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Comune di Ozieri |
Il centro storico
Per mezzo secolo, a partire dal 1806, Ozieri fu capoluogo di provincia, sia pure d'una provincia non grande; e un ulteriore riconoscimento ottenne nel 1836, quando il re Carlo Alberto le accordò la qualifica di città.
Non senza motivo, poiché della città aveva l'aspetto e il decoro, e per essere sede di potere aveva i titoli e il prestigio necessari.
È certo, in ogni caso, che fu tra i pochi centri della Sardegna dove si costituì una solida borghesia agraria che doveva la sua ricchezza non soltanto alla vastità e alla fertilità delle terre che possedeva, ma, soprattutto, alle tecniche sapienti ed evolute adottate nell'allevamento del bestiame.
Fu anche centro culturale vivace, aperto ai fermenti democratici: nel suo collegio elettorale fu eletto deputato Giuseppe Garibaldi. L'impronta di questi trascorsi appare chiara nel tessuto della città, il cui nucleo originario è raccolto in una conca profonda, cosi da formare un anfiteatro ripido e stretto che si apre verso la vasta piana del Campo di Chilivani.
Ha strade ripide e strette sulle quali si affacciano palazzotti signorili e case non prive di decoro, alte anch'esse come richiede la forte pendenza del suolo.
Vi è una particolarità architettonica che distingue Ozieri da ogni altro centro della Sardegna: palazzi e case hanno di norma all'ultimo piano una loggia sostenuta da archi e colonne di fattura aggraziata.
Il centro cittadino ha begli edifici e bei monumenti. Di particolare rilievo la Cattedrale intitolata all'Immacolata.
Sull'originario impianto cinquecentesco di stile gotico-
Del retablo, custodito fino alla fine dell'Ottocento nella Chiesa di Nostra Signora di Loreto, restano i soli dipinti su predella, mentre si è perduta la cornice. Al centro è raffigurata la Madonna di Loreto, sovrastata dalla Crocifissione; ai lati, una Annunciazione e una Visitazione. Nella parte inferiore, sulla predella, un Hece Homo e i Dottori della Chiesa.
Il chiostro del convento dì San Francesco, sede dei Museo
Di notevole interesse il Convento di San Francesco, massiccia costruzione risalente al Quattrocento. Fra il convento e la bella chiesa attigua (vi si custodisce un prezioso altare ligneo costruito fra il Cinquecento e il Seicento, dono dei baroni Arca di Monti) si inserisce il bel chiostro che, oggetto di un sapiente restauro, accoglie un centro culturale e il Museo Archeologico, nelle cui sale sono ordinati con grande rigore i materiali rinvenuti nel territorio, che testimoniano del succedersi degli insediamenti e delle loro culture in questa zona a partire dal 6000 a.C. fino alla colonizzazione romana.
In città merita attenzione, per le sue belle linee neoclassiche, la Fontana Grixoni, fatta costruire nel 1594 da don Giovanni dei Marchesi di Castelvi, governatore del Montacuto, e restaurata nel 1882 da don Giuseppe Grixoni del quale porta il nome.
Nei colli calcarei che circondano la città, presso l'Ospedale A. Segni, si apre la Grotta di San Michele, che ha assunto grande importanza perché nel 1914 vi furono trovati, oltre ad ossa umane d'età lontanissima, materiali litici e ceramiche di colore bruno rossastro decorate con motivi geometrici che consentirono di individuare una cultura fra le più antiche, quella detta "di San Michele" o "di Ozieri" (3500-
Nel territorio restano significativi monumenti di età nuragica.
Di particolare interesse il Nuraghe Burghidu, di struttura complessa, che domina la piana fra Ozieri e Tuia, e il Nuraghe Mannu, di dimensioni imponenti, nel quale fu trovato, documento di grande valore, un lingotto di rame con incisi caratteri dell'alfabeto egeo-
Dell'età romana è rimasto il monumentale Pont'Ezzu, a sei arcate, che, costruito sul corso del Rio Mannu, è lungo 80 metri. A qualche chilometro dalla città sorge, alta sulla vasta pianura, la Basilica di Sant'Antioco di Bisarcio, che fino al 1503 fu la cattedrale della diocesi di Bisarcio.
Fu costruita in tre fasi distinte, fra la seconda metà dell'XI e la fine del XII secolo; poi, completamente distrutta da un incendio nel 1090, fu ricostruita fra il 1150 e il 1160.
Notevole la parte inferiore dell'avancorpo costituita da un bel portico con volta a crociera e particolarmente suggestivo l'interno. La bella chiesa romanica, a pianta basilicale, è al centro della Festa patronale che si svolge la domenica successiva al 9 maggio.
A Chilivani, frazione di Ozieri nata intorno alla stazione ferroviaria, vi è il più noto e importante dei tre ippodromi sardi (gli altri sono quelli di Sassari e di Cagliari). Un folto pubblico di allevatori e di appassionati segue le corse al galoppo (di speciale rilievo il Derby sardo e il Gran Premio), la cui stagione primaverile si svolge dal febbraio al giugno, e quella estiva fra la metà d'agosto e la fine di settembre.
Grande importanza ha assunto, nel quadro della cultura sarda il Premio "Ozieri" di letteratura sarda, che viene assegnato ogni anno l'ultimo sabato di settembre. Il Premio ha svolto una funzione rilevante nell'avvio di una vasta azione politica intesa alla difesa della lingua e della cultura sarde.