Isola di Sardegna

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Da Tempio Pausania ad Olbia

La Storia


Distanza complessiva da percorrere                 circa 120 Km
Tempo medio di percorrenza                           circa 3 ore
Percorsi a piedi                                              circa 30 minuti
Tempi di sosta e visita                                    circa 4 ore
Durata complessiva dell'itinerario                     da 7 a 8  ore


1. Calangianus: Complesso nuragico di Monti di Deu.
2. Sant'Antonio di Gallura: Muraglia prenuragica di Sara d'Aglientu.
3. Arzachena Tomba di giganti di Coddu Vecchio.
4. Arzachena: Tomba di giganti di Li Lolghi.
5. Arzachena: Nuraghe Albucciu e Tempietto nuragico di Malchittu.
6. Golfo Aranci:Tempio a pozzo nuragico Milis.
7. Olbia: Tempio a pozzo nuragico di Sa Testa.
8. Olbia: Nuraghe Riu Mulinu.



1. Calangianus: Complesso nuragico di Monti di Deu.

Si parte da Tempio sulla statale 127 alla volta di Calangianus: percorsi poco più di cinque chilometri, proprio all'altezza del bivio per la frazione di Nuchis, che si stacca sulla sinistra, svoltiamo a destra in uno sterrato che di lì a poco scavalca la ferrovia Tempio-Palau. Fatte poche centinaia di metri, si svolterà a sinistra e quasi subito sì noterà sulla destra della strada uno stazzo, a ridosso del quale è il Nuraghe Agnu, uno dei tanti elementi costitutivi del grosso complesso nuragico di Monti di Deu, costituito, oltre che da alcuni nuraghi, da tratti murari di fortificazione, da una fonte e da una tomba di giganti. Si tratta di una vera e propria unità di insediamento ben definita nel suo aspetto civile, militare e funerario. Fra i monumenti meglio conservati il Nuraghe Agnu e la Fonte di Li Paladini, entrambi realizzati in granito. Il Nuraghe Agnu è un tipico esempio di nuraghe a corridoio, con pianta a ferro di cavallo e ingresso orientato a est. La Fonte di li Paladini, della quale non si è ancora accertato l'eventuale valore sacro, ha la vena ancora attiva. La celletta della fonte è provvista di una grande pietra di soglia incisa da una canaletta per lo scolo dell'acqua.

2. Sant'Antonio di Gallura: Muraglia prenuragica di Sara d'Aglientu.
Ritornati sulla statale 127, si svolta a destra, raggiungendo in pochi chilometri Calangianus, per uscirne poi sulla statale 427 che, dopo circa diciotto chilometri, attraversando paesaggi bellissimi, dapprima tra le sugherete, poi con vedute scintillanti del Lago artificiale del Liscia, ci conduce a Sant'Antonio di Gallura. Qui, nel caso si voglia fare tappa alla grande Muraglia di Sarra d'Aglientu, sarà bene rivolgersi in Comune per avere indicazioni sulla strada da seguire, perché il sito, che si trova in località Nuraghes, pochi chilometri a nord-ovest del paese, non lontano dalla sponda orientale del lago, è di ardua individuazione. Si tratta di una muraglia prenuragica dallo sviluppo poderoso e impressionante (circa 200 metri di lunghezza), scavata di recente e ancora in attesa dì adeguata valorizzazione. Sotto la muraglia, addossati a una roccia, sono visibili i resti dell'omonimo nuraghe.

3. Arzachena Tomba di giganti di Coddu Vecchiu.
Da Sant'Antonio di Gallura si prosegue lungo la stessa statale 427 in direzione di Arzachena e, dopo una quindicina di chilometri, si svolta a sinistra nella provinciale per Luogosanto. Percorsi altri due chilometri, troveremo sulla sinistra, ben segnalata, la strada che conduce alla Tomba di Giganti di Coddu Vecchiu (o di Capichera), uno dei numerosi siti archeologici di straordinario interesse compresi nel territorio di Arzachena. Il monumento fu edificato in due fasi distinte: intorno alla metà del II millennio a.C. fu costruita una tradizionale tomba a galleria, cui fu aggiunta nella seconda fase (esedra semicircolare tipica delle tombe di giganti. I reperti rinvenuti in sito appartengono alle Culture preistoriche
di Monte Claro (2000 a.C.) e di Bonnanaro B (1700 a.C.) e al periodo nuragico.

