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Comune di Arzachena |
Quello che fu un dimesso villaggio di pastori e di contadini (nel 1962, quando la Costa Smeralda, che è compresa nel suo territorio, era appena ai suoi albori, Arzachena aveva 4.626 abitanti: meno della metà di quanti ne conta oggi) è ora diventato una cittadina attiva e vivace. Il suo nucleo originario sorge ai piedi di aspre rocce granitìche che i venti hanno modellato in cavità e bizzarre sculture naturali: una di queste, chiamata il Fungo per la sua forma, e che in età lontanissime offerse riparo agli abitatori di questi luoghi, si leva al di sopra delle case del paese dalla sommità del Monte Incappiddatu (Monte col cappello). Il suo vastissimo territorio (circa 23.000 ettari di superficie: uno sviluppo costiero di 125 chilometri), in buona parte pianeggiante, ricco d'acqua e protetto dai venti dalle colline e dalle alture rocciose che lo circondano, dove erano frequenti le cavità (i tafoni) aperte nelle rocce granitiche dagli agenti naturali, che costituivano un rifugio comodo e sicuro, offriva ai popoli primitivi condizioni di vita altamente favorevoli.
Neppure il mare, quasi sempre calmo nei fiordi che s'insinuano profondamente nella costa, poteva costituire una minaccia. Questo spiega il gran numero di antichissimi insediamenti umani dei quali restano le testimonianze. Fu così anche in età più recenti: i romani istituirono una stazione (Turìbulum Minus
la foce di un piccolo corso d'acqua crea una zona umida di qualche interesse naturalistico, poiché è popolata da un gran numero di uccelli acquatici di varie specie). Più a nord, lungo la costa orientale del golfo sono sorti altri insediamenti: Cala Bitta e poi, alle spalle di un'insenatura che fu un piccolo approdo militare, Baja Sardinia. Poco oltre è stato fittamente colmato di costruzioni quello che fu un profondo fiordo dalle acque terse e quiete, Portu Quatu (Porto Nascosto), di là dal quale si giunge al confine della Costa Smeralda, e subito dopo ai suoi primi nuclei, che hanno conservato gli antichi nomi galluresi: Pitrizza (dove è sorto un albergo di grande prestigio). Liscia di Vacca, Cala Granu; oppure hanno assunto nuovi nomi leziosi (Dolce Sposa, Cala Romantica). Subito dopo ci si affaccia su Porto Cervo che, sorto intorno alla ormai notissima Piazzetta, si è poi dilatato fino a invadere per gradi le alture che lo circondano. I porti sono due, entrambi ben protetti: all'ampio Porto Vecchio si è aggiunto la nuova Marina, lungo i cui innumerevoli moli si assiepano imbarcazioni di varia dimensione e grado di eleganza. In alto, sul colle che si leva sul porto, la candida Chiesa di Stella Maris: vi sono custoditi un antico organo ed un dipinto, una Mater dolorosa, attribuito a El Greco. Il bel portale di bronzo è opera dello scultore Luciano Minguzzi.
Più a sud, in un incessante alternarsi di splendide spiagge (quelle del Pevero, di Capriccioli, di Liscia Ruja, della Celvia, di Petra Ruja, di Razza di Juncu, del Principe, per citarne alcune) e di tratti di costa rocciosi, non meno suggestivi, vi sono altri insediamenti: fra gli altri quelli del Pevero, di Cala di Volpe (fra i più eleganti l'albergo che ne porta il nome), del Romazzino.
Ma il territorio di Arzachena, oltre alle attrattive del mare e delle coste, offre non ordinari motivi d'interesse anche sotto il profilo archeologico.
Vi si contano diverse necropoli preistoriche costituite da circoli megalitici risalenti alla Cultura di Ozieri (3500-
Un'altra tomba di giganti, quella detta di Coddu Vecchiu, o di Capichera, si trova a sud-