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Comune di Bessude |
Domus de janas di Enas de Cannuja
Bessude, piccolo centro del Meilogu posto alle pendici del Monte Peiau, in una regione ricca di corsi d'acqua e di sorgenti (Vittorio Angius, nel Dizionario degli Stati di S. M. il Re di Sardegna del Casalis, lo definì "il paese dalle ottanta sorgenti"), non conobbe mai le stagioni floride che pure vissero altri paesi vicini, come Banari o Thiesi. La sua economia è sorretta da una stenta attività pastorale; si spiega così la forte incidenza dell'emigrazione, che negli ultimi decenni ha privato questo comune di una parte notevole dei suoi abitanti. Nell'abitato vi è, di qualche rilievo, la chiesa parrocchiale intitolata a San Martino, la cui costruzione risale al 1620 e nella quale sono custoditi alcuni dipinti di qualche pregio e la tomba del latinista Francesco Carboni (1746-
Nel territorio restano le testimonianze di antichissimi insediamenti umani. Di grande interesse è il gruppo di domus de janas di Enas de Cannuja, posto a poca distanza dal paese; si tratta di cinque o sei tombe ipogeiche allineate su un costone di roccia tufacea e in stato di conservazione non buono per lo sfaldamento della roccia. Di particolare rilievo la tomba detta dei "Pilastri scolpiti", composta da due soli vani:un'anticella e una cella.
Si suppone che le pareti dell'anticella fossero decorate, ma ormai non restano che poche tracce di colore rosso. La cella rettangolare ha al centro due pilastri ricavati nella roccia, decorati da una serie di incisioni a V disposte a spina di pesce. La volta riproduce un tetto a doppio spiovente con la trave centrale in rilievo che poggia sui pilastri.
Bessude, dopo la conquista della Sardegna da parte degli aragonesi, fu feudo della famiglia Manca Amat. Nel 1796 fu, con Banari, fra i pochi paesi che sostennero Thiesì nella lotta antifeudale.