Menu principale:
II Goceano è una piccola regione in prevalenza
montuosa che occupa la parte centro-
La regione è attraversata diagonalmente, nella sua parte settentrionale, dall'impervia Catena del Goceano, che supera con quasi ogni sua vetta i 1000
metri di altitudine, toccando i 1260 circa a Monte Rasu. Lungo le pendici sud-
La parte montuosa del Goceano è di straordinario interesse naturalistico perché rivestita, per grandi estensioni, di immensi boschi di lecci, sughere, querce caducifoglie, castagneti e, nella zona di Sos Niberos in territorio di Bono, di quella che è con ogni probabilità la più vasta foresta di tasso e agrifoglio sopravvivente oggi in Italia. Queste formazioni boschive sono fra i principali residui della foresta originaria che ricopriva la Sardegna fino ad un passato non troppo remoto, in seguito caduta sotto i colpi convergenti di un disboschimento selvaggio (consumatesi in gran parte nel XIX secolo) e dei disastrosi incendi più o meno recenti.
Benché al visitatore, e in particolare al turista che soggiorni sul litorale, il Goceano appaia oggi come una regione remota, certo la più periferica e diffìcile da raggiungere di tutto il Nord Sardegna, la sua posizione nel cuore dell'isola ne ha fatto nei millenni un importante nodo strategico, intensamente frequentato dall'uomo fin dal Neolitico. Dell'età prenuragica restano alcune importanti testimonianze, in particolare due necropoli a do-
Il muschio riveste di una patina come di ruggine le pietre dei monumenti preistorici, assimilandoli ai colorì del paesaggio. Questo è il nuraghe Sos Istattos, nell'agro dì Mores.
Ma è soprattutto la densità degli insediamenti nuragici a impressionare, specie se confrontata con l'attuale rarefazione della presenza umana. I nuraghi in Goceano spuntano dovunque, non solo lungo le due sponde del Tirso, tutte punteggiate di torri megalitiche quasi sempre in rovina, ma anche sugli aspri monti dell'interno, sulle vette apparentemente più inaccessibili (il nuraghe Tilariga di Bultei sorge ad oltre 1000 metri di altitudine, il Santu Martine di Esporlatu a circa 950) e addirittura nel mezzo delle foreste, dove individuarli nel folto della vegetazione può diventare problematico. La loro frequenza, la loro dislocazione nei punti più remoti e disabitati del territorio, la forza arcana con cui la natura li ha risucchiati nel verde o assimilati alle rocce rendono palpabile qui più che altrove la ragione del fascino che il nuraghe riveste in Sardegna: la sua trasformazione in uno degli elementi costitutivi del paesaggio. Fra i nuraghi più interessanti della regione si segnalano, oltre a quelli già citati, il Voes di Nule, uno degli esempi più evoluti e raffinati di architettura nuragica, il grande complesso del nuraghe Costa di Foresta Burgos, con tutta la costellazione di torri che lo circondano da ogni parte a poche centinaia di metri, ITrismanzanu di Esporlatu che, oltre ad essere fra i meglio conservati del Goceano, è reso particolarmente suggestivo dal grande leccio che si è radicato al suo interno.
I Romani conobbero e apprezzarono le ferme di Aquae Lesitanae, cioè le attuali sorgenti termali di San Saturnino (al confine fra i territori di Bene-
Non lontano dalle sorgenti termali, sopra i resti di un nuraghe, sorge la bella chiesa romanica di San Saturnino, e d'impianto romanico, benché in seguito ripetutamente rimaneggiata, è anche la chiesa campestre di Santa Maria di Mesumundu nei pressi di Anela. L'abitato di Burgos è dominato dai resti imponenti del Castello del Goceano, il meglio conservato del Nord Sardegna, costruito in età giudicale, mentre Bono, il centro più popoloso della regione, vanta una bella chiesa parrocchiale in stile gotico-
Molto seguita in tutta la regione, e di particolare interesse a Bottidda, la festa invernale di Sant'Antonio Abate, con i relativi falò rituali. A Bono, paese natale di Giovanni Maria Angioi, eroe dei moti antifeudali degli anni Novanta del Settecento, si tiene ogni anno il 31 agosto una festa dedicata a San Raimondo, collegata appunto a questo episodio storico e animata da un'insolita vena satirica.
Fra tutti i centri del Nord Sardegna Nule è in assoluto il più rinomato per la lavorazione artigianale dei tappeti, lavorati al telaio verticale e decorati con i tipici motivi a fiamme. Fra le produzioni alimentari spicca invece quella del pane bissau di Benetutti, variante locale del più noto pane carasau.
La chiesa romanica di San Leonardo (comune di Ittiri) è stata smontata e ricostruita per anastilosi prima dell'apertura dell'invaso artificiale del Cuga, che ha sommerso il sito in cui originariamente sorgeva.