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Comune di Nughedu S.Nicolò |
La valle ai piedi del paese vista dalla passeggiata panoramica di Carade
Dei boschi di noci che diedero il nome al paese e che coprivano per vaste estensioni i colli che lo circondano sono rimasti soltanto pochi sparuti avanzi.
Sospeso fra le cime rocciose della catena del Goceano, che si leva alle sue spalle, e la vasta piana di Ozieri e Chilivani, dalla quale lo dividono pochi chilometri, Nughedu gode di una posizione particolarmente felice.
L'abitato è quello d'un paese d'alta collina: chiari gli intonaci delle case, ordinate le stradine intorno alla piazza centrale sulla quale si affaccia la chiesa parrocchiale di San Nicola.
La chiesa ha meno di cinquant'anni: fu costruita nel 1955, dopo che l'antica parrocchiale seicentesca, che aveva accanto i due oratori del Rosario e della Santa Croce, dovette essere demolita perché in stato di degrado non più arrestabile.
Il paese, che ha alle spalle un passato di grande dignità, poiché in età medioevale fu capoluogo d'una curatoria, quella di Nugor o di Nugueto, del Giudicato di Torres, da decenni va declinando; nell'ultimo mezzo secolo ha perso ben più che la metà dei suoi abitanti, che erano 2268 nel 1951.
Il territorio offre numerosi motivi d'interesse.
Altamente suggestiva la passeggiata di Carade, a qualche chilometro dal paese, presso il confine con Ittireddu.
Numerose le chiese campestri.
Di qualche interesse quella dei Santi Cosma e Damiano, il cui impianto originario era romanico, ma che in seguito ha subito parziali rifacimenti.
Non mancano le testimonianze di antichissimi insediamenti umani, alcune delle quali, come le domus de janas di Pudda , attribuite alla "Cultura di Ozieri" (3500 -
Per iniziativa del Comune la sera del Giovedì grasso si festeggia il carnevale con una grande "favata" (fave cotte con lardo e salsicce) offerta nella centrale piazza Marconi agli abitanti del paese e ai visitatori.