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Comune di Martis |
La foresta pietrificata dì Carrucana
II paese è adagiato su un tavolato, fra colline che un tempo furono intensamente coltivate.
L'abitato, in contrasto con i dati demografici ed economici che denunciano un graduale declino (il numero degli abitanti si è dimezzato negli ultimi quarant'anni; la disoccupazione raggiunge livelli molto alti), conserva i segni di tempi più floridi: qualche bel palazzotto signorile, strade ordinate, una fontana aggraziata, diverse chiese, alcune delle quali in stato di grave degrado, non prive di pregi architettonici.
Di notevole rilievo la chiesa romanica di San Pantaleo, costruita nel Trecento sul ciglio d'una scarpata alta sulla valle sottostante e sottoposta nei secoli successivi a parziali rifacimenti.
Nella facciata di bianca pietra calcarea la ghiera bicroma, a cunei alternati di calcare e di trachite rossa incorniciava un rosone andato perduto in anni recenti.
L'interno, a tre navate, è oggi inaccessibile per il crollo della volta. L'opera di maggior pregio che si trovasse nella chiesa ora semidiroccata, un San Pantaleo che guarisce un paralitico alla presenza dell'imperatore Diocleziano, dipinto nel 1595 dal pittore sardo Andrea Lusso, è ora custodita nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe, dove si trova anche un bei pulpito ligneo.
Di interesse non ordinario, a breve distanza dal paese, è la Foresta pietrificata di Carrucana, formatasi, come quelle esistenti nei territori vicini, circa 15 milioni d'anni fa, quando le foreste cresciute, in una fase di emersione del territorio dell'isola, su terreni ricchi di silicio, in seguito a fenomeni sismici furono sommerse dal grande lago che allora occupava buona parte dell'Anglona.
Gli agenti mineralizzanti dei quali l'acqua era ricca poterono cosi compiere, nel corso dei millenni, la loro opera di fossilizzazione. Nei dintorni di Martis resta, benché inattivo già da molti decenni, un mulino ad acqua, un tempo azionato da una cascata formata dal Rio Triulintas.