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Comune di Oschiri |
L'area sacra dì Santo Stefano, sede di culto dall'età nuragica a quella paleocristiana
Non lontano dalle estreme pendici meridionali del Limbara, Oschiri si distende fra le lente ondulazioni di una vasta pianura, nel punto in cui la strada che collega Sassari con 0lbia si incrocia con quella che da Ozieri, attraversato il Lago del Coghinas, si inerpica sulla montagna per raggiungere Tempio.
Sull'abitato, nel quale le case di linea semplice si affacciano sull'ordinata scacchiera delle strade, si leva imponente la mole della chiesa parrocchiale dell'Immacolata, di costruzione relativamente recente, poiché fu completata nei primi anni del Novecento.
Paese di radicata tradizione agraria e pastorale, al quale non mancano le terre fertili, i ricchi pascoli e il buon bestiame, conobbe tuttavia, nei decenni scorsi, le angustie dell'emigrazione.
Il vasto territorio (21.000 ettari, 2000 dei quali sommersi dalle acque del Lago del Coghinas) accolse insediamenti umani fin da età lontanissime.
Oltre a numerose domus dejanas, vi si trovano, a pochi chilometri dal paese, non lontano dalla strada per Tempio, i resti del circolo megalitico di Pedredu, che gli studiosi fanno risalire alla "Cultura di Ozieri" (3500-
La presenza umana non dovette subire interruzioni neppure nelle età successive: da quella nuragica (in quest'area si sono contati non meno di quaranta nuraghi in vario stato di conservazione), a quella romana, quando queste pianure furono intensamente coltivate a benefìcio dei dominatori, a quella giudicale, quando a breve distanza da Oscniri sorse, forse sui resti di un insediamento romano, il centro di Castro che ebbe il suo castello e, poiché dal 1163 al 1503 fu sede di diocesi, la sua cattedrale, bella chiesa romanica intitolata a Nostra Signora di Castro, ora non lontana dalla riva del lago artificiale del Coghinas.
Costruita interamente in trachite rossa, ha la facciata decorata da un fregio ad archetti, sulla quale si leva un campanile a doppia cella.
Semplice e severo l'interno a navata unica. La chiesa è al centro di una festa che si svolge il lunedì dopo Pasqua e si prolunga per tutta la settimana. Fu quasi contemporanea a quella della Cattedrale di Castro la costruzione di altre due chiese: quella, di belle linee romaniche, di Nostra Signora di Otti, che fu forse la parrocchiale di un villaggio ora scomparso, e quella di San Demetrio, consacrata nel 1168, che, originariamente annessa a un monastero benedettino, è ora inglobata nell'area del cimitero di Oschiri.