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Per un paradosso più che altro apparente, è solo a prezzo di una leggera forzatura che si può ascrivere Sassari alla regione denominata Sassarese.
La crescita della città è cominciata nel Basso Medioevo, come effetto della decadenza di Torres, spopolatasi rapidamente (secondo un destino comune a gran parte dei litorali dell'isola) a causa della malaria e delle incursioni saracene, e l'orizzonte di Sassari è sempre stato proiettato decisamente più verso settentrione e occidente, in direziono della fertile piana della Nurra, che non verso mezzogiorno. Il suo benessere (che oggi è legato in prevalenza al settore terziario) ha avuto storicamente origine dalla produttività delle sue campagne, intensamente coltivate a oliveti, e il suo vasto territorio si dirama verso tutti i punti cardinali fuorché verso sud.
Il Sassarese è invece la regione che abbraccia il fitto tessuto di paesi, piccoli e meno piccoli, a sud del capoluogo: da Uri a ovest fino a Ploaghe a est, da Tissi e Muros a nord fino a Ittiri a sud. La parte più caratteristica di questa regione è quella arrampicata sugli aspri e candidi colli calcarei che incoronano Sassari da mezzogiorno, a dominio del profondo avvallamento del Rio Mascari che separa questi paesi (Tissi, Ossi, Muros, Cargeghe, Flori-
Nella cornice di colli calcarei di cui si è detto, lavorati dagli agenti atmosferici e scavati in cavità e grotte, si annida un tesoro di sepolture ipogei-
Dopo la colonizzazione romana, intensissima in una regione di vitale importanza per il passaggio della principale strada di collegamento fra il sud e il nord dell'isola (strada di cui l'attuale statale 131 riproduce quasi per intero il tracciato), le campagne del Sassarese conobbero nel Medioevo un'organizzazione dell'economia e della società fondata in larga misura sulla gestione delle terre da parte dei grandi ordini monastici. Restano a testimoniarlo, oltre al convento e alla chiesa di San Pietro di Siiki (ormai assorbiti nell'ambiente urbano di Sassari), alcuni piccoli e grandi capolavori del romanico dispersi nelle campagne: la basilica della Santissima Trinità di Saccargia (in territorio di Codrongianos), la chiesa di San Michele di Plaiano, a nord di Sassari, quella di San Michele di Salvenero presso Ploaghe, i ruderi dell'abbazia di Nostra Signora di Paulis lungo la strada Uri-
Anche i centri urbani costituiscono in questa regione un motivo di attrazione non indifferente. Sassari conserva un centro storico medievale fra i più compatti e importanti dell'isola, anche se purtroppo in larga parte fatiscente, mentre la città moderna si sviluppa intorno a un centro d'impianto otto-
Antica casa colonica a dominio di un vigneto nella campagna dì Ittiri
Di eccezionale interesse il Museo Sanna, uno dei due più importanti musei archeologici della Sardegna, insieme con quello di Cagliari. Ma, al di là delle attrattive del capoluogo, si può dire che quasi nessuno dei piccoli centri compresi in questa regione sia privo di monumenti di qualche rilievo: due belle chiese romaniche sono nell'abitato di Tissi, una in quello di Usini, la cui parrocchiale è un esempio raffinato, e alquanto raro in Sardegna, di architettura tardobarocca; di forme eleganti è la settecentesca parrocchiale di Codrongianos; Ploaghe, che fu a lungo sede di diocesi, ha una scenografica piazza su cui affacciano l'ex cattedrale di San Pietro Apostolo, l'Oratorio del Rosario, il Cimitero monumentale e la casa parrocchiale nella quale è custodita (ma al momento non visitabile) una interessante pinacoteca; un itinerario inconsueto è infine offerto dai dipinti di Baccio Gorini, manierista toscano che visse a lungo esule a Codrongianos e le cui opere sono conservate in varie chiese a Cargeghe, Florinas e nella stessa Codrongianos (oltre che a Nulvi, nella vicina Anglona). Le tradizioni del folclore hanno a Sassari, con la Festa dei Candelieri e la Cavalcata sarda, due appuntamenti di grandissimo richiamo, mentre a Ittiri si svolge ogni anno un festival musicale ("Itti-
Fra le produzioni artigianali si segnala la presenza, a Sassari, di numerosi laboratori orafi nel centro storico e, nei giardini pubblici, quella della Bottega dell'Artigianato dell'ISOLA, che presenta un'ampia selezione di tutti i prodotti artigianali della Sardegna. Importante in tutta la regione la produzione di olio e di vino (con punte di assoluta eccellenza a Usini), mentre Uri è famosa per i suoi carciofi (con sagra nel mese di marzo) e Ploaghe rinomatissima per la pasticceria e per i salumi. La cucina sassarese ha nelle lumache (di varie dimensioni e cucinate in vari modi) e nella favata (piatto di Carnevale a base di fave secche e carne di maiale) i suoi piatti più tipici.