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Comune di Bortigiadas |
Le domus dejanas di Tisiennari
II paesino è posto lungo il versante meridionale di un ispido colle, il Cuccuru Santu (ma qui veniva chiamato il Monte Incatenato per il fitto intrecciarsi dei muretti a secco che ne segnano i fianchi), il cui declivio è abbastanza ripido perché le case vi siano dovute sorgere lungo strade disposte in una successione di gradini. Davanti, di là da una vallata percorsa da due affluenti del Coghinas, il Rio Puddina e il Rio Badu Mesina, si leva la grigia massa rocciosa del Limbara. I bei luoghi, il clima sano, l'acqua abbondante e buona, non sono bastati a mettere Bortigiadas al riparo dal processo di graduale spopolamento che in Sardegna ha colpito innumerevoli piccoli centri: nel 1962 aveva 1800 abitanti, il doppio di quanti oggi gliene restino. In un passato neppure molto lontano gli abitanti erano prevalentemente agricoltori: avevano qualche fama, in particolare, le ciliegie che qui si producevano; oggi le coltivazioni hanno lasciato il posto ai pascoli.
Il territorio conserva tracce diffuse di insediamenti umani d'età nuragica e prenuragica. Un esempio significativo è costituito dalle domus de janas di Tisiennari, fra le poche tombe decorate trovate in Gallura. La sepoltura, scavata in una parete di roccia calcarea, è composta da quattro ambienti. In una cella una delle pareti ha una falsa porta con la cornice scolpita, sormontata da un duplice motivo di corna taurine. Sulla parete opposta, ordinate su tre file, appaiono una quarantina d'incisioni alcune delle quali richiamano la forma delle corna, altre la clessidra o l'immagine di un idolo o sono di natura puramente geometrica. Nel territorio del paese restano anche testimonianze di insediamenti d'età nuragica. Più tardi i romani vi fecero passare una strada: ne restano gli avanzi di un ponte, detto "della Scaffa". In età giudicale Bortigiadas fu il centro più importante della curatoria di Gemini, nel Giudicato di Gallura. Fu in quel periodo che il borgo ebbe il nome che ancora porta, dovuto al fatto che aveva i tetti coperti di sughero (bortigula nella parlata locale). La vasta area intomo al paese (il territorio di Bortigiadas si spinge fino alla riva del lago artificiale di Casteldoria) ha luoghi di grande suggestione: vi sono cime di forma singolare (II Frate e La Suora), bei boschi, corsi d'acqua.
Nel paese esiste un Museo mineralogico, nel quale sono custodite una collezione di oltre settecento minerali provenienti da ogni parte del mondo e una interessante raccolta di fotografie sulla lavorazione del carbone.