Arzachena: la tomba di giganti di Coddu Vecchiu



L'elemento di maggior interesse è data dalla grande stele centinata bilitica (cioè composta da due sale lastre di pietra), la più alta sinora conosciuta con i suoi 4,40 m : alla base si apre il portello d'entrata finemente lavorato, sorta di "finto" ingresso alla galleria (forse simbolo di un passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti). La tomba a galleria misura 10,5 x 3,5 metri e racchiude al suo interno un corridoio rettangolare. L'esedra ha una corda di 13 metri e si collega alla parte frontale grazie a due lastre poste obliquamente. Il monumento è edificato per intero in granito locale.

4. Arzachena: Tomba di giganti di Li Lolghi.
Nelle vicinanze di Coddu Vecchiu si trova una seconda, imponente tomba di giganti: per raggiungerla non dovremo far altro che ritornare sulla provinciale per Luogosanto, percorrerne un ulteriore tratto di circa un chilometro e, non appena scavalcata la linea ferroviaria, svoltare a destra in uno sterrato seguendo le indicazioni. La Tomba di giganti di Li Lolghi, una delle più grandi della Sardegna, domina da un'altura la zona circostante.


Arzachena: la tomba di giganti di Li Lolghi


Il monumento fu edificato in due fasi distinte facilmente riconoscibili: presumibilmente nell'Età del Bronzo antico (1800-1600 a.C.) fu costruita, nell'attuale estremità posteriore, una tomba a galleria; a questa furono aggiunti nella seconda fase (in piena età nuragica: Età del Bronzo medio, 1600-1300 a.C.) un lungo corridoio interrato e la grande esedra semicircolare, fa cui corda misura 26 metri. La stele centrale, ricavata da un unica blocco di granito, è alta 3,75 metri.




5. Arzachena: Nuraghe Albucciu e Tempietto nuragico di Malchittu.
Ritrovata senza difficoltà la provinciale per Luogosanto, la si percorre adesso a ritroso, in direzione di Arzachena, fino a incrociare di nuovo la statale 427: la si attraversa, imboccando proprio di fronte una strada secondaria che, dopo un paio di chilometri, confluisce nella statale 125 Orientale Sarda. Qui svolteremo a destra, in direzione di Olbia, e subito vedremo apparire sulla destra l'imponente costruzione del Nuraghe Albucciu (il parcheggio è sulla sinistra della strada). L'impianto del nuraghe risale all'Età del Bronzo medio (1600-1300 a. C.). Il monumento è del tipo a corridoio: raggiunge il maggiore sviluppo lungo l'asse nord-sud, che misura 25,50 metri, mentre trasversalmente non supera i 15 metri.


Arzachena: il nuraghe Albucciu


La struttura, in blocchi non squadrati di granito, sfrutta e ingloba un'emergenza rocciosa. La facciata est ha conservato, caso quasi unico fra i resti nuragici, alcuni dei mensoloni di sostegno del terrazzo superiore. Sullo stesso lato un ingresso architravato immette in un andito trapezoidale, che si dirama in una serie di ambienti e conicoli sfocianti in un'angusta uscita sul lato nord. L'ambiente più ampio dell'edificio si trova sul lato sud, in corrispondenza di un piccolo cortile interno. Tutto il piana superiore è occupato dal terrazzo, sul quale si notano i resti di altri tre ambienti, fra cui una torre che sorgeva al margine nord. Il nuraghe ha restituito materiali di grande interesse, conservati al Museo Sanna di Sassari, e in particolare diversi frammenti di lingotti di rame di tipo cretese-cipriota. Dopo aver visitato il Nuraghe Albucciu, riattraversata la strada, ci incammineremo a piedi per un sentiero dapprima agevole poi piuttosto erto, al termine del quale potremo raggiungere il bellissimo Tempietto di Malchittu. Si tratta di uno dei rari esempi nati a tutt'oggi di edificio nuragico a megaron, con ingresso in antis, delimitato da due ante murarie, e in particolare dell'unico fra questi monumenti a presentare una pianta ellissoidale (circa 13 metri di lunghezza per una larghezza massima di 6). I resti, nelle immediate vicinanze, di un nuraghe a corridoio ormai interamente crollato e di un villaggio del quale sono ancora riconoscibili alcune capanne circolari attestano che questo monumento si trovava al centro di un insediamento nuragico di una certa importanza. L'edificio, che si conserva sostanzialmente intatto fuorché per la copertura crollata (quasi certamente un insolito tetto ligneo a doppio spiovente), è suddiviso da una parete trasversale in due ambienti: un vestibolo rettangolare e una camera absidata, cui si accede attraverso un portale architravato. Questo secondo ambiente, più ampio, dove sono distinguibili i segni della trave di sostegno della copertura, aveva farse funzioni cultuali. All'interno si trovano un bancone murario e quattro piccole nicchie.

