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Comune di Borutta |
La Basilica di San Pietro dì Sorres
Il paesino, fra i più piccoli della provincia di Sassari per il numero dei suoi abitanti; in assoluto il più piccolo per l'estensione del suo territorio: meno di cinquecento ettari -
La storia di Borutta è, fin dalle sue origini, legata all'Abbazia ed alle sue vicende. In età medioevale sull'altipiano che sovrasta il paese sorse l'importante centro di Sorres, capoluogo di una curatoria del Giudicato di Torres e, dall'inizio del XII secolo fino al 1503, sede vescovile. La decadenza di Sorres ebbe probabilmente inizio quando, nella seconda metà del XIV secolo, gli aragonesi si impossessarono del luogo e lo fortificarono, cosi che fosse un baluardo imprendibile nella loro lotta contro i Dona. Il vescovo si trasferì allora nel piccolo borgo di Borutta, la cui modesta chiesa parrocchiale ebbe per poco meno di un secolo la dignità di cattedrale. Gli stessi abitanti abbandonarono Sorres, del quale in breve tempo non restò se non la maestosa chiesa romanica, fra le più belle della Sardegna.
La basilica, costruita fra l'XI e il XII secolo, è ancora oggi un attivo centro benedettino. La facciata, ornata da archetti e da tarsie rosa disposte a losanga, è a tre ordini: i due inferiori sono in conci bianchi di pietra calcarea, mentre in quello superiore viene ripreso il motivo delle fasce alterne di trachite e di calcare, che persiste lungo i fianchi e nell'abside. L'interno, a tré navate divise da pilastri, ha volte a crociera, elemento inconsueto nell'architettura sarda di quel periodo. Vi sono custoditi un pulpito gotico, un altare romanico, il sarcofago del vescovo benedettino Goffredo e una statua lignea (una Madonna con Bambino di origine spagnola). Il convento attiguo è stato ricostruito qualche decennio fa sulle rovine dell'antica residenza vescovile, delle cui strutture originarie è stato risparmiato ben poco. L'Abbazia è oggi un attivo centro culturale: dispone di una ricca biblioteca (24.000 volumi di argomento variamente religioso); ogni anno, in agosto, vi si svolge l'incontro "Musica e liturgia", corso di formazione per animatori di parrocchia, direttori di coro, organisti. Dal 1970, infine, è attivo un laboratorio per il restauro del libro antico, diretto da un padre benedettino.
Di notevole interesse, sotto il profilo archeologico e naturalistico, è la Grotta di Ulari, posta a breve distanza dal paese. La grotta ha due ingressi ed è formata da una galleria principale che si prolunga per 190 metri e da altre diramazioni, per uno sviluppo complessivo di 350 metri. Nella grotta, che non è stata risparmiata dai tombaroli, sono stati trovati materiali litici e ceramici attribuiti alla "Cultura di Ozieri" (3500 -