Isola di Sardegna

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Da Sassari a Castelsardo

La Storia


Distanza complessiva da percorrere             circa 120 Km
Tempo medio di percorrenza                       circa 3 ore
Tempi di sosta e visita                                circa 4 ore
Durata complessiva dell'itinerario                 circa  7  ore



1. Sassari: Museo archeologico nazionale G.A. Sanna.
2. Sorso: Santuario nuragico di Serra Niedda.
3. Sennori:Domus de janas dell'Orto del Beneficio Parrocchiale.
4. Sennori: Tomba di giganti di Oridda.
5. Osilo: Domus a prospetto architettonico di Ittiari.
 6. Nulvi: Nuraghe e Tempio a pozzo nuragico di Irru.
 7. Tergu: Muraglia e villaggio nuragico di Monte Elias.
8. Castelsardo: Muraglia megalitica di Monte Ossoni.





1. Sassari: Museo archeologico nazionale G.A. Sanna.
Insieme con quella del Museo nazionale di Cagliari, la collezione archeologica del Museo Sanna è la più importante e ricca della Sardegna. Posto su via Roma, in una palazzina ispirata al gusto neoclassico con un grazioso giardino, il museo fu riordinato negli anni Settanta con forti intenti didattici e corredato di modellini, tavole cronologiche, grafici e pannelli esplicativi. La struttura, molto grande, su più piani, comprende una sezione archeologica, una etnografica (attualmente chiusa) e una pinacoteca. In quest'ultima, frutto in gran parte di una donazione del mecenate sassarese cui il museo è intitolato, sono esposti alcuni pregevoli dipinti del XIV - XVIII secolo, oltre a collezioni di opere più moderne. La sezione archeologica è naturalmente quella di maggiore interesse. Vi spicca la sala dedicata interamente all'altare preistorico di Monte d'Accoddi, straordinario monumento situato a pochi chilometri da Sassari, databile tra la fine del Neolitico recente e la prima Età del Rame (2700-2400 a.C.) e simile per struttura alle ziqqurat mesopotamiche. Ricca e suggestiva la collezione di bronzetti nuragici, provenienti da vari siti sparsi per tutta la provincia di Sassari (e anche da alcuni nuraghi della provincia di Nuoro) e altrettanto affascinante quella dei reperti ritrovati nelle domus de janas. Le due sale di archeologia romana sono a loro volta di assoluto interesse, anche perché in questo museo veniva raccolto, prima dell'apertura nel 1984 dell'Antiquarium Turritano, tutto il materiale artistico ed epigrafico proveniente da Porto Torres, cioè dalla colonia romana di Turris Libisonis. Attualmente un po' sacrificata la sala di archeologia medievale, della quale è previsto un prossimo ampliamento.

2. Sorso: Santuario nuragico di Serra Niedda.

Si esce da Sassari lungo la statale 200 per Castelsardo e, raggiunta in una decina di minuti Sorso, si prosegue per la stessa strada in direzione di Castelsardo fino a incontrare, dopo circa due chilometri, l'articolata area sacra nuragica di Serra Niedda. Riportato alla luce da una serie di campagne di scavi effettuate fra il 1985 e il 1988,
il Santuario nuragico di Serra Niedda presenta una serie di strutture, non tutte di facile o sicura interpretazione, la più interessante delle quali è costituita da un pozzo sacro con camera circolare, cui si accede scendendo una rampa semicircolare di 14 gradini costruiti in lastre di calcare, ad eccezione dei tre inferiori, ricavati nella roccia.

Sorso: il santuario nuragico di Serra Niedda


Il sito, che attende ancora, nonché una valorizzazione, una sistemazione storico - critica adeguata, ha restituito una notevole quantità di reperti bronzei, fra i quali spicca per la sua importanza un modellino di nuraghe a quattro torri, di cui quella centrale sormontata da una figura di colomba stilizzata. Esposto al Museo Sanna di Sassari è un altro celebre bronzetto proveniente da questo sito e raffigurante un capotribù che porta al guinzaglio un ariete.

