marginale, tanto più preziosa nelle sue rare manifestazioni in quanto ancora legata alle tradizioni più antiche. Fra le lavorazioni artigianali della regione merita una trattazione a sé quella del corallo, che ha in Alghero uno dei centri di produzione più apprezzati a livello internazionale. La varietà diffusa nei fondali della costa algherese, il CoraUium rubrum, è infatti in assoluto fra le più pregiate al mondo, mentre la tradizione della lavorazione dell'acro rosso" è stata rilanciata nella città sardo-
Nella stessa Alghero sono ancora abbastanza numerosi i laboratori, con annessa bottega per la vendita al dettaglio, dove si lavorano i pellami per produrre borse, calzature e altri capi di vestiario di pelle conciata.
Copiosissima la produzione vinicola di Alghero, sia nelle tenute situate nelle immediate vicinanze della città sia nella località di Santa Maria La Palma: quella di Alghero è fra l'altro la sola zona di produzione del T'orbato, un vitigno di antica importazione spagnola che da luogo a eccellenti bianchi secchi e a un ottimo spumante brut. Altro bianco pregiato dell'alghe rese è un Cabernet-
La Nurra è da secoli terra di oliveti, che circondano Alghero verso l'interno, con una produzione d'olio abbondante e di grande pregio. Alcune ditte propongono anche oli fruttati e vari sottoprodotti, come melanzane, peperoni, funghi, carciofi, funghi sott'olio.
A Olmedo, centro dell'interno con un'antica tradizione di panificazione artigianale, esistono ancora pochi forni domestici che producono pane di eccellente qualità, ma tutt'altro che facile da acquistare. Nel periodo dei Morti si tiene però in paese un'importante Mostra del pane, nel corso della quale è possibile gustare sia il pane tipico di Olmedo sia altri pani tradizionali dei centri del Nord Sardegna.
Il mare della Nurra, sia quello più protetto all'interno del Golfo dell'Asinara sia quello più selvaggio e burrascoso della costa occidentale, da Capo Falcone a Bosa passando per tutto il fronte del litorale algherese, è fra i più pescosi della Sardegna e offre in particolare i migliori crostacei del Mediterraneo, che è come dire del mondo. L'aragosta costituisce quindi uno degli ingredienti classici della cucina tipica di questa regione. La si può gustare, prevalentemente bollita, in numerosi ristoranti di Stintino e di Alghero, dove la tradizione catalana la propone con due tipi di condimento diversi, entrambi ispirati dall'esigenza di mitigare il sapore dolce delle carni grazie all'intervento di una componente acida o aspra: in insalata con cipolle e pomodori crudi o, nel modo più classico, accompagnata da un sughetto ottenuto amalgamando olio, limone e le uova dell'aragosta femmina.
Piatti di pesce tipicamente stintinesi sono il polpo con le patate fritte e la cassora (casseruola) di pesci e patate.
La cucina algherese si differenzia nettamente dalle altre cucine tipiche della Sardegna, perché ha conservato elementi tradizionali catalani che si sono poi venuti arricchendo e sviluppando nei secoli a contatto con suggestioni locali. È questo il caso della cassala de caragol, cioè di lumache, prelibatezza tipica della cucina sassarese, che vengono cotte con le patate e con un soffritto di aglio, olio, prezzemolo e pomodoro. Ed è anche probabilmente il caso dell'ultigaaa, cioè delle attinie (o anemoni di mare) fritte, un piatto apprezzato in tutta la Sardegna con varie denominazioni (nel cagliaritano ad esempio si chiamano orziadas).