6. Golfo Aranci:Tempio a pozzo nuragico Milis.
Lungo la statale 125 si procede in direzione di Olbia fino a incontrare, dopo poco meno di venti chilometri, il bivio per Golfo Aranci (altri dieci chilometri circa): qui, presso la stazione ferroviaria, si visita uno dei più interessanti esempi di tempio a pozzo nuragico. Una ripida scala di quaranta gradini conduce alla camera del pozzo. Molto bella la copertura architravata della scala: i blocchi che la costituiscono, secondo un modulo architettonico tipico dei templi a pozzo, formano a loro volta una scala rovesciata. La camera del pozzo, alta 9,29 metri, ha la copertura a tholos (a falsa volta). II pozzo, che racchiude una vena sorgiva ancora attiva, risale al 1500-900 a.C., ma è stato utilizzato a lungo e presenta tracce di un restauro attribuibile a età medievale. Per la sua fisionomia viene paragonato al vicino Pozzo di Sa Testa a Olbia, successiva meta del nostro itinerario: come questo doveva avere il vestibolo e un cortile antistante riservato alla riunione dei fedeli durante le cerimonie.

7. Olbia: Tempio a pozzo nuragico di Sa Testa.
Da Golfo Aranci si imbocca adesso la strada provinciale per Olbia e se ne percorre un lungo tratto, fino ad arrivare a poco più di tre chilometri dalla città:
qui, dinanzi all'hotel Pozzo Sacro, che si trova sulla sinistra della strada, potremo visitare uno dei monumenti nuragici più suggestivi e meglio conservati fra quelli dedicati al culto delle acque.

Olbia: Il tempio a pozzo nuragico di Sa Testa



Un recinto circolare lastricata introduce a un vestibolo dotato di sedili. Una scala coperta di 17 gradini conduce alla camera a tholos (falsa volta) dal cui pavimento sgorga una vena d'acqua. Si ritiene che i pozzi sacri fossero teatro delle ordalie (cioè dei "giudizi di Dio'), basate sulla virtù dell'acqua. Il reo di furto, sottoposto a questa prova, avrebbe perso la vista.


8. Olbia: Nuraghe Riu Mulinu.
Proseguiamo adesso per la statale 125 fino alla periferia di Olbia: immediatamente prima del cavalcavia ferroviario all'ingresso della città, svolteremo a destra in via Mincio, seguendo i binari della ferrovia fino alla chiesetta di Cabu Abbas: di qui, a piedi (circa un chilometro di ripida ascesa), si può raggiungere la muraglia megalitica che circonda il Nuraghe Riu Mulinu (o di Cabu Abbas), che sorge in posizione isolata e panoramica sulla sommità di un colle. Al centro del complesso, sfruttando il sostegno naturale dei grossi massi di granito sui quali è edificato, si trova un nuraghe monotorre, del quale si conservano soltanto alcuni filari del paramento esterno e un moncone della scala che conduceva ai piani superiori, crollati. Al centro del pavimento della camera principale è scavato un pozzo. Tutt'intorno al nuraghe corre una grande muraglia ad andamento circolare, del diametro di circa 50 metri e alta in certi punti 5 metri, destinata evidentemente alla difesa militare del sito. Poiché questo tipo di antemurale, privo di torri aggiuntive, dinanzi a un edificio nuragico costituisce un caso isolato, alcuni studiosi hanno ipotizzato che la sua costruzione sia di epoca prenuragica, antecedente a quella del mastio. Per l'imponente aspetto della cinta muraria il nuraghe di Cabu Abbas è chiamato anche il Castello nuragico o la Fortezza nuragica, e Punta Casteddu è il nome della collina (246 metri) su cui è costruito. Da questo sito, ritornati sulla strada principale, si raggiunge Olbia in pochi minuti.



 
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