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Comune di Tissi |
La chiesa di Santa Vittoria costruita nel XII secolo
Tissi, che da una piattaforma calcarea si affaccia sulla valle del Rio Mascan (Sassari è li di fronte, al sommo dell'opposto versante della valle) ha una storia divisa in due tronconi. Infatti, fondato fra l'estrema età imperiale romana e l'età bizantina, nel 1528 fu colpito da una terribile peste che ne decimò la popolazione e costrinse i pochi superstiti a fuggire. Il borgo restò deserto per settantun anni, fino a quando, nel 1599, il feudatario, Giacomo Manca barone d'Usini, decise di ripopolarlo e fece costruire intorno alla chiesa campestre di Sant'Anastasia, che divenne sede della nuova parrocchia, dieci case alle quali se ne aggiunsero poi altre venticinque, e ad abitarle chiamò altrettante famiglie di Ossi; il paesino si estese poi in direzione della Chiesa di Santa Vittoria, che era stata al centro dell'antico borgo abbandonato. Il nucleo storico di lussi (case basse di struttura elementare affacciate su un reticolo di stradine che si intersecano perpendicolarmente), conserva ancora oggi l'impianto originario, alle due estremità del quale stanno le due chiese, entrambe di belle linee romaniche.
La parrocchiale, Sant'Anastasia (vedi foto in alto), costruita nella seconda metà del XII secolo, ha la facciata in calcare bianco movimentata da due file di archetti con radi inserti di trachite scura; dalla sacrestia si accede all'attiguo oratorio della Confraternita di Santa Croce. Al XII secolo risale anche la Chiesa di Santa Vittoria, che dell'originaria struttura romanica conserva la facciata in calcare bianco, mentre il campanile a vela e l'interno a navata unica sono frutto d'interventi seicenteschi.
Il territorio, di estensione modesta (poco più di 1000 ettari) conserva tracce significative di antichi insediamenti umani. Di particolare interesse le due Domus de janas di Sas Puntas, scavate nel calcare e scolpite nella parte anteriore a imitazione delle tombe di giganti; una delle due sepolture ha una panca di pietra che corre lungo tutto l'arco dell'esedra.