La domus de janas di Molimentos
Diversamente dagli altri sette paesi del Goceano, che si affacciano sulla valle del Tirso dal versante sud-orientale (Sa Costera) della catena montuosa che la delimita, quindi dalla sinistra del fiume, Benetutti, come Nule che gli è vicina, si adagia sul versante opposto, fra le ondulazioni di un altipiano fittamente coltivato a vigneti e frutteti. Paese la cui solida tradizione pastorale ancora sopravvive e conserva intatto il suo prestigio, mostra, nel suo abitato privo di emergenze architettoniche di speciale rilievo, un sobrio decoro. Di costruzione ottocentesca la chiesa parrocchiale di Sant'Elena, nella quale è custodita, purtroppo non integra, una delle ultime opere dell'anonimo pittore cinquecentesco conosciuto come il Maestro di Castelsardo, probabilmente un artista sardo formatosi fuori dell'isola intorno alla metà del XVI secolo: il Retablo di Sant'Elena, dedicato all'Invenzione (cioè al ritrovamento) della croce da parte della santa. Gran parte dell'opera fu, durante la seconda guerra mondiale, oggetto di saccheggio da parte dei tedeschi che occupavano questa zona (furono asportate, in particolare, le tavole dedicate ai quattro evangelisti). La parte superstite conserva tuttavia la sua bellezza e il suo fascino, e conferma la capacità dell'artista anonimo di fondere, con grande sapienza tecnica e sicuro gusto pittorico, uno stile in larga misura rinnovato con il rispetto della tradizione sarda. La Crocifissione, che fa parte del retablo, ricorda i tratti scarni e crudi del Cristo di Nicodemo custodito nella chiesa oristanese di San Francesco. Se fondamentalmente pastorale è la tradizione del paese, il suo territorio offre anche altre risorse, che non furono trascurate già sotto la dominazione dei romani, che da un lato apprezzarono la vocazione agricola della valle, appezzamenti della cui fertile terra furono concessi a ex legionari, dall'altro conobbero le virtù delle sorgenti termali delle Aquae Lesitanae, le attuali Terme di San Saturnino (forse l'abitato di Benetutti sorse proprio sul luogo nel quale fu istituito l'insediamento romano di Lesa). Le sorgenti termali di San Saturnino sono poste alla confluenza fra il Tirso ed uno dei suoi principali affluenti, il Rio Mannu, il cui corso segna il confine fra il territorio di Benetutti e quello di Bultei. Le fonti sono nove, la maggior parte delle quali ricade nel territorio di Bultei, benché il loro sfruttamento avvenga sulla riva opposta del Rio Mannu, dove ha sede lo stabilimento termale. Resti delle terme romane sono venuti alla luce nel punto nel quale sorgono le Terme Aurora.
Questa regione accolse fin dall'età neolitica insediamenti umani dei quali restano numerose testimonianze. Non lontana dal paese è la Domus de janas di Molimèntos, la cui semplice planimetria è a forma di croce. Sono di notevole interesse gli elementi architettonici scolpiti sulle pareti e sulla volta. La tomba risale alla Cultura di Ozieri (3500 - 2700 a.C.), ma fu riutilizzata in età posteriori; vi si sono infatti trovati materiali ceramici di età posteriore (Cultura di Abealzu, 2500 - 2400 a.C.). Poco più lontane dal paese le due domus de janas di Mandra ‘e Giosso, scavate nel granito e poste l'una di fronte all'altra. La prima, pluricellulare, ha un'anta semicircolare ed una prima cella dalla quale si accede alla seconda, al centro della quale è un pilastro; alla sommità del pilastro è praticata un'apertura per la quale si accede al piano superiore, dove sono stati ricavati altri due vani. La singolare soluzione fu adottata per aumentare lo spazio disponibile. La seconda domus ha un corridoio di accesso e diverse celle, una delle quali conserva un'incisione geometrica e tracce di pittura rossa. Di particolare interesse il Dolmen di Monte Maone, che ha sofferto delle intrusioni clandestine di cui è stato frequentemente oggetto. E frutto della commistione fra due diversi sistemi di sepoltura: è costituito da una grotticella scavata nella roccia, come le domus de janas, completata da una struttura muraria, ed è coperto da un unico lastrone di pietra. Sulla cima di un colle, tre chilometri a ovest di Benetutti, si trovano i resti del Nuraghe S'Aspru, anch'essi pesantemente danneggiati da vandali e tombaroli. E un nuraghe complesso, ad addizione laterale, dalla planimetria molto articolata: al mastio centrale, circondato da un bastione circolare, furono aggiunte altre tre torri, davanti ad una delle quali sono visibili i segni di un'ulteriore aggiunta. All'interno della torre centrale un corridoio conduce ad una scala che sale alla camera del piano superiore, con copertura a tholos.
Merita un cenno la Festa di Sant'Elena, che si svolge il 18 agosto nella piazza antistante la chiesa parrocchiale e si protrae per tre giorni. Ai riti religiosi si accompagnano animate manifestazioni, fra le quali una sfilata a cavallo. Di particolare interesse la mostra di prodotti artigianali che si tiene in occasione della festa.