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San Teodoro

Gallura

Comune di San Teodoro
(provincia Gallura Olbia-Tempio)

Altitudine: m.     Superficie: kmq 105,02   Abitanti: 2573

Il popolamento del territorio di San Teodoro risale a tempi antichissimi e mostra attraverso i secoli un filo di continuità pressoché ininterrotto.
Come risulta almeno dallo stato delle scoperte archeologiche per il resto dell'area gallurese, i primi insediamenti umani dell'agro Teodorino, favoriti dalla posizione geografica e da fattori climatici ed ambientali, possono essere iscritti al neolitico e, soprattutto all'eneolitico (2000-1500 a.C.).
Alcuni giacimenti ipogeici a “facies dolmenica”, ricordati dai nostri nonni e incautamente distrutti primi decenni del novecento, ripari sotto roccia “cònchi” in zona Arèsula testimoniano la presenza nel territorio di antichissimi abitatori. Inoltre, lungo la riva destra dello stagno, a circa metà strada tra “lu tacconi” e la “foca manna” furono rinvenute alla fine degli anni cinquanta alcune punte e schegge di ossidiana evidentemente utilizzate dagli antichi abitatori nella caccia.
Tracce del periodo nuragico sono presenti a Nuragheddu e a Ottiolu, oggi in Comune di Budoni, che un tempo faceva parte del territorio Teodorino.
Proprio per la posizione geografica e sulla base di alcuni ritrovamenti siamo autorizzati a pensare che l'area Teodorina, distesa sul mare a sud di Olbia, sia stata frequentata in periodo fenicio (880 a.C.) e poi Punico (VI sec.a.C.).
Nel 384 a.C. i Romani sconfitti dai Cartaginesi, intrapresero un'assidua opera di pressione sull'isola nel tentativo di sostituirsi ai vecchi dominatori. Nel 259 a.C. il Console Lucio Cornelio Scipione, sbarco' con le sue legioni presso Olbia, sconfisse i Sardo-Punici e avvio' la penetrazione Romana in Sardegna. L'impresa non fu' facile per la strenua resistenza delle tribù' dell'interno che contrastarono con ogni mezzo l'occupazione Romana.
Nel 215 a.C. il Console T. Manlio Torquato sbaraglio' a Cornus l'esercito di Ampsicora, alleato dei Cartaginesi, ma la guerriglia delle popolazioni montanare prosegui' ancora a lungo fino al 111 a.C. quando Marco Cecilio Metello ebbe ragione degli ultimi rivoltosi e la romanizzazione dell'isola non trovo' più' ostacoli. Vennero aperte strade, porti, edificati monumenti, costruiti acquedotti, coltivate le campagne che si popolarono di piccoli aggregati rurali, “vici” e “villae”.
Risale all'epoca romana il centro demico di “coclearia”, che sorgeva nell'attuale sito di San Teodoro, tra i colli di Citai, lu Casteddu e lo stagno lungo la strada litoranea “Karalibus – Olbiam per oram”, che ricalcava in gran parte il tracciato dell'odierna S.S.125, orientale Sarda. La “città” di Coclearia che aveva un suo porto nel sito oggi chiamato Niulòni dovette avere una certa importanza nel periodo Imperiale, come testimoniano numerosi ritrovamenti di vasellame, anfore, macine, monete e monili, resti di costruzioni, embrici ecc. Importanti ritrovamenti interessano il tratto di mare che bagna il territorio Teodorino.
Non molto lontano da San Teodoro, nell'isola di Molara, fu esiliato Papa Ponziano (235 d.C.) e il prete Ippolito sicché' non è azzardato pensare che anche le popolazioni prossime siano state tra le prime a venire a contatto con il Cristianesimo.
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente anche le province conobbero le invasioni barbariche: nel 455 d.C. i Vandali, dopo aver messo a ferro e a fuoco Roma, invadono la Sardegna e la tengono sotto il loro feroce dominio fino al 553 d.C. quando vengono sbaragliati dal generale bizantino Belisario, l'isola passa sotto l'Impero Romano d'Oriente.
