Isola di Sardegna

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Mores

Sassarese

Comune di Mores
(provincia di Sassari)
Altitudine: m 366 Superficie: kmq 95,08 Abitanti: 2.112

L'olivastro plurisecolare di Meddaris

II paese, posto ai piedi del Monte Lachesos, sembra essere cresciuto ai lati della strada che collega Ozieri con la Carlo Felice: strada in realtà molto antica, poiché il suo tracciato non si discosta di molto da quella che fu percorsa da fenici e punici (qui intorno si sono trovati una ne­cropoli e un gran numero di monete puniche) e che divenne poi un'im­portante arteria che conduceva all'insediamento romano di Hafa.
L'a­bitato, privo d'altri elementi di rilie­vo, si distingue per il campanile del­la chiesa parrocchiale di Santa Cate­rina, che si leva altissimo su case e strade.

È il più alto campanile della Sardegna (misura poco meno di cinquanta metri) e fu costruito nel 1871, in belle linee neoclassiche, da un architetto di Mores, Salvatore Calvia, che a Torino era stato allievo dell'Antonelli.
Nella chiesa, la cui facciata risale al 1670, sono conser­vati due quadri di qualche pregio, un seicentesco Sant'Onofrio di France­sco Fracanzano, di scuola napoletana, e un San Sebastiano di un anoni­mo pittore emiliano dello stesso pe­riodo.
Il territorio abbraccia per un'esten­sione rilevante le fertili terre irrigue del Campo di Chilivani e Ozieri e una parte del Monte Santo (733 me­tri), vulcano spento sulla cui cima sorge una chiesetta dedicata ai santi Elia ed Enoch.
Sul monte di forma troncoconica vi è un grande masso calcareo: Su Crastu de Santu Eliseu, nel quale sono scavate alcune domus de janas su due piani, risa­lenti all'età compresa fra il 3500 e il 2700 a.C.; una di esse fu riutilizzata in età paleocristiana come chiesa ru­pestre.
Altre domus de janas, alle quali sono legate numerose leggen­de, si trovano alle pendici rocciose del Monte Lachesos.
A qualche chilo­metro dal paese, presso l'altipiano di Su Sassu, si leva il Nuraghe Sos Istattos, che ha tre torri massicce collegate da cortine murarie.
Il mo­numento funerario preistorico più importante del territorio di Mores è il Dolmen di Sa Coveccada, il più grande che esi­sta.in Sardegna e fra i più imponenti del Mediterra­neo.
Il dolmen, eretto fra il terzo e il secondo millennio a.C. a poca distanza dal corso del Rio Mannu, è costitui­to da tre grandi lastre di pietra lunghe circa cinque metri che ne sostengono una quar­ta. Tutti i massi sono lavorati con cura.
A sinistra della lastra di chiusura si apre una piccola nicchia, che serviva forse per accogliere le offerte.
Non lontano, lungo il corso del Rio Man­nu, si trovano i resti di un ponte dì età romana, il Pont'Ezzu, delle cui tre arcate originarie se ne sono con­servate due.
Un singolare rito si svolge ogni an­no, il 27 agosto, presso la chiesa campestre di San Giovanni Battista:
a mezzanotte, dopo aver raggiunto la chiesa in processione, i fedeli im­mergono i piedi nell'acqua di una fontana, per un lavacro cui si attri­buiscono virtù purificatrici.

 
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