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Comune di Sant’Antonio di Gallura |
La chiesa di Sant'Antonio Abate
II paese, posto alle pendici di una modesta altura, il Monte Nuracu, è al centro di un vasto territorio fra i più tormentati e solitari della Sardegna, dove le rocce qranitiche emergono dal verde compatto dei boschi e della macchia mediterranea.
Non ha alle spalle una storia molto lunga: nacque spontaneamente, tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, quando gli abitanti degli stazzi sparsi in questa regione, per la maggior parte pastori, si insediarono intorno alla Chiesa di Sant'Andrea.
In seguito accanto alla vecchia chiesetta, ora divenuta sala parrocchiale, ne fu costruita una nuova, intitolata a Sant'Antonio, che, sede della parrocchia, fu inaugurata nel 1913.
Il paese, che alle risorse della pastorizia oggi unisce quelle dell'estrazione del granito e della lavorazione del sughero, fu frazione di Calangianus fino al 1979, quando divenne comune autonomo con 1518 abitanti.
Oggi conserva un aspetto ordinato e semplice, con gli intonaci chiari delle case che si stagliano sul grigio dei graniti.
Appena alle sue spalle, unito all'abitato da una bella scalinata di granito, è stato realizzato il belvedere di Monte Nuracu che offre una vista singolarmente ampia sui monti e le coste della Gallura.
Il territorio, ancora in larga misura integro, ha luoghi altamente suggestivi e di grande interesse.
A una dozzina di chilometri dal paese, a breve distanza da una casermetta della Guardia forestale, vi sono, circondati dalla folta vegetazione, i ruderi di una chiesa medioevale intitolata a Santu Santinu, nella cui struttura era inglobato un anfratto naturale.
Di recente, in una località detta Sarra d'Aglientu, accanto ai resti di un nuraghe costruito a ridosso di una roccia, è stata scoperta una muraglia presumibilmente d'età prenuragica che si estende per circa 200 metri.