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Comune di Luras |
L'allèe couverte di Ladas
II paese, adagiato su un poggio in lento declivio verso nord-
L'abitato, quasi pianeggiante, ha strade in parte strette, sulle quali si affacciano edifici non privi di qualche grazia architettonica.
Al centro sorge la chiesa parrocchiale della Madonna del Rosario, dalle armoniose linee settecentesche, nella quale si conservano alcuni dipinti dell'ottocento di qualche pregio. Luras ha una singolare particolarità linguistica: sebbene sia al centro della Gallura, vi si parla il logudorese: vi è chi dell'anomalia ha dato una spiegazione di fondamento a dir poco incerto: gli attuali abitanti del paese discenderebbero da un gruppo di ebrei che i romani deportarono in Sardegna nel I secolo d. C.
In età medioevale il paese, il cui nome era allora Lauras, fece parte del Giudicato di Gallura; prese a svilupparsi nel Trecento, quando l'insidia dei pirati costrinse i sardi che vivevano presso la costa a ritirarsi verso i centri dell'interno.
Oggi Luras, la cui economia, oltre che sulle risorse dell'agricoltura, può contare su quelle dell'estrazione del granito e dall'industria edilizia, gode di un sia pur moderato benessere.
Il territorio, che si estende su una vasta area, presenta diversi motivi d'interesse.
Nelle immediate vicinanze del lago del Liscia, accanto alla chiesetta di San Bartolomeo, si trova un albero millenario, l'Olivastro di San Nicola, considerato un monumento naturale: è alto 15 metri ed ha una circonferenza di 11 metri.
A poche centinaia di metri dall'abitato vi sono tre dolmen (quelli di Alzoleddha, di Bilella e di Ciuleddha), monumenti funerari che risalgono a un periodo che va dal 3500 al 1800 a.C., mentre del 1800 a.C. è la tomba a galleria o allée couverte di Ladas, non lontana dai primi tre.
È posta al centro del paese una casa-