3. Sennori:Domus de janas dell'Orto del Beneficio Parrocchiale.
Rientrati a Sorso, raggiungiamo il centro dell'adiacente cittadina di Sennori dove, accanto alla chiesa parrocchiale, visiteremo un gruppo di tombe ipogeiche scavate nella roccia calcarea, ascrivibili alla Cultura di Ozieri (3500-2700 a.C.) e di notevole interesse sia per le figurazioni che compaiono in una di esse sia per lo schema anomalo, disordinato e privo di simmetria, della loro pianta complessiva. Il sito comprende in tutto undici ambienti, ad alcuni dei quali si accede attraverso un ingresso sopraelevato. In uno di questi, su una parete suddivisa in riquadri rettangolari da lesene, sono scolpite in bassorilievo tre protomi taurine (corna di toro: simbolo forza riproduttrice della natura) di fattura accurata e regolare, ciascuna delle quali si prolunga verso il basso in una testa estremamente stilizzata. La singolare ubicazione al centro dell'abitato attuale non ha purtroppo giovato a queste suggestive sepolture preistoriche che, oltre a versare in un cattivo stato di conservazione, sono state deturpate da atti di vandalismo.

4. Sennori: Tomba di giganti di Oridda.
Da Sennori s'imbocca la provinciale per Nulvi e dopo poco più di cinque chilometri si svolta a destra per Osilo: circa quattro chilometri dopo questo bivio, proprio accanto al margine destro della strada e tuttavia difficile da individuare, si trova la Tomba di giganti di Oridda, sepoltura collettiva di epoca nuragica (al suo interno furono ritrovati i resti di 27 individui), cui si accede attraverso una stele quadrangolare entro la quale è praticato un portello e che è preceduta da un lungo corridoio o dromos di circa sei metri e mezzo,
fiancheggiato da muri a secco rastremati verso l'atto. Il corridoio sbocca, dinanzi alla stele, in un'ampia esedra delimitata da pietre confitte verticalmente nel terreno (ortostati).

Sennori: la tomba di giganti di Oridda


La particolarità della Tomba di Oridda, che la differenzia da tutte le altre tombe di giganti conosciute, è data dal fatto che alta facciata di tipo dolmenico - ortostatico, tipica delle tombe di giganti, si unisce un vano ipogeico legato alla tradizione dette domus de janas, con il pavimento ribassato di oltre mezzo metro rispetto al terreno circostante.

5. Osilo: Domus a prospetto architettonico di Ittiari.
Da Oridda si prosegue lungo la provinciale per Osilo e, qualche chilometro prima di raggiungere il paese, si imbocca la strada a scorrimento veloce dell'Anglona in direzione di Sassari: al secondo viottolo si gira a destra e si prosegue fino al secondo incrocio, quindi a sinistra fino al passaggio a livello. Di qui, lasciata l'auto, dovremo proseguire a piedi per circa un quarto d'ora, fino a veder apparire sulla sinistra del sentiero, allineate ad arte sull'alto fronte del costone di roccia calcarea, le scenografiche Domus de janas di Ittiari. Le tombe sono del tipo "a spartito centinato", caratterizzate dall'abbinamento della sepoltura ipogeica prenuragica con motivi scolpiti nella roccia viva, che ricordano molto da vicino le stele e le esedre tipiche delle tombe di giganti di epoca nuragica. L'archeologo Giovanni Lilliu ipotizza che questi monumenti possano risalire a una fase di transizione fra civiltà prenuragica e nuragica (Cultura di Bonnanaro, 1800-1600 a.C.), mentre secondo un altro studioso, Ercole Contu, si tratterebbe di vere e proprie tombe di giganti che riutilizzano precedenti sepolture. Resta il fatto che questo particolare tipo di tomba è particolarmente attestato in un'area piuttosto ristretta del Sassarese, di cui Osilo costituisce il Limite nord - orientale.

