Isola di Sardegna

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Stintino

Sassarese

Comune di Stintino
(provincia di Sassari)
Altitudine: m 9 Superficie: kmq 58,52 Abitanti: 1.107  

L'abitato visto dal mare

A pochi paesi accade di nascere per una deliberazione concorde dei loro abitanti, ai quali sia stato concesso di scegliere il luogo della propria vita. Tanto accadde a Stintino sul finire dell'Ottocento. Nel giugno del 1885 il governo decise di istituire nell'Isola dell'Asinara una Stazione sanitaria internazionale (in concreto: un luogo di quarantena, dove trattenere coloro i quali, imbarcati su una nave, fossero stati colpiti da una malattia infettiva) e insieme, per poter disporre della mano d'opera necessaria a costo molto basso, una Colonia penale agricola. Era dunque necessario che gli abitanti dell'isola (che erano allora poco meno di cinquecento, una novantina di famiglie) si trasferissero altrove entro brevissimo tempo. Gli abitanti resistettero finché poterono, poi dovettero cedere. Se ne andarono portando con sé, su una delle barche, la statua della Beata Vergine della Difesa. In parte si stabilirono a Porto Torres o a Sassari o si dispersero nella Nurra. I più, 45 famiglie, non si vollero allontanare dalla loro isola, comprarono, con il denaro ottenuto dal governo a titolo d'indennizzo, un poco di terra in vista dell'Asinara, su una piccola penisola stretta fra due profonde insenature, e lì costruirono il loro paesino: case tutte uguali, strade che si incrociavano ad angolo retto, uno spazio vuoto per la chiesa che sarebbe sorta alcuni decenni più tardi. E, in attesa che le case fossero pronte, si rifugiarono nei capannoni della Tonnara Saline.
Il paesino è rimasto quasi com'era: in più ha qualche casa a più piani dall'aspetto cittadino, una grande piazza dalla pavimentazione rossa, un nuovo porto affollato di belle imbarcazioni da diporto in aggiunta a quello vecchio. Ma accanto, dai confini dell'abitato originario fino alla punta estrema di Capo Falcone, quella che fu campagna fittamente coperta di macchia e di ginepri e costa sulla quale si levavano alte dune, è stata invasa quasi senza interruzione dai nuovi insediamenti turistici, spesso molto vasti, raramente rispettosi della bellezza dei luoghi. Tuttavia questa estrema propaggine della Sardegna nord-occidentale conserva, ad onta delle manomissioni subite, un fascino singolare. Il territorio di Stintino abbraccia 37 chilometri di costa bassa lungo il lato orientale, all'interno del Golfo dell'Asinara; alta e rocciosa, frastagliato baluardo di scisti che precipitano a picco sul mare, sul lato occidentale, esposto alla violenza dei venti occidentali e all'impeto delle onde del mare aperto.
Qui si aprono piccole spiagge di ruvida arenaria, vaste cale ai piedi delle rocce, grotte scavate dal mare: di fronte alla costa, un isolotto pietroso, l'Isola dei Porri. Diversa la costa orientale, aperta soltanto ai venti orientali, orlata per un lunghissimo tratto da una spiaggia (quella delle Saline) che non ha sabbia, ma minuti sassolini candidi ben levigati dall'acqua. Oltre il suo limite orientale, di là da una torre spagnola e da un reticolo di canali che collegano col mare lo Stagno di Casaraccio, gli antichi impianti dell'antica Tonnara Saline, affascinante documento di una ricca cultura (quella legata alla pesca del tonno) ormai scomparsa, sono stati praticamente cancellati da un insediamento turistico, lutto l'arco della costa, ai due lati dell'ampio bacino sul quale si affacciano i due porti di Stintino, è un lungo succedersi di piccole cale e di brevi promontori che si protendono nel mare. E così fino alla Spiaggia della Pelosa, sorprendente per la trasparenza perlacea del suo mare.
La torre della Pelosa . Sullo sfondo le rocce di Capo Falcone
La distesa di sabbia finissima, la cui estensione viene modificata di stagione in stagione dal gioco delle correnti, ha dilato un isolotto roccioso sul quale sorge una torre spagnola, di fronte, di là da un canale insidioso, la piatta sagoma dell'Isola Piana e, poco più lontano, l'Asinara con le sue rocce e i suoi colti. Alle spalle della Pelosa, a proteggere la spiaggia dai venti dell'ovest, un lungo rilievo collinare che digrada dalle alte rocce di Capo Falcone che strapiombano vertiginosamente sul mare; ma accade che collina e persino lo straordinario rilievo roccioso siano stati sacrificati all'espansione dell'edilizia turistica, che ha avuto ben poco riguardo per la bellezza e la singolare suggestione del luogo. Stintino ha nei confronti del suo passato, pur dimesso e non lungo, un attaccamento affettuoso che resta vivo ad onta del succedersi delle generazioni e l'affievolirsi dei ricordi. Se ne può vedere la manifestazione tanto in tradizioni consolidate da lungo tempo, quanto in iniziative. Fra le prime la più significativa è la Festa della Madonna della Difesa, che si celebra dal 6 all'8 settembre: comprende riti religiosi, musiche in piazza, una grande grigliata di pesce, ma ha il suo punto centrale nella processione a mare, nella quale viene portata, su una barca, la statua della Beata Vergine della Difesa che gli antichi abitanti dell'Asinara portarono con sé nell'esilio. Ma a un passato che non si vuole cancellare è legato anche il Museo della Tonnara, nel quale vengono ricostruite con grande rigore, e col sussidio di modelli, disegni, strumenti audiovisivi, le tecniche, la cultura, l'organizzazione sociale che si svilupparono intorno alla pesca e alla lavorazione dei tonni. Allo stesso modo vuole essere un atto d'omaggio, così nei confronti dei maestri d'ascia, che con grande sapienza artigiana costruivano le barche sulle quali i pescatori affrontavano il mare, come degli stessi pescatori, la "Regata della Vela Latina" che nelle acque del Golfo dell'Asinara si svolge ogni anno nell'ultima settimana d'agosto.

 
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