Isola di Sardegna

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La Maddalena

Gallura

Comune di La Maddalena

(provincia Gallura Olbia-Tempio)

Altitudine: m 19 Superficie: kmq 49,37 Abitanti: 11.715

Punta Marginetto

La Maddalena è la capitale di un frammentato dominio che si mescola al mare: sette isole maggiori (La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Budelli, Razzoli, Santa Ma­ria), quattordici isolotti (dei Monaci, della Pecora, del Porco, delle Bisce, della Chiesa, della Paura, dei Cap­puccini, Spargiotto, Barrettini, Barrettinelli, Corcelli, La Presa, Paduleddi) e poi, ancora, un gran numero di isolotti minuscoli, di scogli, di secche semisommerse.
Un piccolo dominio, in realtà, poiché la sua su­perficie complessiva è inferiore, sia pur di poco, ai 5000 ettari, ma le cui coste hanno uno sviluppo sorpren­dente; misurano infatti circa 145 chilometri. Ma a fare dell'arcipelago un luogo inconsueto e a dargli fama non sono soltanto l’infittirsi delle isole e la lunghezza delle loro coste, ma la loro bellezza non ordinaria, la suggestione delle brevi porzioni di terra e di roccia che hanno alle spal­le, le memorie che vi si custodiscono.
Fin dal 1996, perché ne sia ga­rantita l'integrità, le isole e il mare nel quale sono immerse sono stati costituiti in Parco Nazionale, il cui comitato di gestione ha imposto i vincoli necessa­ri e assoggettato l'ac­cesso a questi luoghi a limiti e condizioni.
La Maddalena, che di questo singolare domi­nio è al centro, è una cit­tadina aggraziata che ha una stretta fascia pianeggiante davanti al mare (la piazza dell'Ammi­ragliato, il Lungomare, il piccolo ba­cino portuale di Cala Gavetta, i nuovi quartieri sorti a oriente e ad occidente) e da li prende a inerpicarsi lungo un pendio via via più ripido verso le alture che la sovrastano e che sono il cuore dell'isola.
Ha strade quiete, oggi fitte di negozi sulle quali si affacciano palazzi e case che conservano un sommesso decoro.

Il Municipio, bel palazzotto ottocente­sco (vi si conserva una delle palle dì cannone lanciate nel 1793 contro la città dalla flotta francese nella qua­le, giovane ufficiale, prestava servi­zio Napoleone), sorge in una bella piazza che dal colore della pavimen­tazione fu chiamata Piazza Rossa; ora il colore della pavimentazione è cambiato, ma la piazza non ha cam­biato nome. Poco lontana, e più in alto, è la chiesa parrocchiale di San­ta Maria Maddalena, costruita intor­no alla fine del Settecento perché vi potessero essere battezzati i figli dei pastori corsi che allora vivevano nel­l'isola; vi si conservano due cande­labri e un crocifisso d'argen­to dono dell'ammiraglio inglese Horatio Nelson che sostò nella rada fra La Maddalena e Palau, con brevi intervalli, per quindici mesi, dal no­vembre 1803 al gennaio 1805; ne partì per inseguire la flotta napoleonica che avrebbe distrutto a Trafalgar.
A ovest della cittadina, alta sulla costa, è la villa Webber, costruita nel 1857 da un in­dustriale inglese e nella quale per venti giorni, dal 7 al 27 agosto 1943, fu tenuto prigioniero Mussolini, arre­stato a Roma la notte del 25 luglio.
La costa dell'isola, estremamente frastagliata, è un alternarsi incessante di scogliere che si protendono nel mare, di profonde insenature (Cala Peticchia è un lungo fiordo protetto a est da una penisola dalla linea tortuosa), di ampie baie nelle quali le spiagge si distendono al ri­paro di alti schermi di granito.
È co­sì anche nelle altre sei isole, dove le rocce modellate dal vento, l'acqua tersa e il verde della macchia convi­vono in una stretta commistione che assume cento aspetti diversi e tutti impensati.
È cosi a Santa Maria, che ebbe alcuni abitanti e che in un punto un basso fondale collega a Razzoli; a Budelli, alla quale ha dato fama la singolarità della Spiaggia Rosa; a Spargi, che ha al suo interno alcune depressioni paludose e nella quale restano poche case coloniche; ne è molto diverso a Santo Stefano, dove la presenza della inaccessibile base dei sommergibili nucleari ame­ricani non ha impedito la nascita, un poco più a sud, di un grande insedia­mento turistico.
A Caprera, che un ponte unisce alla Maddalena, vaste pinete fanno schermo a quello che viene chiamato il "Compendio gari­baldino": la "Casa bianca" dove tut­to sembra essere rimasto com'era il 2 giugno del 1882, quando morì Gari­baldi, la "Casa di ferro" dove veniva­no accolti gli ospiti, il mulino a ven­to, il forno per il pane, le tombe del generale e dei suoi quattro figli.
La Maddalena è un'attenta custode delle memorie del suo lunghissimo passato (qui restano tracce della presenza umana fin dall'età neoliti­ca): ha intitolato la piazza davanti a Cala Gavetta al XXIII febbraio 1793, giorno in cui i maddalenini guidati da Domenico Millelire respinsero l'attacco tentato dalla flotta francese; ha dedicato un museo, il Museo archeologico navale "Nino Lamboglia", a una nave oneraria romana naufragata in questo mare intorno al 120 a.C. e recuperata insieme a par­te del suo carico una ventina d'anni fa; conserva vecchie ancore e antichi documenti; ha grande cura per la chiesetta della Santissima Trinità, costruita quando ancora unici abi­tanti dell'isola erano pochi pastori venuti dalla Corsica.
Ma non manca d'interessi di natura diversa: qui ogni anno viene assegnato il Premio "Franco Solinas" per la migliore sce­neggiatura inedita; venne fondato nel 1986 in memoria dello scrittore maddalenino omonimo, al quale si deve la sceneggiatura di molti film di alto livello artistico e civile.



 
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