San Teodoro, o meglio il centro che allora sorgeva su questo sito, come dimostra anche l'onomastica riferibile alla Chiesa Cristiana d'Oriente, fu centro demico Bizantino. Nel 1962, durante la costruzione di una casa nei pressi di Via Sardegna, fu trovato un tremisse d'oro Bizantino dell'Imperatore Foca.
In periodo medioevale il sito in cui sorgeva la città' Romana e poi il centro demico bizantino fu' occupato da Ofolle, importante centro della Curatoria di Orfili, e forse sede stessa di curatoria, nel Giudicato di Gallura. Tracce del periodo sono ancora riscontrabili sul terreno ed ampiamente documentate attraverso la memoria dei nostri avi, oltre che nella Chorographia del Fara (1595 d.C.), e in seguito nell'Itinerario di Della Marmora, e nel Dizionario del Casalis-Angius ecc., da Pais ecc. Come è noto i quattro Giudicati sono coevi delle repubbliche marinare, e si formano in Sardegna intorno al IX secolo, allorché' si accentua il distacco da Bisanzio che, in seguito alle incursioni Arabe, non può garantire la protezione dell'Isola.
Il Giudicato di Gallura cui appartiene San Teodoro (allora Offolle, Ovode' e poi Ovidde') aveva per capitale Civita, l'attuale Olbia. Il Giudicato entra ben presto nell'orbita Pisana: nei primi del 1200 Elena di Gallura, nonostante la fiera opposizione del Papa Innocenzo III va sposa a Lamberto Visconti; il figlio Baldo nel 1238 lascia il Giudicato a suo cugino Giovanni Visconti, al quale nel 1275 d.C. succede Nino “giudice Nin gentil “ ricordato da Dante. Alla morte di Nino nel 1296 d.C. il Giudicato viene confiscato dal Comune di Pisa. A tale periodo può'essere iscritta la Strada Pisana “ Uttaru Pisanu” che dai pressi del Castello di Pedres portava all'agro di San Teodoro, nelle vicinanze dello stagno passando nelle falde di Monte Almuttu.
Nel 1323 d.C. ha inizio la conquista Aragonese dell'Isola che si completa nel 1400. Nel 1479, allorché Ferdinando il Cattolico sposa Isabella di Castiglia e si unificano i vari reami della Penisola Iberica, nasce la Spagna, la Sardegna diviene Spagnola, e la Gallura, smembrata, viene assegnata ai vari feudatari. Sono anni difficili, scompaiono dalla geografia sarda centinaia di paesi; afflitta dalle carestie ricorrenti, dalle incursioni saracene, dalle pestilenze e dalla malaria, la Gallura si spopola.
Le ultime notizie su Offòlle (Ovidde', San Teodoro) risalgono al 1348 d.C., poi il silenzio: lo storico sardo Gian Francesco Fara intorno al 1595 descrive il territorio Teodorino come una landa deserta. Tracce di un ritorno alla vita si avranno alla fine del 1600, con i primi insediamenti rurali degli stazzi: intorno alla chiesa di campagna dedicata a San Teodoro e ricostruita, come risulta da alcune carte conservate all'archivio della Diocesi di tempio, poco prima del 1647, risorge il primo nucleo di Ovidde', per opera di coloni originari di Tempio e dei villaggi vicini, nonché' di oriundi della Corsica.
Nel 1720, in seguito al trattato di Londra del 1718, la Sardegna passa ai Savoia. Tra il 1837 e il 1839 viene abolito il regime feudale, e Ovidde' amministrativamente assegnato a Posada, sia pure lentamente, cresce e diviene il punto di aggregazione del vasto agro a sud di Olbia.
Nei primi decenni del novecento rivendica l'autonomia dal comune di Posada, ma solo nel 1959 riesce a staccarsi. Nel 1927, intanto, in epoca fascista, questa terra Gallurese veniva strappata alla Gallura e inclusa nell'ambito della nuova Provincia “littoria” di Nuoro.


 
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