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Comune di Erula |
Il paesino sulla sommità del colle
II paesino, posto su un lento declivio che digrada verso la piana del Coghinas, è fra i più giovani comuni della Sardegna, poiché, frazione di Perfugas, ottenne l'autonomia nel 1988: ebbe 695 abitanti, 635 dei quali ceduti da Perfugas, gli altri 160 da Chiaramonti.
Non ha neppure una storia che gli appartenga in modo esclusivo: le sue vicende del passato sono le stesse dei due centri dai quali fu generato.
Costituisce anche un'anomalia dal punto di vista etnografico e, in ogni caso, linguistico; infatti, benché faccia parte dell'Anglona, il cui confine orientale è segnato dal corso del Coghinas, vi si parla il gallurese invece del logudorese.
I pastori dei centri montani della Gallura, infatti, venivano a svernare con le loro greggi in questi luoghi, e per gradi, a partire dal Settecento, vi si insediarono stabilmente costituendo il primo nucleo dì Erula.
Il territorio, vasto e fertile, accolse insediamenti umani fin dall'età neolitica.
Sono numerosi i nuraghi, sebbene non presentino particolarità di grande rilievo.
Intorno al 1920, nel corso d'una campagna di scavi, in uno d'essi, il Nuraghe di Ispiene, fu trovata una navicella votiva di bronzo, di notevole interesse per le dimensioni e la fattura, che oggi è custodita nel Museo archeologico di Cagliari.
A qualche chilometro da Erula, non lontano dalla frazione di Modditonalza, si trova la chiesa campestre romanica di Santa Vittoria di Gavazana, costruita, interamente in trachite rossa, nel corso del XII secolo: una pergamena ne attesta la consacrazione avvenuta nel 1170.
L'unica navata ha la copertura sostenuta da capriate di legno. Annesso alla chiesa è un piccolo cimitero.