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Comune di Osilo |
L'abitato ai margini del borgo medievale
Tutto raccolto al sommo di uno dei Monti del Tuffudesu, ai piedi del Castello dei Malaspina intorno al quale sorse nella seconda metà del Duecento, Osilo guarda su larga parte della Sardegna settentrionale, dal Golfo dell'Asinara alle colline del Meilogu, dalla vasta pianura della Nurra alle cime del Limbara.
Il paese ha conservato in buona parte integro il suo nucleo medioevale con le stradine ripide e tortuose, le case dalle facciate di linea semplice, fra le quali le quattro chiese (la parrocchiale dell'Immacolata Concezione, la vicina Chiesa del Rosario e quelle di San Valentino e di San Maurizio) sembrano essersi fatte spazio a fatica.
Il castello, che oltre che ai Malaspina appartenne agli aragonesi, ai Doria, ai giudici d'Arborea e poi di nuovo agli aragonesi, non è stato risparmiato dal tempo trascorso, che ne ha logorato, e in parte sgretolato, le due torri (una delle quali ora restaurata) e le altre strutture. Sebbene fosse di proporzioni modeste (nei suoi tempi migliori copriva una superficie di non più di un migliaio di metri quadrati), fu in grado di esercitare le sue funzioni di difesa, di presidio, di sede del potere, fino al Cinquecento; poi decadde e, secondo una tradizione di fondamento incerto, divenne covo di banditi.
Osilo non ha sicuramente l'aspetto del paese languente, è invece un centro vivace e attivo, che in passato fu tra i maggiori della Sardegna, tanto che nel 1836 chiese che gli fosse riconosciuta la qualifica di città; gli fu negata, mentre la ottennero Nuoro, Tempio e Ozieri.
Accade, però, che già da decenni la consistenza della sua popolazione vada diminuendo: aveva 6172 abitanti nel 1931 e 5652 (circa duemila più di quanti ne abbia oggi) nel 1962.
Tuttavia il suo territorio, di estensione notevole (poco meno di 10.000 ettari), in larga parte fertile, vario e ricco d'acqua, offre una considerevole somma di risorse che dovettero essere apprezzate già in età antichissime, se vi restano tracce d'insediamenti umani d'epoca prenuragica.
Di particolare interesse la Necropoli di Ittiari, costituita da sette tombe allineate su un fronte di roccia calcarea, caratterizzate dall'abbinamento della sepoltura ipogeica prenuragica con elementi che ricordano le tombe di giganti di epoca nuragica.
Questo tipo di tomba è frequente in una ristretta area del Sassarese della quale Osilo costituisce il limite nord-
Ma vi sono altri luoghi di notevole interesse e di grande fascino. Altamente suggestivo è il lago artificiale di Bunnari, che assicura in larga misura l'approvvigionamento idrico di Sassari, e intorno al quale si è costituito nel tempo un fitto bosco di pini e roverelle. Singolare è la Valle di San Lorenzo, percorsa da un corso d'acqua sulle cui rive fino a pochi decenni fa erano attivi non meno di trenta mulini ad acqua.
L'ultimo, il Mulino Pisano, ora utilizzato come abitazione, fu chiuso intorno al 1980. A pochi chilometri da Osilo, sul sommo di un colle, sorge la chiesa seicentesca di Nostra Signora di Bonaria, che per lungo tempo fu lasciata in abbandono.
Da questo luogo si gode di una vista straordinariamente ampia. Nella prima metà d'agosto ad Osilo si svolge una sagra che dura cinque giorni e comprende sfilate in costume e a cavallo, la Corsa all'anello (tradizionale giostra equestre), una giornata dedicata agli emigrati, mostre e convegni sul patrimonio etnografico locale.