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Comune di Ardara |
Il paese visto dal colle di San Pietro
Se a questo paese non è stato concesso di conservare molto di quel che lo distinse durante la lunga stagione di potere e di prestigio che visse in un passato ormai lontano, fra l'XI e il XIII secolo, la sorte gli ha mantenuto almeno il privilegio della splendida posizione. L'abitato, infatti, è adagiato su un poggio dal quale gode di una vista singolarmente ampia, poiché a nord abbraccia i rilievi dell'Anglona, a nord-
Ebbe sorte migliore, e comunque godette di rispetto molto maggiore, la bellissima Basilica di Santa Maria del Regno, che insieme alla Basilica di San Gavino di Porto Torres è fra i capolavori dell'arte romanica in Sardegna. La bella chiesa fu eretta fra la metà dell'XI secolo e il 1107 come cappella palatina del Giudicato di Torres e della sua capitale. Santa Maria del Regno, interamente costruita in scura pietra trachitica (è conosciuta anche come il Duomo Nero di Ardara), fu realizzata, diversamente da quel che solitamente avveniva a quel tempo, da un solo architetto, di scuola lombarda ma aperto a influssi dell'arte pisana. All'interno le tre navate sono separate da colonne con capitelli. Nella chiesa, nella quale nel 1238 furono celebrate le nozze di Enzo "re di Sardegna", figlio naturale di Federico II di Svevia, con Adelasia giudichessa di Torres, sono custoditi, oltre al bei pulpito in legno con intagli dipinti e dorati dei secoli XV e XVI, due retabli cinquecenteschi, uno dei quali opera del pittore sardo Giovanni Muru e di due suoi allievi.
Il Retablo Maggiore, inserito in una sontuosa costruzione lignea dai riflessi dorati, si compone di una statua di legno raffigurante la Madonna col Bambino e di ventisei dipinti dei quali gli otto inseriti negli scomparti centrali sono dedicati alla vita della Vergine, mentre i dodici del polvarolo e i sei laterali della predella disegnano tutt'intorno alle immagini della storia di Maria una corona di santi. Al centro della predella, infine, vi è il tabernacolo con un Cristo in pietà. I dipinti della predella si devono a Giovanni Muru, che li ha firmati e datati (1515); il resto del retablo è invece opera di due suoi aiuti, uno dei quali sicuramente influenzato dal Maestro di Castelsardo. Il Retablo Minore, più piccolo del primo, del quale è posteriore di alcuni decenni, a stato restituito alla chiesa nell'ottobre 1999, al termine di un restauro durato decenni. Vi è raffigurata, al centro, una Madonna che allatta il Bambino, circondata da scene della Passione. Al centro della predella una Pietà. Il resto della predella e i polvaroli rappresentano santi e profeti. Il retablo, benché dovuto ad artisti minori, è tuttavia opera di grande decoro artistico.
Vi è infine, sul colle che si leva al di sopra del paese, una chiesa molto più modesta, quella di San Pietro, di architettura semplice e spoglia, con una piccola abside semicircolare in blocchi di trachite scura. Molto ampia e bella la vista della quale si gode dal piazzale della chiesetta.