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Comune di Padru |
La chiesa di San Michele
Sebbene una breve distanza lo divida da luoghi fra i più fortunati della costa orientale (Porto San Paolo, Porto Taverna, Cala Girgolu e, più a sud, di là dal confine della provincia di Nuoro, San Teodoro), Padru non ha beneficiato se non marginalmente della recente espansione del turismo, che però assicura un consistente sostegno alle sue imprese agrituristiche.
Quello che oggi è un paese attivo e vivace al centro di un vasto territorio di grande bellezza e propizio cosi all'agricoltura come all'allevamento del bestiame, in passato fu un borgo minuscolo, remota frazione di Buddusò (soltanto di recente, nel 1996, ha ottenuto l'autonomia comunale), al quale lo univa una strada lunghissima e malagevole.
Sebbene vi restino significative testimonianze di antichissimi insediamenti umani (vi è una grande necropoli dolmenica a pochi chilometri dal paese, in una regione chiamata Sa Serra di Santu Miali, e non sono pochi i resti di nuraghi), quest'area, come tutte quelle prossime alla costa, esposte alla malaria e alla minaccia delle incursioni corsare, restò per alcuni secoli quasi completamente disabitata.
Soltanto nel Settecento i pastori di Buddusò e quelli di Ala dei Sardi presero a svernare col loro bestiame in questi luoghi dove trovavano clima mite e buoni pascoli, e per gradi la transumanza stagionale portò all'insediamento stabile così nel nucleo di Padru come nelle piccole frazioni e negli stazzi che lo circondano.
Ancora oggi il paese non ha ripudiato l'antica vocazione agropastorale, dalla quale trae apprezzabili benefici economici.
A pochi chilometri dall'abitato si leva il Monte Nieddu, ottimo punto panoramico dal quale si scorgono tanto le cime del Gennargentu quanto, nelle giornate in cui l'aria è più tersa, le montagne della Corsica.