Isola di Sardegna

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L'Anglona

Territorio


L’Anglona è delimitata a nord da un arco di costa compreso tra Punta Tramontana e la foce del Co-ghinas, a est dal corso di questo stesso fiume, a sud/sud-est dall'aspro massiccio trachitico del Monte Su Sassu che la divide dal Montacuto e a occidente da una linea abbastanza irregolare e serpeggiante che congiunge Punta Tramontana al corso del fiume Silis pochi chilometri a ovest di Nulvi. Partendo dal litorale e procedendo in senso orario, i comuni compresi in questa regione sono Castelsardo, Valledoria, Santa Maria Coghinas, Sedini, Bulzi, Perfugas, Ernia, Laerru, Martis, Chiara-monti, Nulvi e Tergu.
La costa, prevalentemente alta e rocciosa nel trat­to di Castelsardo, si distende più a est nell'arenile di Valledoria, segmento occidentale della spiaggia formata dai detriti alluvionali del Coghinas, che prosegue al di là della foce, ormai in territorio gallurese, fino al promontorio di Isola Rossa.
L'entroterra, fatta eccezione per l'ampia e fertile piana di Campo Coghinas, ai margini del quale sorgono gli abitati di Santa Maria Coghinas e di Valledoria, è caratterizzato da un paesaggio ondu­lato di morbide colline, un tempo intensamente coltivate, oggi quasi interamente destinate a pa­scolo. È un paesaggio dolce e mosso, arioso e vo­lubile, sul quale si ergono qua e là punti panora­mici di grandiosa bellezza, come quello di Monte Alma nei pressi di Nulvi.
Fra le attrazioni naturalistiche della regione spicca per la sua unicità la va­sta area (circa 70 chilometri quadrati) della Fore­sta pietrificata, originata da un raro fenomeno di fossilizzazione dei tronchi degli alberi prodottosi nel corso del Miocene (circa quindici milioni di anni fa).
A conferma del fatto che l'Anglona è una delle re­gioni di più antica antropizzazione dell'isola, ed anzi forse quella dove l'uomo si è insediato per la prima volta, proprio qui, sul greto del Rio Altana, in territorio di Perfugas, furono ritrovati pochi an­ni or sono utensili preistorici che hanno costretto gli studiosi a retrodatare di non meno di 150.000 anni (dal Neolitico al Paleolitico inferiore) la pre­senza dell'uomo in Sardegna. Taluni di questi re­perti, insieme con i resti della Foresta pietrificata e con innumerevoli materiali di scavo, sono con­servati nell'importante Museo archeologico e pa­leobotanico di Perfugas.
La regione è in effetti ricchissima di siti archeolo­gici che testimoniano di una continuità di inse­diamenti dal Paleolitico, attraverso il Neolitico e la civiltà nuragica, fino alla dominazione romana e all'Alto Medioevo. Fra i monumenti di età prenu-ragica vanno segnalate quanto meno le domus scavate alla base dello spettacolare macigno tra­chitico della Roccia dell'Elefante, nell'entroterra di Castelsardo, la singolare Domus Sa Rocca, che sorge nel centro dell'abitato di Sedini, la Tomba dell'Ariete nelle campagne di Perfugas e la mura­glia megalitica di Monte Ossoni in territorio di Ca­stelsardo.
L’Anglona offre poi (specie in alcune aree come quelle di Nulvi, di Chiaramonti e di Perfugas) una delle più alte concentrazioni di edifici nuragici di tutta l'isola: a parte i veri e propri nuraghi (fra i quali sono di particolare interesse i nuraghi Alvu e Irru di Nulvi, il Paddaggiu di Castelsardo, il Ruju e l'Ut di Chiaramonti), si concentrano in questa re­gione due dei rari esempi di tempio a pozzo nuragico (il Predio CanopoLi nell'abitato di Perfugas e l'Irru presso Nulvi), la fonte nuragica di Niedda (ancora a Perfugas), la fortezza di Corrales presso Chiaramonti, la grande muraglia nuragica di Mon­te Elias, eretta in posizione elevata a qualche di­stanza da Tergu a difesa di un esteso villaggio di capanne.
Dopo la colonizzazione romana, di cui resta testi­monianza, oltre che nei materiali di scavo, in al­cuni toponimi (Erucium da cui forse Erula, Cerìcum sul sito dell'attuale Tergu), l'Anglona fu, come il Sassarese e il Meilogu ma in misura se possibile ancora più capillare, terra di intenso sfruttamento agricolo da parte dei grandi ordini monastici, in particolare dei Benedettini di Montecassino, che ebbero a Tergu la loro principale testa di ponte in Sardegna. La bella basilica di Nostra Signora di Tergu, certo da annoverarsi fra i migliori esempi di romanico sardo, non è una testimonianza isolata di questa fase storica: altre eccellenti chiese ro-maniche, il cui fascino è moltipllcato dal sugge­stivo rapporto plastico e cromatico con il paesag­gio, sorgono presso Sedini (San Pancrazio e San Nicola di Silanis, quest'ultima da secoli allo stato di rudere), Bulzi (San Pietro delle Immagini, dalla quale proviene il gruppo ligneo della Deposizione, unico esempio di intaglio romanico dell'isola, ora conservato presso la parrocchiale di Bulzi), Erula (Santa Vittoria di Gavazana), Chiaramonti (Santa Maria Maddalena). Fra le chiese ubicate in am­biente campestre è ancora da segnalare quella go­tico-aragonese di San Giorgio, presso Perfugas, ora purtroppo snaturata da un restauro ben poco rispettoso.
Alta sulla rocca e ancora cinta dalle mura genove­si, Castelsardo conserva uno dei centri storici me­dievali più importanti della Sardegna, ma anche altri abitati dell'Anglona presentano caratteri de­gni di rilievo. Sedini offre, oltre a una bella par­rocchiale gotico-aragonese, un centro pittoresco, con strette viuzze arrampicate fra le case costruite sulla roccia viva.
Nulvi, che vanta un passato non troppo remoto di agiato borgo agricolo, ha chiese importanti, arricchite da opere d'arte e da altari lignei di notevole effetto.