6. Nulvi: Nuraghe e Tempio a pozzo nuragico di Irru.
Ritrovata la strada provinciale, si raggiunge la vicina Osilo e di qui si prende un'altra altra bella strada, tortuosa ma panoramica, la statale 127, in direzione di Nulvi e Tempio. Oltrepassato l'abitato di Nulvi, capoluogo comunale di uno dei territori a più alta densità di nuraghi di tutta La Sardegna, si procede ancora per circa tre chilometri verso Tempio, fino a incontrare sulla destra la deviazione, ben segnalata, per l'area archeologica di Irru. Il Nuraghe Irru fu rinvenuto alla fine del 1988 durante i lavori per la ricerca di una falda acquifera: il monumento era completamente ricoperto dalla terra. L'insieme consta di un nuraghe a pianta complessa e di un villaggio attiguo. A qualche centinaio di metri un tempio a pozzo, caratterizzato da una raffinata architettura a tecnica isodoma con conci in calcare. I materiali rinvenuti, che testimoniano di una lunga e ripetuta riutilizzazione del sito, risalgono a tre periodi: all'epoca nuragica (1600-800/700 a.C.), all'età fenicio - punica (VI secolo a.C.) e oll'alto Medioevo. IL complesso svolgeva un importante ruolo nel territorio perché situato in una zona pianeggiante, in prossimità di un corso d'acqua e di vie di penetrazione. La sua economia, basata sulla pastorizia, sull'agricoltura e sull'estrazione del rame dalle località vicine, permetteva ai nuragici un notevole scambio con i prodotti del mercato esterno (fenicio, punito e greco).

7. Tergu: Muraglia e villaggio nuragico di Monte Elias.

Tornati sulla statale 127, ne percorriamo un breve tratto a ritroso fino a incontrare sulla destra il bivio per Tergu, che dista da questo punto circa dodici chilometri: poche centinaia di metri prima di entrare nell'abitato di Tergu, si stacca sulla sinistra della provinciale una carrareccia che conduce direttamente al Monte Elias, colle trachitico sulla cui vetta, a 316 metri di altitudine, si ergono i resti imponenti di una poderosa muraglia nuragica, particolarmente sviluppata sul lato nord, proprio sul ciglio della rupe. Le mura, delle quali si può tuttora apprezzare uno sviluppo longitudinale di ben 120 metri, con un'altezza massima di cinque, furono erette a difesa di un villaggio, del quale sono visibili sparse e modeste rovine. Nell'area sono stati rinvenuti oggetti d'arredo d'epoca romana, segno di una prolungata riutilizzazione del sito originario.

8. Castelsardo: Muraglia megalitica di Monte Ossoni.
Da Tergu si prosegue in direzione di Castelsardo e, giunti a meno di due chilometri dal mare di Lu Bagnu, si svolta a destra in direzione di Multeddu: raggiunta questa frazione, si piega a sinistra nella statale 134 per Castelsardo e dopo circa un chilometro a destra in un lunghissimo e tortuoso sterrato che in circa 20 chilometri conduce fino alla cima di Monte Ossoni, difesa in epoca preistorica da un'opera megalitica dall'aspetto possente. Sulla base del ritrovamento di alcune ceramiche e di altri reperti il complesso di Monte Ossoni (Monte Solare) viene fatto risalire alla Cultura eneolitica di Monte Claro (seconda metà del terzo millennio a.C.). La muraglia, costruita con macigni di grandi dimensioni, è lunga 58 metri e alta 2,4 metri, ed è orientata a nord - est con andamento convesso. Generalmente confusa con un nuraghe, è in realtà una cinta di difesa all'interno della quale si trovava un abitato preistorico. Di qui, ritornati sulla statale 134, si raggiunge Castelsardo.


 
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