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I confini della Gallura, vasta regione che occupa tutto il settore orientale e nordorientale della provincia di Sassari, sono già stati descritti nella parte iniziale di questa Introduzione.
All'interno di questa regione, che pure presenta caratteri di insolita omogeneità geologica e paesaggistica, si suole distinguere fra un'Alta e una Bassa Gallura, che si differenziano sia per ragioni storiche (e di densità di popolazione) sia per i diversi effetti generati sull'uno e sull'altro comprensorio dal tumultuoso sviluppo turistico degli ultimi anni.
Partendo dalla foce del Coghinas e procedendo in senso orario, la Bassa Gallura, cioè il lungo arco costiero della regione e la fascia di territorio nelle immediate vicinanze del litorale, comprende i seguenti comuni: Badesi, Trinità d'Agultu e Vignola, Aglientu, Santa Teresa Gallura, Paiau, La Maddalena, Arzachena, Golfo Aranci, Olbia, Loiri-
La conformazione del litorale non è uniforme, e ancor meno omogenee sono la notorietà dei luoghi e la densità delle urbanizzazioni turistiche. Tolto qualche grosso ma isolato insediamento, come quelli di Costa Paradiso, Portobello e Rena Majore, il tratto settentrionale della costa, da Ba-
Questo tratto di costa, orientato da sud-
Segue, fino al confine della provincia, la costa di Loiri-
Se il litorale è celebre per la bellezza delle sue spiagge, il fascino delle rocce granitiche e la limpidezza del mare, non meno suggestivo è l'interno della Gallura, contrassegnato da paesaggi collinari e montani dove i picchi granitici, le curiose formazioni di roccia (come la Roccia del Fungo nell'abitato di Arzachena, il Monte Pulchiana presso Tempio o Le guglie di Su Padre e Sa Monza in territorio di Bortigiadas) o gli sprofondamenti cosparsi di immani massi rotolati dalle cime dei monti (come nella Valle della Luna presso Aggius) affiorano da una vegetazione composta in prevalenza da grandi estensioni di sugherete e di fitta macchia mediterranea.
Il dato storico determinante della Gallura è rappresentato dalla rarefatta presenza dell'uomo. Si tratta di un fenomeno costante, ben riconoscibile fin dalla preistoria e aggravato all'inizio dell'età moderna dal pressoché totale spopolamento dei litorali sotto l'effetto congiunto della malaria e delle incursioni piratesche. Dal punto di vista del visitatore e delle sue curiosità culturali, questa caratteristica, in parte ma artificiosamente corretta, come si è già visto, dallo sviluppo turistico che ha premiato più la Gallura di altre regioni del Nord Sardegna, si traduce in una relativa povertà di siti d'interesse artistico e monumentale rispetto alla ricchezza, del resto per lo più misconosciuta, del Logudoro. La densità dei nuraghi è ad esempio in Gallura di tre-
Leonardo presso Luogosanto e dei ruderi di quella di San Giovanni a Viddalba (comune peraltro ubicato lungo la sponda del Coghinas e fortemente attratto dalla vicina Anglona).
In compenso la concentrazione della popolazione sui rilievi dell'interno ha attribuito nei secoli una singolare dignità ai centri storici, quasi tutti raccolti in un'area piuttosto ristretta che ha al suo centro Tempio Pausania, città che fino a tempi recentissimi era l'indiscussa "capitale" della Gal-
Lungo l'intero sviluppo dell'arco costiero, invece, a metà del Settecento esisteva un solo centro abitato, quello di Olbia, città fondata dai Cartaginesi nel V-
Benché assai meno frequentata del Logudoro in epoca preistorica, la Gallura offre alcune concen-
Altre due tombe di giganti di mole imponente sono dislocate a sud di Olbia (Su Monte de S'Abe) e a ovest di Palau (Li Mizzani).
Due templi a pozzo nuragici si trovano a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro: quello di Sa Testa in territorio di Olbia, lungo la strada per Golfo Aranci, e quello di Milis entro l'area del porto di quest'ultima località.
Ancora, nel territorio di Tempio, sorgono i due nuraghi più importanti della regione: l'Izzana e il Majori.
Un museo archeologico, piccolo ma molto bene organizzato, è aperto da alcuni anni a Viddalba ed uno assai interessante di archeologia navale alla Maddalena. L'assenza pressoché totale di edifìci romanici è compensata da un fitto tessuto di chiese campestri, alcune antiche e di pregevole fattura (come quella già citata di San Leonardo presso Luogosanto), altre di costruzione più recente o molto rimaneggiate nei secoli, ma sempre suggestive per la fusione armoniosa con il paesaggio (due esempi significativi sono offerti dal santuario di San Paolo Eremita presso Monti e dalla semplice chiesa di Santu Silvaru in territorio di Aglientu).
Tra le feste religiose, la più frequentata è quella di Nostra Signora di Luogosanto, mentre tra le manifestazioni folcloristiche spicca il Carnevale di Tempio e fra quelle culturali la rassegna cinematografica "Una notte in Italia", che si svolge nell'incantevole scenario dell'Isola Tavolara.
Fra le produzioni artigianali si segnalano Tempio per l'oreficeria, Aggius per la lavorazione dei tappeti, Calangianus per quella del sughero (che costituisce una delle risorse economiche più rilevanti della Gallura interna), Luras per quella del granito, Santa Teresa per quella del corallo, La Maddalena, infine, per la carpenteria navale.
Tempio è uno dei principali centri della Sardegna per quanto concerne la produzione vinicola, con un pregiato vermentino e un rinomatissimo moscato. Tutta la parte orientale della regione, da Luogosanto a Sant'Antonio di Gallura, da Olbia (frazione di Berchiddeddu) a Loiri e a Padru, è interessata dalla produzione del miele.
Molti i centri galluresi famosi in tutta l'isola per la pasticceria e la lavorazione artigianale della pasta.