Il pittore fiorentino Baccio Gorini, esule in Sardegna per motivi politici, ha lasciato nell'isola interessanti testimonianze del manierismo toscano. Questo è il martirio di Santa Tecla, custodito nell'omonima chiesa di Nulvi

La stessa Perfu­gas, benché cresciuta disordinatamente negli ulti­mi anni intorno al suo nucleo originario, conserva un minuscolo relitto di dignitoso centro storico, rannicchiato intorno all'elegante parrocchiale go­tico-aragonese di Santa Maria degli Angeli. A Mar-tis si può ancora ammirare, benché gravemente danneggiata dallo sprofondamento del terreno, la vecchia parrocchiale di San Pantaleo, piuttosto gotica che romanica, eretta in posizione sceno­grafica sul ciglio di una scarpata. Gli imponenti ruderi di due castelli dei Doria dominano dall'alto gli abitati di Chiaramonti e di Santa Maria Coghinas, che può fregiarsi della bella chiesa di Santa Maria delle Grazie, di impianto romanico.
La festa di Lunissanti, che si svolge a Castelsardo (con escursione a Tergu) il lunedì della Settimana Santa, è fra le più antiche, celebri e suggestive della Sardegna. Di notevole richiamo anche la Fe­sta dei Candelieri di Nulvi, non inferiore per no­biltà di tradizione a quella più famosa di Sassari. L'antica arte dell'intreccio di rafia e altre fibre ve­getali ha il suo centro propulsore in Castelsardo dove, all'interno del Castello, è allestito anche un interessante Museo dell'intreccio mediterraneo. Altra lavorazione artigianale caratteristica è quel­la delle pipe di radica a Laerru, mentre Chiara­monti è un centro di qualche importanza per la produzione di tappeti.
Per quanto concerne i prodotti alimentari, Nulvi, Perfugas e Chiaramonti eccellono nella produzione casearia, mentre la piana del Coghinas, in territo­rio di Valledoria, è coltivata in modo intensivo a carciofi e pomodori.





Pecore al pascolo intorno al nuraghe Alvu, nelle campagne di Nulvi









 
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