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Comune di Luogosanto |
II paese sembra aggrapparsi al fianco del Monte Casteddu, fitto di rocce e di boschi di lecci e di querce da sughero; è lastricata di granito la strada principale, sulla quale si affacciano case non prive di decoro, e sono strette e ripide le strade che partono dai suoi lati; grandi massi di granito traforati da tafoni sono stati posti, ad accogliere i visitatori, ai limiti estremi dell'abitato.
Lungo la strada principale sorge la Basilica di Nostra Signora di Luogosanto che gode dello stesso privilegio accordato alle grandi basiliche romane: ogni sette anni, il 7 settembre, viene aperta una porta murata posta sulla facciata; chi nel corso dei dodici mesi successivi, allo scadere dei quali la porta verrà richiusa, la attraversa in preghiera, ottiene l'indulgenza plenaria.
Il privilegio le fu concesso, insieme al titolo di basilica, dal Papa Onorio III intorno al 1220.
Al santuario, costruito nei primi anni del Duecento e in seguito sottoposto a parziali rifacimenti, è strettamente legata la storia di Luogosanto, che ebbe un corso duplice.
Intorno alla chiesa sorse il borgo medioevale, che in seguito andò decadendo fino scomparire del tutto fra la fine del Quattrocento e l'inizio del secolo successivo.
Rimase integra la basilica che continuò ad attirare un gran numero di fedeli che per gradi si andarono insediando stabilmente lì intorno.
Nacque così il nuovo paese, che aveva 240 abitanti nel 1881, 900 nel 1921 e più di mille nel 1936.
Molto vasto il territorio, dalla orografia tormentata, nel quale sono
molti i luoghi suggestivi e di grande interesse.
A pochi chilometri dall'abitato, al centro di un parco naturale, vi è la Fonte La Filetta, alla cui acqua si attribuiscono qualità terapeutiche.
A lato della strada per Arzachena, si trovano, sopraffatti dalla vegetazione, i resti di quella che viene chiamata la Reggia, o anche il Castello, di re Baldu, e che in realtà era una residenza di campagna dove nel Duecento soggiornò il giudice di Gallura Baldu.
Dell'antica costruzione restano soltanto tre muri perimetrali, una scalinata esterna e la porta d'ingresso.
Non sono lontane le rovine di un altro castello, quello di Balaiana, costruito tra il 1000 e il 1100, e nel quale pare abbiano dimorato due giudici di Gallura, Torchitorio de Zori e Gomita Spano.
Poco più in basso, e collegata ai ruderi da un camminamento di pietra, è la piccola Chiesa di San Leonardo, che del castello fu forse la cappella.
Costruita in grezzi blocchi di granito, ha la volta a botte e un'abside semicircolare.
Il tetto, invece che di tegole, è coperto di pietrame di granito. Altamente suggestiva è la piccola chiesa rupestre di San Trano, delle cui strutture fanno parte le rocce stesse affioranti dal suolo. Da un masso di granito è costituito, all'interno, anche l'altare.
La piccola chiesa, secondo la tradizione, fu costruita, forse nel 1230, intorno alla grotta nella quale i frati francescani trovarono il corpo dell'eremita Trano, in seguito santificato, che qui visse intorno alla metà del VI secolo d. C. insieme a un altro anacoreta, Nicolò.